22. Who Would Ever Buy Pylons?

Eudial guardò divertita l'espressione di Hope mentre guardava la vetrina del negozio col naso premuto contro il vetro.
La bambina era completamente affascinata dalla moltitudine di oggetti strani accatastata nella vetrina ed Eudial doveva ammettere che raramente aveva visto cose tanto strane e differenti tra loro in vendita nello stesso negozio: vecchi dischi in vinile erano impilati accanto a ciondoli provenienti da mezzo mondo, poi c'erano giocattoli in latta e legno, libri di tutti i generi e oggetti più insoliti come cartelli stradali e una serie di tappi di bottiglia.
- Ehi Hope, ecco Giles. -
Eudial sorrise all'Osservatore e la bambina gli corse incontro, prendendolo per mano e trascinandolo verso la vetrina per mostrargli quegli oggetti sorprendenti.
- Tutto a posto? - Gli chiese Eudial e Giles la guardò, divertito.
- Certo, i vostri peluche sono al sicuro in macchina. Cosa volete fare ora? -
- Hope è rimasta affascinata dalla vetrina di questo negozio per collezionisti. Sono dieci minuti che non se ne stacca. -
- Possiamo anche entrare se vuoi. -
Hope lo guardò quasi incredula, poi annuì, felice.
L'interno del negozio era ancora più strano e disordinato della vetrina e gli oggetti erano disposti senza un criterio preciso, ma Hope era come incantata e si guardava intorno senza osare toccare gli oggetti in esposizione.
Giles prese in mano un oggetto da una pila accanto ai cartelli stradali e lo esaminò.
- Un cono stradale? - Chiese, perplesso. - Chi mai potrebbe collezionare coni stradali? -
- Oh, ne resterebbe sorpreso. - Disse una voce alle sue spalle. Giles si girò di scatto e scorse una donna che era spuntata dal retro del negozio. - Mi scusi, non volevo spaventarla, ero in magazzino, credevo di aver chiuso la porta del negozio. -
- Oh, se è chiuso andiamo via subito. - Disse Giles rimettendo a posto il cono stradale che aveva preso in mano.
- No no, restate pure. Fra poco questo negozio resterà chiuso anche troppo a lungo... -
- Non vanno bene gli affari? -
- Anzi, quelli vanno molto bene. Ma presto mi trasferirò all'estero e dovrò vendere il negozio. -
- Capisco. E dice che c'è gente che compra coni stradali? -
- La gente colleziona di tutto e io vendo un po' di tutto. Soprattutto oggetti difficili da trovare altrove. Non si immagina nemmeno a quanto ho venduto un cono stradale italiano l'estate scorsa.-
La donna sussurrò una cifra all'orecchio di Giles e l'Osservatore la guardò, impressionato e la proprietaria del negozio scoppiò a ridere.
- E a quanto pare anche lei potrebbe trovarsi una collezionista di coni in casa. -
Giles seguì lo sguardo della donna e vide che Hope aveva preso il cono che lui aveva appoggiato qualche minuto prima e lo cullava come una bambola.
- E quello è... ehm... un cono raro? -
La donna scosse la testa.
- Quello è un cono molto comune, non vale molto. Anzi, se alla bambina piace glielo regalo. -
- Grazie, ma non... -
- Non si preoccupi. Tanto chi comprerà il negozio probabilmente getterà via tutto e venderà vestiti firmati o roba del genere. - Disse la proprietaria con un sorriso amaro.
- Grazie allora. - Rispose Giles con un sorriso, poi notò un vecchio LP e lo fissò stupito. - Questa è un'edizione rara. Credevo di essere uno dei pochi a possederne una copia... -
- Oh, vedo che se ne intende di musica. Venga, le faccio vedere alcuni pezzi rari. Paradossalmente sono più apprezzati i cartelli stradali dei dischi in vinile. Ora i ragazzini vanno tutti dietro agli idol. Una delle poche cantanti moderne che valga qualcosa è Sachino Seihoshi. Le piace? -
Giles sorrise.
- Non immagina quanto. -

Tera guardò il pentacolo tracciato in terra, a disagio.
- Dov'è il fallito? -
- Sta mettendo a letto Hope. Inizieremo fra poco. -
La ragazza scese le scale della soffitta lasciando solo il gatto e raggiunse Giles. L'Osservatore era in piedi sulla soglia della stanza di Hope e guardava in silenzio la bambina addormentata.
Tera gli posò una mano sulla spalla, delicatamente e Giles fece un passo indietro chiudendo la porta senza fare rumore.
- Arrivo subito, Tera. - Disse con voce soffocata.
- Sei sicuro di quello che fai, fallito? Se non te la senti possiamo cercare un altro modo... -
- No, no, va tutto bene. Tu sei pronta? -
- Io non ho niente da perdere, lo sai. Ma tu... forse preferisci aspettare che torni Xinuxunil... sono due giorni che non la vedi... Non vuoi... -
- ... dirle addio? È questo che intendi? -
- Non è quello che stavi facendo con la mocciosa pochi minuti fa? Tu credi che non sopravviveremo, vero? -
- No! Andrà tutto bene! -
- Hai paura, non negarlo. -
- È vero, ho paura. Ma non di morire. Cioè, si anche di quello, sarei stupido a non averne, ma abbiamo buone probabilità di sopravvivere. -
- Di cosa allora? -
Giles sospirò.
- L'incantesimo che faremo stasera... è lo stesso che ho usato quando ho aperto il libro di Valerius. Quello che ha iniziato tutto... L'ultima volta che ho usato questo incantesimo sono diventato dipendente dal potere oscuro... Ho perso il controllo e ho fatto male alle persone che amo. Lo sapevo e non potevo farne a meno... Non voglio che succeda di nuovo. -
- Ed è per questo che non vuoi salutarla? -
- Xini lo capirebbe. Se mi guardasse negli occhi lo saprebbe in pochi secondi e tenterebbe di impedirmelo... -
- Senti fallito, lasciamo perdere, ok? -
- Cosa? -
- L'incantesimo, non voglio più farlo. Non importa, davvero. -
Tera si diresse verso la sua stanza, ma Giles le corse dietro e la bloccò afferrandole un braccio.
- Non puoi restare così, impazzirai! -
- Forse lo merito. Forse sto solo ricevendo quello che ho sempre meritato... -
- No che non lo meriti. -
Tera si divincolò e tese le mani verso il viso di Giles.
- Credi che non siano sporche di sangue?! Credi che non abbia mai ucciso nessuno?! Non sono una ragazzina innocente come le tue Cacciatrici, sono un'assassina! Ho preso delle vite umane! Vuoi ancora salvarmi ora?! -
Giles chiuse le mani di Tera tra le sue e la guardò con tristezza.
- Si, voglio salvarti, Tera. Non hai chiesto tu di dover combattere, eppure è quello che hai sempre dovuto fare. In guerra devi lottare per sopravvivere, che altro potevi fare? Non avevi scelta. -
Tera scoppiò a piangere chinando la testa.
- Si, ce l'avevo... Potevo morire. -
Giles le strinse le mani, continuando a guardarla.
- Se fossi morta, ora anche io sarei morto o chiuso a marcire in prigione per tutta la vita. E pensa alle vite che hai salvato come Cacciatrice. Tera, se ti senti in colpa per quello che hai fatto in passato, la cosa migliore che puoi fare ora è fare di tutto per restare in vita e continuare a salvare altre vite. E poi non sono disposto a perdere una delle mie Cacciatrici senza aver fatto di tutto per salvarla. -
- Anche se questo può farti perdere tutto? -
- È pericoloso, lo sappiamo entrambi, ma se non tentassi non potrei perdonarmelo. Ora, vieni, è ora di iniziare. -
Tera annuì iniziando a seguirlo docilmente.
- Fallito? -
- Si? -
- Grazie. -
Giles sorrise leggermente.
- Aspetta a dirlo quando sarà finito tutto. Non credo che vorrai ringraziarmi se ti friggo il cervello, no? -
- Cerca di evitare, ok? -
- Farò del mio meglio. -
Tornarono entrambi in soffitta e sedettero all'interno del pentacolo uno di fronte all'altra e Giles prese in mano il pugnale. Si guardò il palmo della mano: si vedeva ancora la leggera cicatrice dell'altro taglio.
- Valerius... Se le cose dovessero andare male... Ho scritto delle lettere a Eudial, a Xini e a Hope... sono nella mia stanza, nel posto dove tengo i miei diari... Consegnale tu per favore. -
- Hai scritto di prendersi cura del gatto, vero? -
- Piantala, Valerius. Ora iniziamo, tu stai attento che nessuno ci disturbi, ok? -
Giles affondò la lama nel palmo della mano di Tera e subito dopo tagliò la sua stessa mano, unendo il suo sangue a quello della ragazza.

Eudial roteò la spada decapitando un vampiro, poi puntò la lama a terra, appoggiandosi alla spada per riprendere fiato.
- Questo è stato faticoso. -
- Se avessi usato i poteri lo avresti sconfitto in pochi secondi. - Disse Spike dal ramo dell'albero su cui si era seduto per osservare il combattimento.
- Che allenamento sarebbe stato allora? - Ribattè Eudial. - Ora che Giles ha deciso di non combattere più con noi, devo essere forte anche per lui. -
- Vi siete divertiti oggi? Era da parecchio che non stavate insieme, no? -
Eudial sorrise e raggiunse Spike sul ramo.
- Si, molto. Hope è così carina e Giles è il padre migliore che potrebbe desiderare. E anche io. Però mi sembrava un po' strano oggi. -
- Strano? In che senso strano? -
- È stato lui a voler andare al luna park, e quando siamo tornati a casa sembrava quasi triste. Ho l'impressione che fosse preoccupato per qualcosa. -
- Forse si sente in colpa per aver deciso di non essere più un Osservatore... -
- È possibile, vorrei esserne certa però. -
- Vuoi che torniamo a casa presto stasera? -
- Non so, ci sono parecchi vampiri in giro ultimamente, non vorrei che qualcuno venisse aggredito solo perché sono paranoica... In fondo non ho mai visto Giles tanto felice come da quando è arrivata Hope, magari mi sto preoccupando troppo, forse era solo un po' stanco. O forse gli mancava Xini, sono due giorni che non riescono a vedersi... -
Eudial si appoggiò a Spike e il vampiro le passò un braccio intorno alle spalle, sfiorandole i capelli con un bacio.
- Se vuoi posso fare un salto io a casa e controllare come sta. Così tu puoi continuare a proteggere gli innocenti e tranquillizzarti. -
- Lo faresti davvero, Spike? -
- Certo Eu. Per te potrei fare qualunque cosa. lo sai. -
Eudial si strinse al vampiro, commossa e alzò il viso incontrando le labbra di Spike con le sue.
Spike la guardò, quasi sorpreso, poi ricambiò con dolcezza il bacio, il primo che si scambiavano da quando era stato posseduto dal demone.