15. A Host of Golden Daffodils

Giles fermò il furgone a lato della strada, in uno spiazzo erboso nascosto dai cespugli. Si guardò intorno, non c'era nessuno in vista e non aveva visto passare macchine da parecchio tempo. Poco più avanti c'era un bivio, con una stradina sterrata che si inoltrava verso la cima della montagna, tra i boschi.
La strada sterrata era invasa dalle erbacce, ottimo segno, voleva dire che da lì passavano pochissime auto.
L'Osservatore compose il numero sul cellulare e attese che la ragazza rispondesse, poi parlò in fretta per evitare che potesse rintracciare la chiamata.
- Eu? Sto bene. Non preoccuparti per me e non cercarmi. Ti voglio bene. -
Attaccò rimpiangendo di non poter dire di più e rimise in moto il furgone, inoltrandosi per la stradina di montagna.
Presto avrebbe dovuto fermarsi, aveva guidato ininterrottamente per tutta la notte e per buona parte della giornata e si sentiva a pezzi, ma non intendeva fermarsi se non in un posto isolato, dove nessuno avrebbe potuto trovarlo.
Hope non aveva fatto troppe domande e lui le aveva detto che avrebbero fatto una gita insieme per qualche giorno. La bambina all'inizio era stata entusiasta, ma dopo tante ore di viaggio era stanca e le curve delle strade di montagna le avevano fatto venire il mal d'auto.
Giles fermò il furgone in una radura invisibile dalla strada e scese insieme alla bambina, respirando a fondo l'aria fredda per cercare di schiarirsi un po' la mente. Anche lui non si sentiva tanto meglio di Hope, ma vedere le luci di Tokyo in lontananza lo fece rilassare un po': aveva messo parecchia distanza tra lui e i mostri che lo stavano cercando. Mai abbastanza, ma ci avrebbero messo un bel po' a ritrovarlo. E il giorno dopo avrebbe guidato ancora a lungo e prima o poi lui e Hope avrebbero preso un aereo o una nave diretta il più lontano possibile.
Prese in braccio la bambina che piagnucolava per il malessere e la stanchezza e la baciò sul naso.
- Va tutto bene, stellina. Ora dormi un po' e ti passerà tutto. -
Hope si strinse a lui e Giles le canticchiò una canzone mentre la metteva a dormire sul materasso nel retro del furgone e la copriva con un piumino caldo.
Uscì di nuovo a vedere le stelle che erano appena spuntate e sospirò: sicuramente tutti si stavano preoccupando a morte per lui, ma non sapeva come evitarlo. La telefonata che aveva fatto a Eudial era stata un rischio, ma non poteva lasciare che lo credessero morto o in procinto di suicidarsi, non sarebbe stato giusto nei loro confronti.
Non era giusto nemmeno fuggire come un ladro, ma doveva proteggere Hope a ogni costo.
Con un brivido di freddo fece per rientrare, quando notò che intorno al furgone la radura era piena di narcisi dorati che non aveva notato quando era arrivato. Si chinò a coglierne uno e lo annusò con un sorriso: strano che non ci avesse fatto caso prima, erano stupendi. Doveva essere davvero stanco per non vedere un intero prato di fiori gialli, si disse stendendosi accanto a Hope sul materasso e si addormentò serenamente.

- Era lui? Era Ripper vero?! -
Eudial annuì cercando di non scoppiare a piangere.
- Ha detto che sta bene e di non cercarlo. -
- Non ha detto altro? -
- No, doveva sapere che avrei cercato di rintracciare la chiamata, ha attaccato subito e ha spento il cellulare subito dopo. -
- Almeno sappiamo che è vivo. - Disse Spike.
- Vivo e abbastanza in sè da preoccuparsi di chiamare. - Aggiunse Tera, prendendo un panino dal vassoio che Jenny aveva appoggiato sul tavolino davanti al divano.
Dopo aver cercato Giles per ore e ore, erano tornati tutti a casa per riposarsi un po' e per cercare di capire perché fosse fuggito in quel modo. Sul tavolino, accanto al vassoio, c'era una cartina con segnati tutti i posti in cui avevano cercato invano. Il primo posto dove avevano cercato alla mattina era stato il negozio, ma Anya era stata stupita quanto loro dalla scomparsa di Giles.
- Allora, sappiamo che ha preso con sè soldi, armi e vestiti per sè e per Hope. Soldi e vestiti mi tranquillizzano, significa che non ha intenzione di morire, ma perché avrebbe dovuto prendere le armi se non avesse avuto paura di qualcosa? -
- Spike, hai detto che è successo mentre guardava la tv? -
- Si. -
- Forse ha visto qualcosa che lo ha sconvolto. Cosa stava guardando? -
- Il telegiornale, credo... -
- Ma certo, gli omicidi! Le vittime sono tutte bambine piccole e i loro genitori! Forse ha avuto paura che colpissero anche Hope! -
- È possibile. - Disse Tera. - Ma non giustifica una reazione del genere. Perchè scappare quando ha in casa due Cacciatrici e un vampiro? -
- Forse sa qualcosa su quegli esseri. -
- Ma perché non dirci nulla? -
Il suono del campanello interruppe la discussione ed Eudial andò ad aprire stupita di trovarsi davanti Anya.
- Cosa vuoi? -
L'ex demone entrò in casa, incurante dello sguardo ostile della ragazza.
Eudial la seguì in salotto e gli altri si girarono a guardare Anya.
- Ecco... non dovrei dire nulla... ma quando mi avete detto che Giles è sparito ci ho riflettuto... Credo che dobbiate saperlo... -
- Cosa? - Chiese Tera.
- Quando si è avvelenato io ero presente. Dovete sapere come sono andate le cose... -

Giles si svegliò all'alba, indolenzito, ma un po' più riposato e uscì dal furgone facendo attenzione a non svegliare Hope che dormiva ancora.
Si guardò intorno, attonito: il prato di narcisi era completamente svanito e il terreno era scuro, sterile, come bruciato. C'era qualcosa di sbagliato, di decisamente innaturale, ma non c'era traccia di nemici nei dintorni.
- Papà? -
La voce di Hope lo fece trasalire e Giles si girò a guardarla.
- Dove sono i fiorellini, papà? -
- Non... non ci sono più. -
- Li ho sognati. Il prato era tutto giallo. Come quello lì, guarda papà! -
Giles guardò il narciso che spuntava dal terreno nel punto indicato da Hope, cresceva, sbocciava e poi si dissolveva in una nuvola di polvere nera e in quel momento capì. Quello era il potere dell'Anomalia che stava crescendo sempre di più.
- Hope, sei tu a farlo? - Le chiese, spaventato.
La bambina lo guardò senza capire.
- A fare cosa? -
La bambina rise scorgendo uno scarabeo iridescente sul tronco di un albero e corse ad osservarlo, protendendo una mano per prenderlo, ma quando lo sfiorò, la corazza dell'insetto sembrò ribollire, distorcendosi e lo scarabeo cadde a terra morto, mutato in modo orribile.
Hope scoppiò a piangere, spaventata e Giles si affrettò a prenderla in braccio, più terrorizzato di lei, chiedendosi perché quel potere non avesse effetto su di lui. Forse era solo questione di tempo.
Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi sul potere oscuro per tentare di bloccare il potere di Hope, ma non poteva fare molto, sentiva il potere dell'Anomalia che si addensava intorno alla bambina come una nube nera con la capacità di distorcere il tessuto stesso della realtà.
Fino ad allora non aveva trovato nulla in grado di strappare quel potere a Hope o di bloccarlo. Tutto quello che sapeva delle Anomalie era che nessuna di loro era mai sopravvissuta, ma non era disposto ad arrendersi in quel modo.
Avrebbe salvato Hope, a ogni costo, o sarebbe morto nel tentativo.
Tenne stretta a sè la bambina, cantando una canzone per consolarla e cercò di essere ottimista, ma il terreno bruciato intorno a lui sembrava deriderlo.