11. From the Grave

Giles guardò il gatto che aveva aperto gli occhi e tentava debolmente di guardarsi intorno, ancora chiaramente intontito dall'anestesia e gli carezzò la testa per rassicurarlo.
Il veterinario si era allontanato per andare a prendere un trasportino da prestare a Giles e l'Osservatore ne approfittò per chinarsi a parlare al gatto.
- Valerius. - Lo chiamò sottovoce. - Mi senti? -
Il gatto girò la testa nella sua direzione, cercando di mettere a fuoco il viso della persona che lo aveva chiamato.
- Rupert Giles, sei tu? - Chiese debolmente.
- Si, e tu sei vivo. Per questa volta non morirai. Ora riposa pure tranquillo. -
Valerius si agitò debolmente, ricordando quello che era successo prima dell'incidente.
- Non andare in quella casa... C'è quella cosa nascosta nell'ombra... mi ha aggredito... -
- Quale casa? Hai sognato, Valerius? -
- No, ne sono certo, non era un sogno... ero entrato nella casa con il tuo odore e c'era qualcuno in agguato... Per questo non ho visto il carro che mi ha travolto... ero troppo spaventato... -
Valerius chiuse gli occhi, esausto e Giles lo guardò preoccupato: se non stava delirando, allora c'era qualcosa o qualcuno che si nascondeva nel suo appartamento, ed Eudial era andata lì da sola!
Giles vide un bisturi appoggiato sul tavolo del veterinario e senza farsi notare se lo fece scivolare in tasca, poi quando l'uomo tornò con la gabbia, lo pagò ed uscì in fretta a cercare un taxi.

Eudial cercò di liberarsi dalla stretta della sconosciuta che le stringeva la gola con un braccio e si gettò all'indietro con tutto il suo peso contro la ragazza bionda, facendola sbilanciare. Le due ragazze caddero a terra ed Eudial riuscì a liberarsi rotolando sulla schiena. Si allontanò dall'avversaria, cercando di riprendere fiato, ma l'altra le fu subito addosso e le conficcò il paletto nella spalla, una decina di centimetri più in alto del cuore. Eudial gridò di dolore, ma si riprese in fretta e contrattaccò affondando i denti nel braccio dell'altra ragazza.
La bionda la colpì sul viso, allontanandola da sè ed Eudial approfittò di quel momento per strapparsi via il paletto dalla ferita e impugnarlo come un'arma. Sentiva il sangue che le colava lungo il braccio e un dolore pulsante alla spalla, ma non era disposta a farsi uccidere da quella donna. Anche l'altra sanguinava nel punto dove l'aveva morsa e da altre ferite minori. Stavano combattendo da parecchio tempo ormai, ma nessuna delle due era riuscita a prevalere sull'altra.
Improvvisamente entrambe scattarono in avanti puntando i paletti l'una contro il cuore dell'altra contemporaneamente.
In quel momento la porta si spalancò e Giles entrò in casa di corsa, impugnando un bisturi affilato. Eudial si sentì invadere dal sollievo: con l'aiuto dell'Osservatore, la sua assalitrice sarebbe stata facilmente sconfitta.
Eudial attese l'intervento di Giles, continuando a tenere d'occhio la sua avversaria, poi dopo qualche secondo, accorgendosi che non si era mosso per intervenire, si girò a guardarlo. L'Osservatore era rimasto immobile, come pietrificato, a guardare le due ragazze e aveva lasciato cadere a terra il bisturi. Sembrò riscuotersi di colpo e corse verso di loro, abbracciando la ragazza bionda con grande sorpresa di Eudial.
- Buffy... - Disse Giles, con la voce soffocata dall'emozione. - Sei proprio tu? -
Eudial guardò la ragazza bionda, sconvolta, dunque quella era Buffy?! La Cacciatrice di cui avevano visitato la tomba solo qualche ora prima?
Buffy si strinse a Giles, preoccupata e confusa.
- Signor Giles! Allora sta bene! Credevo... credevo che fosse stato ucciso da quella vampira. - Disse indicando Eudial.
- Io non sono una vampira! - Protestò Eudial guardandola con diffidenza. - Chi ci dice invece che non lo sia tu? Sei tu quella che era sottoterra! -
Buffy si staccò da Giles per fronteggiare Eudial.
- Ma tu sei quella che si intrufola nell'appartamento di Giles con chissà quali intenzioni! -
- Chi era quella nascosta al buio? Io ho tutti i diritti di essere qui, sono la sua Cacciatrice! -
- Bugiarda! Io sono la Cacciatrice! -
Le due ragazze si guardarono con rabbia e probabilmente avrebbero ricominciato a lottare, se Giles non si fosse riavuto dalla sorpresa e non si fosse avvicinato a loro, abbracciandole entrambe e interrompendo la discussione.
- Buffy, Eudial non sta mentendo, ma dimmi... com'è possibile che tu sia qui? Eri morta, ti ho vista morire... -
Sedettero tutti e tre sul divano e Buffy sospirò.
- Non lo so. Mi sono svegliata e intorno a me c'era solo buio e odore di terra. Ho dovuto scavare per uscire... Ed ero così confusa... Non ricordavo come fossi finita lì, sapevo solo che lei poteva aiutarmi e sono venuta qui. Ma non c'era nessuno... la casa sembrava abbandonata. Non sapevo cosa fare né dove andare, poi è arrivata lei e mi ha aggredito... -
- Tu mi sei saltata addosso dall'ombra! -
- Credevo che avessi ucciso il Signor Giles! -
- Buffy... Sei sempre rimasta qui? -
- Si... Credo di si. Mi sentivo terribilmente confusa e stanca, devo aver dormito. -
- Santo Cielo, - disse Giles guardando le due Cacciatrici - siete ferite... Se Valerius non mi avesse avvisato vi sareste potute uccidere a vicenda! Oh! Valerius! - Esclamò alzandosi di scatto e avviandosi alla porta. - Mi stavo quasi scordando di lui! -
- Prendi anche Lili! - Disse Eudial. - È rimasta in macchina. -
Giles uscì in fretta e Buffy si esaminò la ferita al braccio, lanciando uno sguardo malevolo a Eudial.
- Mi hai morsa. Che razza di Cacciatrice sei? -
- Ha parlato Miss Paletto Facile... Mi hai fatto male. -
Giles rientrò in casa con le gabbie dei due gatti e le aprì, liberando Lili e adagiando Valerius, ancora avvolto nel maglione sul divano accanto a lui.
La gattina esplorò l'appartamento, poi tornò a strusciarsi sulle gambe di Giles e gli saltò in braccio. L'Osservatore la carezzò meccanicamente, cercando di calmarsi: trovarsi di fronte a Buffy, viva e in buona salute, lo aveva scosso parecchio e non riusciva a pensare coerentemente.
Come mai lei era lì? Solo pochi giorni prima era convinto di averla vista nell'aldilà, lo aveva aiutato ad attraversare il fiume ed era con lui a sostenerlo finché la luce di Xini non lo aveva raggiunto e riportato in vita. Si bloccò per un attimo, rendendosi conto all'improvviso di quello che poteva essere successo. Forse era successo in quell'istante, forse il potere di Xini aveva riportato in vita anche Buffy oltre a lui!
- Buffy... Ricordi nulla di quello che hai provato mentre eri morta? -
La ragazza lo guardò stupita.
- No, credo di no. Ho la vaga impressione di essere stata in pace, ma non ricordo altro. -
- Non c'era un fiume? -
- Se c'era non lo ricordo. Ma per quanto tempo... -
- Un anno, - rispose Giles in fretta, cercando di dominare la commozione che minacciava di farlo scoppiare in lacrime - quasi un anno. -
Buffy lo guardò incredula, raramente aveva visto il suo Osservatore tanto sopraffatto dall'emozione, forse solo quando era morta Jenny Calendar.
- Devo dirlo a Joyce. E ai tuoi amici. - Disse Giles, togliendosi gli occhiali per pulirli. - Ma prima è meglio curare le vostre ferite. Se avessi tardato qualche minuto vi sareste massacrate a vicenda.-
- Colpa tua, Giles, - disse Eudial, rilassandosi per la prima volta da quando aveva lottato contro Buffy - ci hai addestrate troppo bene. -
L'Osservatore sorrise leggermente aprendo la cassetta dei medicinali e accingendosi ad esaminare la ferita di Eudial.

Lili era scesa dalle gambe dell'Osservatore quando lui si era alzato per prendere il kit da pronto soccorso ed era saltata sul divano, avvicinandosi a Valerius. L'altro gatto, l'odiato intruso, giaceva immobile sotto un maglione di Giles, col muso appoggiato tra le zampe anteriori e gli occhi socchiusi. Odorava di medicinali e di sangue, parzialmente mescolati all'odore di Giles che proveniva dal maglione. Lili soffiò una volta contro l'altro gatto, ma Valerius non si mosse, troppo debole, stordito e sofferente per reagire, limitandosi a guardare spaventato la gatta che si stava avvicinando. Chiuse gli occhi quando Lili fu vicinissima, convinto che lo avrebbe graffiato, e li riaprì sorpreso nel sentire il tocco ruvido della lingua di lei sulla testa. La gattina continuò a leccarlo e Valerius la lasciò fare, stupendosi che quel gesto da gatto riuscisse a confortarlo così tanto. Chiuse gli occhi abbandonandosi al sonno sotto le leccate rilassanti della gattina che aveva tanto temuto.