23. In Her Mind

Giles si guardò intorno: aveva l'impressione che nulla fosse cambiato, ma sapeva bene che non era così, quella sembrava casa sua, ma non era reale, era la mente di Tera.
Si girò lentamente, sentendo una presenza alle sue spalle e guardò gli spettri che lo fissavano, come in attesa. L'Osservatore rabbrividì comprendendo il terrore di Tera nel vedere quei cadaveri sfigurati, ma fece un passo verso di loro.
- Cosa volete? -
Un uomo col volto coperto di sangue si fece avanti e gli puntò contro un dito.
- Tu cosa vuoi? -
- Voglio aiutare Tera. Voglio salvarla. -
- E da cosa? Da noi? Povero sciocco. Tutto questo è colpa tua. -
- Non sono io che minaccio di fare impazzire Tera. -
- Noi siamo i suoi fantasmi, lo siamo sempre stati, ma se ora siamo qui dipende da te. -
- Già, l'incantesimo... Per questo sono qui, per rimettere le cose a posto. -
- Tu non capisci. -
- Cosa? Cosa non capisco?! -
- L'incantesimo è irrilevante. Quello è servito solo a renderci visibili ai suoi occhi. Non ad altro. Ora lei può vederci, ma se siamo qui è colpa tua. -
- Mia? Cosa avrei fatto per farla stare tanto male? -
L'uomo guardò Giles con uno sguardo triste.
- Noi siamo i fantasmi di Tera. Ci ha visto morire, tutti noi, uno a uno. -
- Ma Tera vede anche i fantasmi degli altri. Ha visto Jenny, ha visto le vittime di Spike... -
- Ma siamo noi quelli che la fanno soffrire. Per causa tua. Lei ci aveva dimenticati, ci aveva sepolti dentro di sé. Tera è una combattente, era la combattente perfetta. Nessuna pietà per i suoi avversari, nessun sentimento che intralcia la strada, Tera aveva imparato che fregandosene degli altri, nulla avrebbe più potuto ferirla. Eravamo chiusi nella fortezza di ghiaccio che aveva costruito intorno al suo cuore, poi sei arrivato tu. -
- Io non ho fatto nulla. -
- Hai fatto una cosa che nessuno ha mai fatto per Tera: ti sei preoccupato per lei. -
- E questo ha incrinato il ghiaccio. - Disse una donna facendosi avanti. - E ci ha liberati. Signor Giles, questa è una porta che una volta aperta non può più essere chiusa. -
Giles guardò gli occhi azzurri tanto simili a quelli della sua Cacciatrice, i capelli scuri e le macchie di sangue che macchiavano il vestito della donna e seppe immediatamente chi era.
- Lei... lei è sua madre... -
- Si. Non so se ringraziarla o maledirla, signor Giles. Tera ora si ricorda di me, ricorda di avermi voluto bene un tempo, ma soffre. -
- Tera si sente in colpa per non averla salvata. -
- Per questo piangevo quando mi ha vista, piangevo per lei. Non poteva salvarmi, nessuno avrebbe potuto, glielo dica. -
Giles annuì.
- Devo annullare gli effetti dell'incantesimo. -
L'uomo insanguinato tornò a parlare.
- Lei non ci vedrà più, ma dovrà sempre affrontarci, lo sa? Può chiudere i suoi occhi, ma non il suo cuore. -
- Lo so e credo che lo sappia anche Tera. Io posso fare solo questo per lei, evitare che le visioni la facciano impazzire. -
L'uomo annuì.
- Prima c'è qualcuno che vuole parlare con lei. - Disse, facendosi da parte per lasciare passare una donna dai capelli scuri.
- Jenny! -
- Ciao Rupert. -
Giles chinò la testa senza osare guardarla.
- Jenny... mi dispiace. Non ho fatto altro che mentire su di te... Puoi perdonarmi? -
La ragazza gli prese le mani con dolcezza.
- Stai facendo la cosa giusta Rupert. Sono orgogliosa di te. Avrei voluto essere davvero la madre dei tuoi figli, sai? -
Lo spettro di Jenny gli sfiorò le labbra con un bacio delicato e Giles si accorse di avere il viso umido di lacrime.
- Ora vai, Rupert. Non hai molto tempo, ogni attimo che passi qui ti sottrae forza, se esiti non riuscirai a tornare. -
Giles la guardò un'ultima volta e poi annuì, concentrandosi sul potere che doveva usare per eliminare gli effetti dell'incantesimo.

Valerius aprì un occhio per controllare se fosse cambiato qualcosa dall'ultima volta che si era svegliato: Giles e Tera erano sempre immobili come statue e Hope si era avvicinata all'Osservatore.
Hope?
Il gatto aprì gli occhi di scatto, balzando in piedi sulle quattro zampe. Che diavolo ci faceva Hope lì? Se avesse interrotto il rituale sarebbe stato un disastro!
Corse verso la bambina, soffiando, ma in quel momento Hope toccò la mano di Giles.
- Papà? -

L'Osservatore vide sparire i fantasmi, diventare trasparenti e fu sicuro di aver fatto tutto quello che poteva per Tera. Ora era il momento di tornare indietro, ma non era sicuro di averne la forza: aveva usato ogni energia per aiutare Tera e ora si sentiva terribilmente debole. Cercò di sforzarsi e di raggranellare tutte le forze che gli restavano, ma gli sembrava un'impresa disperata, poi, improvisamente, si sentì travolgere da un'ondata incredibile di potere e si trovò di colpo nel suo corpo, fuori dalla mente di Tera. Aveva l'impressione di essere stato colpito da un fulmine e sentiva ogni singola cellula del suo corpo intrisa di un potere enorme, tanto forte da travolgerlo completamente.

Spike entrò in soffitta e provò un brivido di orrore: quella era una scena che aveva già visto, solo che ora c'era Tera al posto di Eudial e Hope che singhiozzava spaventata in un angolo.
La ragazza era seduta in terra e sembrava confusa, mentre Giles era steso sul pavimento e tremava convulsamente. Il vampiro si diresse verso di lui e lo sollevò di peso, scuotendolo.
- Rupert?! Rupert, che diavolo hai fatto?! Ti ha dato di volta il cervello? -
Tera si avvicinò, preoccupata.
- Cosa gli prende? -
- È troppo... - Ansimò Giles. - Basta... non posso sopportarlo... è troppo... Spike... sei tu? Fallo smettere, ti prego... -
Valerius iniziò a miagolare e Tera lo guardò, seria, poi si rivolse a Spike.
- Il gatto dice che è sovraccarico di potere, ne ha più di quanto non riesca a controllarne. -
- Lo sento. Che cosa avete fatto? -
Tera lo fissò irritata.
- Ti pare il momento di chiacchierare? Perchè non chiami quella cretina della tua ragazza? Magari può fare qualcosa di buono per una volta nella sua vita. -
Spike annuì e lasciò che fosse Tera ad aiutare Giles. Prese il cellulare e compose il numero.
- Eu, vieni subito. Si, si tratta di Giles. Fai in fretta. -
Tera aiutò l'Osservatore a raggiungere il tappeto imbottito da allenamento e Giles vi si rannicchiò continuando a tremare e a respirare affannosamente.
- Hope... Portatela via... Questo potere... è troppo forte... portatela al sicuro... -
Valerius fissò Tera.
- Assecondatelo, non deve agitarsi! -
- Spike, prendi la mocciosa e allontanati, resto io con lui. -
Il vampiro la guardò, esitando, poi prese in braccio Hope e corse via.
Tera si inginocchiò accanto a Giles e gli carezzò i capelli con delicatezza.
- Stai calmo, fallito. Resta fermo e cerca di respirare a fondo... Ecco, così... andrà tutto bene... -
Valerius sedette vicino a loro, il potere che circondava Giles gli faceva rizzare il pelo e cercò di guidarlo.
- Non cercare di bloccare il potere, non ne hai la forza, lascia che ti attraversi, lascialo scorrere. Cerca di dirigerlo, ma non bloccarlo. È importante che resti calmo, se perdi la testa il potere ti annienterà. -
Eudial si teletrasportò nella stanza e Tera alzò la testa a guardarla, colta di sorpresa.
La ragazza corse accanto a Giles e proiettò la sua mente verso quella dell'Osservatore, aiutandolo a mantenere il controllo sul potere.

Giles guardò il raggio di sole che entrava dalla finestra della soffitta restando steso su un fianco sul tappeto imbottito. Eudial gli stava premendo un asciugamano bagnato sul viso per rinfrescarlo. Per tutta la notte lo aveva aiutato a utilizzare gradualmente quel potere che lo aveva sopraffatto e ora si sentiva stanchissimo e quasi svuotato.
- Come ti senti? - Gli chiese Eudial premendogli una mano sulla fronte. - Sei caldo. -
- Ora è svanito... Era come se mi stesse bruciando... Eu, non ho mai provato nulla del genere... Sentivo tutto, ogni singola persona, ogni singolo oggetto... Ed ero tutto. Il libro sullo scaffale, lo scaffale stesso, i muri della casa, il vampiro che hai ucciso... È strano, ho sentito il corpo che diventava polvere, ma allo stesso tempo ero il paletto ed ero te... Tutto insieme. Era come se il mondo intero stesse gridando nella mia testa... Ora ha smesso... Non credevo che avrei apprezzato tanto il silenzio. -
- Cosa stavi facendo, Giles? Perchè la magia nera? Volevi di nuovo il potere? -
- No! Eu... io non... mi dispiace... -
- È tutto ok, fallito. - Disse Tera entrando nella stanza con un vassoio in mano. - Non, importa, dillo pure. -
- Ma Tera... - Protestò debolmente Giles, ma la ragazza lo zittì, rivolgendosi direttamente a Eudial.
- Lo ha fatto per aiutarmi. Ero nei guai, stavo impazzendo e lui è entrato nella mia mente per salvarmi. -
- Credevo che non volessi dirlo... -
- Non devi prenderti colpe non tue, scemo. Hai fatto anche troppo per me. -
- Ehi Giles, le hai alterato il cervello? Sbaglio o quello era un ringraziamento? -
- Mentecatta. -
- Ah, mi pareva strano... - Disse Eudial con un ghigno divertito, poi si rivolse a Giles, aiutandolo a sedersi. - Dovresti riposare, sei esausto e si vede. -
- Non so se riuscirei a dormire. Quel potere era elettrizzante, mi sento ancora molto teso. -
Tera gli porse una tazza.
- Bevi questa, ti farà bene. Cioccolata calda con molto zucchero, ti aiuterà a rilassarti. -
L'Osservatore le sorrise con gratitudine.
- Grazie Tera. -
- Fa impressione vederla così gentile, davvero. Probabilmente c'è un'Apocalisse in arrivo... -
- Tu invece sei sempre cretina. -
Giles sorrise debolmente, sentendosi prendere da una forte sonnolenza.
Si stese nuovamente sul tappeto imbottito e in pochi secondi si addormentò profondamente.
Le due ragazze lo guardarono in silenzio e, per la prima volta da quando si conoscevano, si scambiarono un sorriso.