20. Your Ghost

- Cosa? Vorresti entrare nella mia mente?! -
Tera guardò Giles come se volesse colpirlo.
- Secondo Valerius potrebbe essere l'unico modo... -
- No! Scordatelo! Non me ne frega niente di quello che ha detto il gatto! E poi perché sta annusando il mio maglione?! -
Giles si voltò a guardare il gatto e Valerius si leccò attentamente una zampa, facendo finta di non sapere perché pochi minuti prima si era infilato sotto il maglione che Tera aveva lasciato sul letto.
- Beh, che vuoi, Rupert Giles? Non stavo facendo niente! - Disse, sulla difensiva.
- Sei sicuro che sia l'unico modo? -
- Ci sono due possibilità: o è matta o è sotto l'effetto di un incantesimo. In entrambi i casi se entri nella sua mente puoi capirlo, sennò l'altra alternativa è uno psichiatra e sperare che sia solo pazza. -
- Io non sono matta, cretino di un gatto! -
Giles la guardò, stupito.
- Lo hai capito? Hai capito quello che ha detto?! -
Tera guardò prima Giles e poi Valerius, poi annuì.
- Si, direi di si. -
- Allora non è matta. Decisamente un effetto collaterale della magia... Ehi, non è fantastico?! Non sei più l'unico con cui posso parlare! Ehi, Tera, che ne dici di andarci a divertire senza il guastafeste qui presente? -
- Ehi, razza di ingrato, guarda che posso ancora capire quello che dici. -
- Oh. -
Tera fissò il gatto con un'aria disgustata, poi si rivolse a Giles, ignorando completamente Valerius.
- Ecco, fallito, devi assolutamente sbrigarti ad annullare gli effetti di quello stupido incantesimo. Non voglio più vedere i morti oppure sentire gli sproloqui del pulcioso. -
- Ehi, io non ho le pulci! -
- Certo, solo perché Eudial si è quasi fatta staccare una mano per riuscire a metterti l'antipulci... -
- Quello era un segreto! Ti pare giusto andare a dire in giro i segreti altrui?! -
- Ah si? Ha parlato Mr. Leggo i Diari Altrui!-
- Volete smetterla entrambi, razza di deficienti?! Accidenti, se dovete continuare così preferisco la compagnia dei cadaveri. -
- Scusa. -
- Allora cosa avete intenzione di fare? -
- Te l'ha già detto, carina. O qualcuno si fa un giretto nella tua testa o ti tieni le visioni. -
- No, no, basta. Sono sempre di più, sempre più vicini... E cercano di parlare, ma non sento le loro voci, non so cosa vogliano... -
- Sono qui anche ora? - Chiese Giles, serio.
- Ci sono sempre. Alcuni si limitano a stare immobili e a guardarmi, ma molti sono sempre intorno a voi, vi seguono ovunque... -
- Ci... seguono? -
- Si, fallito. Ognuno di voi ha i suoi fantasmi personali... Il vampiro e la tua cara dea sono quelli che ne hanno di più, tutte le loro vittime credo, poi la mentecatta rossa ha sempre intorno cinque donne che la seguono, due sono gemelle, e vicino a te vedo spesso una donna dai capelli neri e una bambina. Sembra che la donna abbia il collo spezzato. Ora è li accanto a te, ha una rosa in mano. -
Giles impallidì leggermente e si diresse verso la porta della camera.
- Scusa, torno subito. -
Valerius guardò Tera, curioso.
- Non mi hai detto quali sono i miei fantasmi. -
- Tu non ne hai. Sei l'unico ad essere solo. -

Giles corse nella sua stanza e tirò fuori dall'armadio una scatola che aveva portato da Sunnydale la prima volta che era venuto in Giappone. Frugò in fretta all'interno, appoggiandone il contenuto sul pavimento finché non trovò quello che cercava: un annuario del liceo di Sunnydale.
Tornò da Tera e le porse il libro.
- Dimmi se riconosci il mio fantasma. -
La ragazza sfogliò il volume, superando in fretta le pagine dedicate agli studenti e indicò la foto di una degli insegnanti.
- Ecco, è lei. -
- Ne sei certa? - Chiese Giles sperando che la voce non gli tremasse troppo.
- Si. Vediamo come si chiama... Ah si, Jenny Calendar... Ehi! Ma non è la madre della mocciosa?! -
- Oh, guarda, - intervenne Valerius - non è Giles quello nell'altra foto? Ma come si vestiva? -
- Da fallito inglese? -
- Dove vai? - Chiese il gatto vedendo che Giles stava andando via.
- Devo consultare un testo... me ne ero dimenticato... credo...credo di averlo lasciato in soffitta...-
Tera e Valerius si scambiarono uno sguardo perplesso.
- Sbaglio o è appena scappato? -
Il gatto annuì.
- È diventato bianco come un lenzuolo quando gli hai detto del suo fantasma. Mi sa che lo hai spaventato. -
- Non è il tipo da spaventarsi per così poco. Altrimenti avrebbe avuto paura anche dei miei fantasmi. -
- Pensi... Pensi che quella Jenny l'abbia uccisa lui?! Magari ha paura che si voglia vendicare! -
- Non credo, non è il tipo dell'assassino. Però hai ragione, sembrava sentirsi in colpa per qualcosa. -
- Forse perché ora sta con la ex-dea... -
- Può essere. Però è strano... -
- Cosa? -
- Se quella donna è la madre della bambina, perché non appare mai accanto a lei? Sta sempre e solo vicina al fallito, non l'ho mai vista vicino a Hope. In compenso vicino alla mocciosa c'erano altre due persone. -

Giles si chiuse in bagno e si appoggiò con la schiena alla porta chiusa, tremando.
Le parole di Tera lo avevano sconvolto.
- Jenny... - Sussurrò, sperando che lei potesse sentirlo. - Non ho fatto altro che mentire su di te... Perdonami. Hope non è tua figlia, ma se dicessi la verità lei sarebbe in pericolo, cerca di capirlo ti prego... Sei tornata perché sei arrabbiata con me? Ti ho delusa? Ho disturbato il tuo riposo? È per questo che sei qui? Oh, se solo potessi vederti lo capirei! -
Rimase in silenzio a lungo, ma nulla gli fece capire che Jenny lo avesse sentito. Dal piano di sotto giungeva il suono delle risate di Hope e Giles sospirò sciacquandosi il viso con l'acqua fredda.
Doveva calmarsi, si disse. Jenny era sempre stata una presenza positiva nella sua vita e non c'era ragione perché dovesse temerne il fantasma. Era solo il senso di colpa per le bugie che era costretto a dire che lo faceva sentire così terrorizzato, e si ripetè che lo faceva per il bene di Hope.
- Jenny... aiutami a proteggerla. -
Disse sottovoce, guardandosi intorno come per cercare di vederla, poi scese le scale per raggiungere Eudial e Hope.
La bambina corse ad abbracciarlo e Giles la tenne stretta. In quel momento fu certo che quello che stava facendo era giusto.