4. Warm, White Wool

Giles si appoggiò allo schienale del divano, sentendosi piacevolmente rilassato mentre guardava Eudial, Spike e le senshi che si scambiavano regali e aprivano allegramente pacchetti. Lili era acciambellata sotto l'albero di Natale e guardava l'altro gatto con ostilità, soffiandogli di tanto in tanto, mentre Valerius era seduto sul divano accanto a Giles, pronto a farsi difendere se la gattina avesse minacciato di attaccarlo.
Il gatto agitò la coda, teso e rivolse uno sguardo obliquo all'Osservatore.
- Perchè mi hai difeso prima, con la strega rossa? -
- Ho solo detto la verità. -
- Ti sarebbe convenuto scaricare tutta la colpa su di me, tanto non possono capire quello che dico. Non sei molto furbo.-
- Se lo fossi stato non avrei aperto il tuo libro. -
- Vero. - Disse il gatto, allungando una zampa a toccargli una gamba, pensieroso. - Peccato che non sei morto, sarei stato bene nel tuo corpo. -
Giles lo guardò accigliandosi, poi si alzò nel sentire suonare il campanello.
Aprì la porta con cautela, temendo che potesse essere qualcuno del Consiglio degli Osservatori e si sentì arrossire nel trovarsi davanti Xini.
La ragazza sorrise leggermente nel notare quella reazione.
- Ciao, Ripper. -
- Xini! Non... non pensavo che saresti venuta... Vieni, entra in casa, sta nevicando. -
- Non posso fermarmi molto, - disse accennando alla macchina nera parcheggiata in strada che la aspettava col motore acceso - devo andare agli studi televisivi per apparire in una trasmissione musicale. -
- Oh. Certo. Capisco. -
- Volevo essere certa che stessi bene... Ieri sera non avevi un bell'aspetto. Come ti senti, Ripper? -
Giles cercò di sorriderle, anche se in quel momento l'unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stato supplicarla di perdonarlo e di restare con lui.
- Meglio, grazie Xini. Mi sento ancora debole e ho sempre freddo, ma passerà, credo... -
Xini sospirò, guardandolo con tristezza.
- Perchè lo hai fatto, Ripper? Avresti potuto morire... -
- Volevo proteggervi, volevo solo proteggervi... O almeno le mie intenzioni erano quelle, almeno all'inizio... Poi mi sono lasciato tentare dal potere oscuro, non potevo farne più a meno. Anche ora ne sento la mancanza... Non sono stupido? Mi ha quasi ucciso, eppure lo desidero ancora. -
- Lo so... È potente. Ora che è in me lo sento chiaramente. È molto diverso dal potere che avevo quando ero una dea, ma so come controllarlo... Per un semplice umano sarebbe quasi impossibile. Se ti ha sopraffatto non è perché sei debole, Ripper. -
- Grazie, ma non è molto consolante. Non sono mai riuscito a fare qualcosa di buono per le persone che amo, vi ho solo ferito... -
- Ma non è vero! Eudial sarebbe morta se non la avessi aiutata... -
- Ma ho condannato te! Se non mi avessi mai conosciuto saresti ancora una dea immortale, avresti ancora tutti i tuoi poteri! E poi non sono nemmeno stato in grado di renderti felice. Perdonami, ti prego...-
Xinuxunil lo guardò, rispondendo al dolore che leggeva negli occhi di Giles con un sorriso dolce.
- Prima di conoscerti non avevo la minima idea di cosa provassero gli esseri umani, non mi interessava. Senza di te avrei continuato a ignorare tante cose e sarei sempre rimasta sola. Mi hai regalato dei desideri, Ripper, in migliaia di anni solo tu ne sei stato capace. E su una cosa ti sbagli: mi hai resa felice, sei riuscito a rendermi davvero felice. -
Gli carezzò una guancia con la mano e lo sentì tremare sotto il suo tocco.
- Dici sul serio, Xini? - Le chiese, commosso.
- Pensi che ti mentirei? -
- No, no. Non intendevo dire questo! Non... -
Xini lo interruppe chiudendogli la bocca con un bacio, poi si allontanò da lui e scoppiò a ridere nel vedere l'espressione sorpresa di Giles.
- Sei troppo carino così imbarazzato! Non fare quella faccia, sto solo seguendo le tradizioni umane! -
Giles la guardò, confuso.
- Cosa... -
Xini indicò il vischio appeso sopra la porta.
- Non si usa baciarsi sotto quella pianta a Natale? -
- Ah... è per quello allora... - Disse lui, deluso.
Xini scoppiò a ridere di nuovo e si avvicinò a lui, guardandolo con tenerezza.
- Che sciocco che sei, Ripper. Ti ho baciato perché ti amo. - Sussurrò, alzando il viso per baciarlo di nuovo, più dolcemente questa volta.
- Mi... mi stavi prendendo in giro... - Disse lui, stupito.
Xini sorrise maliziosamente.
- Esattamente. -
Giles la strinse forte a sè, non riuscendo quasi a credere a quelle parole, poi lei si staccò leggermente da lui e si voltò a guardare la macchina in attesa.
- Adesso devo proprio andare, Ripper, mi stanno aspettando. - Disse a malincuore, passandogli una mano fra i capelli. - Ora rientra in casa, sei gelato. -
Fece per avviarsi lungo il vialetto, ma si fermò e tornò indietro, porgendo un sacchetto a Giles con un sorriso leggermente imbarazzato.
- Non sapevo se dartelo o no perché è venuto male, ma visto che hai freddo, forse potrà esserti utile. Ci vediamo presto, Ripper, Buon Natale! - Disse in fretta e poi corse verso la macchina.
Giles la vide salire in macchina e rimase a fissare la strada per qualche secondo anche dopo che l'auto fu ripartita. Xini lo aveva lasciato completamente senza parole, ma pieno di gioia.
Valerius lo riportò alla realtà piantandogli le unghie nella gamba.
- Chiudi la porta, scemo, fa freddo! -
Giles si riscosse e rientrò in casa con un brivido: si sentiva infreddolito, ma non importava, era troppo felice per importargliene.
Aprì il sacchetto che gli aveva dato Xini e ne estrasse un oggetto di morbida lana bianca che in teoria avrebbe dovuto essere una sciarpa, ma che aveva una forma estremamente irregolare.
Il gatto la guardò con aria critica.
- Cosa dovrebbe essere? Ha l'aspetto del risultato del mio primo esperimento di magia... -
- Cosa importa l'aspetto? Lo ha fatto per me... ed è così caldo... - Disse avvolgendosi la sciarpa intorno al collo con un sorriso.
Il gatto lo guardò disgustato.
- Se è questo l'effetto che fa l'amore, allora non credo di aver perso molto... -
- Vuoi una scatoletta, Valerius? - Chiese Giles, senza badare alle sue parole.
Il gatto drizzò le orecchie.
- Scherzi? Vuoi rifilarmi una scatoletta di cibo per gatti?! -
- Non è quello che sei? -
- Solo perché non ti sei degnato di morire, ecco! -
- Oh, scusa tanto. Hai fame o no? - Chiese Giles versando il contenuto del barattolo in una ciotola.
Valerius sedette con le spalle alla ciotola con aria offesa.
- Non certo di cibo per gatti. -
- Ok, fai come ti pare. - Disse Giles allegramente tornando in soggiorno.
Il gatto rimase immobile per qualche secondo, cercando di ignorare l'odore che proveniva dalla ciotola, poi si voltò, gettandosi sul cibo avidamente.