21. Awakenings

Giles aprì gli occhi, infastidito dalla luce del mattino, e si guardò intorno cercando di ricordare come e quando fosse arrivato in quella stanza squallida, poi il dolore alla spalla gli fece tornare in mente il corpo straziato di Diam Kain e la sua fuga in preda al terrore e alla sofferenza. L'ultima cosa che ricordava vagamente era che Tera gli stava per estrarre il proiettile e il dolore insopportabile che lo aveva trafitto. Da quel momento non ricordava altro se non l'impressione di essere stato immerso in una nebbia rossastra da cui non riusciva ad emergere se non per pochi minuti. Aveva il vago ricordo di Tera che lo aiutava a ingoiare delle pillole e di incubi angoscianti, ma solo ora riusciva a pensare quasi coerentemente.
Chiuse gli occhi per quello che gli era sembrato un attimo, ma in realtà doveva essere passato almeno qualche minuto perché Tera era entrata nella stanza e lo stava osservando.
- Ti sei svegliato, fallito. Era ora. -
- Quanto... - Mormorò Giles, sorprendendosi di quanto suonasse debole la sua voce.
- Più di due giorni. In alcuni momenti ho creduto che ci restassi secco. - Gli toccò brevemente la fronte, poi gli prese la mano. - Ora pare che la febbre sia scesa, il peggio dovrebbe essere passato. Riesci a muovere il braccio? Prova a stringere le mie dita. -
Giles impallidì per il dolore, ma la sua mano si chiuse intorno a quella di Tera.
- Bene. Se riesci a muoverla non dovrebbero esserci danni permanenti. -
- Dove hai imparato certe cose? Mi... mi hai salvato la vita... -
- A una Cacciatrice può fare comodo sapere come curare le ferite. - Disse la ragazza in tono leggero, ma Giles notò che Tera aveva distolto lo sguardo e che la sua espressione si era fatta distante.
L'Osservatore non insistette e chiuse gli occhi. Si sentiva spossato e il pensiero della morte di Kain lo angosciava. Era stato accusato dell'omicidio e sapeva di essersi fatto incastrare. L'evidenza stessa puntava a lui e non sapeva come avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza. Desiderò che Xini ed Eudial fossero al suo fianco ed era terrorizzato al pensiero che anche loro potessero ritenerlo colpevole. Non sapeva cosa fare. Per il momento non poteva fare altro che riprendere le forze, ma poi cosa avrebbe dovuto fare?
Un movimento del letto gli fece capire che Tera si era seduta sul bordo del materasso e Giles riaprì gli occhi, stupendosi nel vedere sul viso della ragazza un guizzo di tristezza che per un attimo sembrò incrinare l'abituale espressione fredda di Tera.
- La verità è che quando cresci vedendo la gente che muore davanti ai tuoi occhi senza che tu possa evitarlo, certe cose le impari per forza. Possono fare la differenza tra la vita e la morte. - Disse a bassa voce, con un tono pieno di amarezza. - Quando vedi tua madre che muore dissanguata perché non sei in grado di curarla e non c'è nessuno che possa aiutarla perché sono tutti impegnati a combattere o a nascondersi, credimi, ti viene voglia di imparare. Non è la prima volta che estraggo proiettili dalle ferite e non è stata nemmeno una delle peggiori. -
Giles la guardò, allibito.
- Sei cresciuta in un paese in guerra? -
Tera ritrovò la sua freddezza abituale.
- Già. È ironico che io sia stata scelta come Cacciatrice per combattere mostri e vampiri, non trovi? Sono passata da una guerra all'altra e sinceramente non so quale delle due sia peggiore. Forse quella tra esseri umani. Almeno i vampiri sono solo mostri senza anima che si possono uccidere senza rimorsi, senza dover pensare alle famiglie che lasciano. -
Giles sospirò.
- Mi dispiace... Non... non lo sapevo... -
- Non te l'ho detto per avere la tua falsa pietà, razza di idiota. Era solo per farti sapere che non era la prima volta che curo ferite del genere, quindi puoi risparmiarti le frasi di circostanza. -
La ragazza lo guardò in faccia per qualche secondo e scoppiò a ridere.
- No, non ci credo! Sei davvero dispiaciuto per me! Ma guardati! Sei ferito, ricercato per omicidio costretto a nasconderti in questo schifoso motel e ti preoccupi per una che si è divertita a prenderti a calci sui denti! Sei cretino o cosa?! -
Giles sorrise debolmente.
- Ripensando a come mi sono fatto fregare da quel demone, forse hai ragione, sono uno sciocco. -
Tera gli porse alcune pillole e un bicchiere d'acqua e lo aiutò a sollevarsi un po' per bere.
- Antibiotici. Se vuoi ho anche degli antidolorifici. -
Giles scosse la testa debolmente.
- Non ora. Voglio restare lucido per decidere cosa fare. -
Tera gli mostrò il giornale.
- Per come vanno le cose, la cosa più furba che potresti fare sarebbe fuggire il più lontano possibile non appena sarai in grado di muoverti, cambiare nome e sparire. Ma ovviamente tu non sei furbo. -
- Non posso abbandonare Xini ed Eudial. E poi quel demone è ancora in giro, deve essere distrutto prima che faccia altre vittime. -
- Visto che ora non stai delirando, che ne dici di raccontarmi in maniera comprensibile quello che è successo? -
Giles chiuse gli occhi e respirò a fondo, preparandosi a ricordare quello che era successo la sera dell'omicidio.
- Dopo che Buffy ed Eudial sono andate via, ho deciso di andare in cerca di vampiri per sfogare la rabbia. Ero furioso al pensiero che Kain avesse osato baciare Xini, in quel momento avrei voluto davvero vederlo morto, e uccidere qualche creatura infernale mi era sembrata una buona alternativa. Così ho preso il pugnale e sono uscito. Dopo qualche tempo che camminavo nel parco, ho avuto l'impressione di essere seguito e mi sono accorto che Diam Kain era lì e mi guardava con un sorriso maligno. Il mio primo impulso è stato quello di massacrarlo di botte, ma avevo promesso a Eudial che avrei cercato di tenermi alla larga da quel tipo e mi sono voltato per andarmene, ma lui continuava a insultarmi e a dire oscenità su Xini. Alla fine mi sono avvicinato per prenderlo a pugni, ma appena sono arrivato a pochi metri da lui, il corpo è esploso, come se fosse stato fatto a pezzi da lame invisibili. - Giles si fermò per un attimo, rabbrividendo al ricordo degli schizzi di sangue che lo avevano colpito in faccia. - Non credo di aver mai visto nulla di tanto orribile... Non riuscivo a capire cosa fosse successo, per qualche momento ho creduto che i poteri oscuri si fossero risvegliati e che lo avessi fatto a pezzi con il pensiero. Perchè in quel momento volevo davvero fargli del male, lo desideravo, anche se poi probabilmente mi sarei limitato a dargli un pugno in faccia. Credevo, temevo di essere stato io, poi un essere invisibile mi ha colpito, stringendomi alla gola. Sono riuscito a raggiungere il coltello in tasca e l'ho preso, tentando di colpire quell'essere, ma quando ho vibrato il colpo, un pezzo del cadavere è finito tra il mostro e la lama. Quell'essere osceno usava i pezzi del corpo come scudo! Abbiamo lottato per un po', poi il demone è svanito, ha smesso di colpirmi e si è volatilizzato, lasciandomi col coltello affondato nel corpo di Kain, in mezzo a quel massacro. In quel momento è arrivato quel poliziotto e mi ha trovato così. Ho cercato di spiegargli che non ero stato io, ma si è spaventato e ha iniziato a sparare. Quando mi ha colpito, mi sono reso conto che se non fossi fuggito, mi avrebbe ammazzato, e allora sono scappato, poi i miei ricordi si fanno confusi. -
- Se racconti una storia del genere alla polizia, forse ti salvi dalla prigione, ma il manicomio criminale a vita non te lo toglie nessuno... -
- Sembra un incubo, un terribile incubo. Le immagini di quel corpo continuano ad apparirmi davanti agli occhi, è orribile! Vorrei solo svegliarmi, ma non ci riesco... Ti prego, Tera, dimmi che è solo un sogno! -
La ragazza guardò Giles: l'Osservatore stava tremando ed era chiaramente sconvolto. La Cacciatrice lo scosse prima leggermente, cercando di tranquillizzarlo, poi lo colpì con uno schiaffo secco.
- Piantala, imbecille! Non è il momento per farsi prendere dalle crisi di nervi! Sei nei guai, in brutti guai e se scoprono che ti ho aiutato, lo sono anche io, quindi smettila di fare l'isterico e cerchiamo di decidere cosa fare. Non pensare al cadavere, tanto ormai Kain è morto e non puoi più farci nulla, cerchiamo di concentrarci sul demone, ok? -
Giles la guardò, cercando di controllarsi e annuì.
- Hai detto che era dentro Kain, giusto? -
- Si. -
- Quindi probabilmente ha bisogno di vivere all'interno di un ospite. -
Giles la fissò, stupito.
- Quindi deve procurarsi un altro corpo in cui abitare! -
- Tu eri il più vicino. - Disse Tera guardandolo con sospetto.
- Se il suo scopo era quello di farmi accusare di omicidio non gli sarebbe convenuto impossessarsi di me. E poi con quel poliziotto che mi ha sparato avrebbe rischiato grosso anche lui... -
- Allora dobbiamo scoprire dove si trova. Ma come? Hai qualche idea? -
- Tera? Perchè lo fai? Perchè mi stai aiutando? -
La ragazza lo guardò, fredda come sempre.
- Perchè sei uno stupido, ecco perché. Tanto stupido da aver rischiato di perdere tutto per venire a salvare me dagli alieni, tanto stupido da accettare di essere ancora il mio Osservatore dopo che ho tentato di farti sbattere fuori dal consiglio e tanto stupido da dispiacerti per una come me. Potrei farti la stessa domanda, fallito. Cosa ti importa di me? Per te sarebbe stato più facile lasciare che il Consiglio mi rinchiudesse. Perchè hai accettato di allenare una persona che odi? -
Giles sorrise.
- Forse te lo avevo già detto, Tera. Non voglio più perdere le mie Cacciatrici. -