3. What I Wanted for Christmas

Giles allungò una mano a raccogliere la coperta che era scivolata in terra mentre dormiva e ci si avvolse rabbrividendo. La sera prima, quando Xini gli aveva strappato i poteri di Valerius Da Silva, si era sentito gelare e ancora non riusciva a smettere di sentire freddo. Per oltre un mese aveva avuto un fuoco ardente che divampava dentro di lui e ora si sentiva debole e vuoto.
Si sollevò a sedere sul divano e si guardò intorno sorridendo leggermente: Eudial era riuscita a rendere accogliente e festosa anche quella stanza dell'appartamento affittato. La ragazza aveva appeso ovunque decorazioni natalizie e in un angolo aveva decorato un grande albero di Natale.
L'Osservatore guardò la luce dell'alba entrare dalle finestre appannate e socchiuse gli occhi, tornando a stendersi sul divano. Ripensò alla sera prima, alla dolce eleganza di Xini mentre cantava sul palco davanti a centinaia di persone che la adoravano: lei ogni tanto si voltava verso le quinte e lo guardava sorridendo.
Xini ancora non aveva accettato di tornare insieme a lui, questo era vero, ma per il momento non importava: la sera prima era almeno riuscito a parlare con lei e si era reso conto che quello che provavano l'uno per l'altra non era cambiato. Era tutta una questione di tempo, prima o poi le ferite sarebbero guarite e lui avrebbe fatto di tutto per riconquistare la fiducia di Xini. E ora di tempo ne aveva, pensò con gratitudine.
La sera prima, dopo il concerto, si era addormentato sul divano, esausto. Eudial e Spike lo avevano lasciato dormire, limitandosi a coprirlo con una coperta e solo ora iniziava a rendersi conto di quanto fosse stato vicino alla morte. Meno di ventiquattro ore prima aveva avuto la certezza di dover morire presto e la sua unica speranza era quella di poter rivedere la donna che amava un'ultima volta e ora invece sentiva di avere di nuovo un futuro davanti a lui.
Chiuse gli occhi per dormire ancora un po' prima che Eudial e Spike si svegliassero e si avvolse più strettamente nella coperta: fisicamente ancora non stava bene, il potere lo aveva consumato e oltretutto ora ne sentiva la mancanza, ma si sarebbe ripreso. Sarebbe andato tutto bene, pensò, scivolando nel sonno con un sorriso.

Eudial strinse il collo del vampiro con un braccio mentre dormiva e Spike fu felice di non aver bisogno di respirare. Si girò verso di lei per abbracciarla e la ragazza si strinse a lui, morbida e calda. Il vampiro la baciò sulla fronte, vicino alla ferita, assaporando il profumo dolce del sangue e improvvisamente si sentì felice: quello sarebbe stato un bel Natale.
Un miagolio insistente provenne dalla gabbietta nell'angolo della stanza ed Eudial aprì gli occhi, assonnata, sciogliendosi dall'abbraccio di Spike per permettere a Valerius di uscire.
Il gatto schizzò fuori dalla gabbietta soffiando e sparì fuori dalla porta di corsa. Eudial si lasciò scivolare di nuovo sotto le coperte accanto a Spike.
- Sicura che vada bene lasciarlo libero di girare per casa? -
- Non può uscire da nessuna parte e non credo che ne abbia nemmeno l'intenzione dopo la sua prima esperienza con le automobili, al massimo rovescerà qualche soprammobile, ma non gli conviene se vuole la ciotola piena. -
Il rumore di una zuffa furiosa provenne dal corridoio e poco dopo Valerius tornò in camera di corsa, infilandosi sotto al letto col pelo gonfio.
Eudial si inginocchiò in terra e lo tirò fuori, ridacchiando nel vedere il graffio sul naso e l'aria spaventata del gatto.
- Mi sa tanto che Lili non ama avere intrusi nel suo territorio, vero? -
Spike si alzò dal letto, scoppiando a ridere anche lui nel vedere l'aspetto del gatto.
- A vederlo la capisco, sembra che sia uscito da un cumulo di spazzatura. -
- Direi che ha bisogno di un bagno. - Disse Eudial sollevandolo di peso per la collottola. - Mi aiuti a tenerlo fermo? -
Spike rivolse a Valerius un sorrisetto vendicativo.
- Con piacere. -

Giles si svegliò di colpo sentendosi saltare sullo stomaco qualcosa di pesante e molto umido. Istintivamente afferrò la cosa che gli era piombata addosso, scagliandola lontana e si alzò a sedere sul divano, spaventato.
- Mi hai fatto male, razza di cretino! - Disse una voce non troppo lontana da lui e Giles si guardò intorno per capire a chi appartenesse. La stanza era vuota, c'erano solo lui e il gatto.
- Chi... chi ha parlato? -
Valerius lo guardò attentamente: possibile che Giles lo avesse sentito?
L'Osservatore si guardò nuovamente intorno, confuso, poi il suo sguardo incontrò quello del gatto e un lampo di comprensione si accese nei suoi occhi.
- Tu?! Possibile? -
Valerius gli soffiò contro, irritato.
- Andiamo, credo che tu abbia visto cose più strane, Osservatore, non essere stupido. -
- Valerius Da Silva... -
- Si, perché, conosci altri maghi neri intrappolati nel corpo di un gatto?! -
- Perchè sei bagnato? -
- È la fiera delle domande stupide?! Quella strega dai capelli rossi e il vampiro immondo hanno tentato di annegarmi in una vasca piena d'acqua e mi hanno strofinato con un liquido schiumoso... Che schifo, profumo di fragola... Non è dignitoso! -
Giles lo guardò per qualche secondo poi scoppiò a ridere.
- Smettila! È colpa tua se sono ridotto così! -
- Avrei dovuto lasciarmi uccidere per farti contento? -
- Si, accidenti! - Sbotto Valerius, poi si acciambellò rabbrividendo. - Non è divertente.... Fa freddo... -
Giles smise di ridere, colpito dall'aria triste del gatto e si chinò verso di lui, sollevandolo e deponendolo sul divano. Lo avvolse nella coperta, strofinandogli il pelo bagnato con la lana ruvida.
- Se avessi aspettato che Eudial ti asciugasse non saresti tanto infreddolito... -
- Parli al gatto, Giles? - Chiese Eudial entrando nella stanza e chinandosi a baciare Giles sulla guancia. - Sei troppo gentile con quel delinquente. -
- Se mi capiti a tiro, ti cavo gli occhi, strega! - Sbraitò Valerius e Giles lo guardò con disapprovazione.
- Sai, se il tuo scopo è quello di non restare solo quando morirai, questo non è il modo migliore di farsi degli amici... -
Eudial si voltò a guardare Giles, incuriosita.
- Uh? Dici a me? -
- No, rispondevo a Valerius. -
- Come, gli rispondevi? -
- Non hai sentito quello che ha detto? -
- Giles, è un gatto... Ha miagolato. -
L'Osservatore e il gatto si scambiarono uno sguardo stupito.
- Hai parlato, vero? -
- Certo che ho parlato, cretino. - Gli rispose il gatto.
Giles guardò di nuovo Eudial.
- Sentito? Ha parlato. -
La ragazza si avvicinò all'Osservatore, preoccupata, guardandolo negli occhi.
- Sicuro di sentirti bene, Giles? -
- Non... non lo senti? -
- Certo che lo sento, miagola. Spike, tu hai sentito parlare il gatto per caso? - Chiese al vampiro che era appena entrato nella stanza.
Spike le rivolse uno sguardo curioso e scosse la testa.
- Ehi, non sono impazzito, non guardarmi così. Sono ragionevolmente certo di essere nel pieno possesso delle mie facoltà mentali... Però capisco quello che dice il gatto. -
- Oh, ora si che mi sento fortunato. - Commentò Valerius, ironico.
Eudial sedette accanto a Giles e fissò il gatto per qualche secondo.
- In effetti potrebbe essere abbastanza logico... Hai avuto i suoi poteri per parecchio tempo e lui ha cercato di rubarti il corpo, probabilmente siete rimasti collegati in qualche modo. -
- Poteva andarti peggio, Rupert, puoi ritenerti fortunato. -
- Ah, peggio come vederti strappare tutti i poteri e finire rinchiuso nel corpo di un gatto? - Brontolò Valerius. - Si, certo, poteva andarti peggio. -
Giles sorrise a Spike.
- Difficilmente sarà peggio di Tera, credo che sopravviverò anche a questo. -
Eudial lo abbracciò con affetto, colta da una commozione improvvisa.
- Sono contenta di vederti sereno, non immagini quanto. Avevo tanta paura che potessi morire. E vederti tanto triste mi faceva stare male... -
Giles la circondò con le braccia e le baciò la fronte.
- Mi dispiace, Eudial, perdonami. -
La ragazza guardò con ostilità il gatto.
- È colpa sua. È lui che ha provocato tutto. -
Giles scosse la testa.
- No, non solo sua. Sono io che ho scelto di aprire quel libro, io che mi sono lasciato tentare dal potere. Se avessi avuto più forza di volontà, se mi fossi imposto di rinunciare ai poteri dopo averti salvata, non saremmo arrivati a quel punto. Se ieri non ci fosse stata Xini, io sarei morto sicuramente. Valerius ha fatto l'incantesimo, ma sono stato io a dargli potere. Siamo colpevoli entrambi. -
Il gatto gli rivolse uno sguardo stupito ed Eudial annuì.
- In ogni caso sono contenta che sia tutto finito. Ma come ha fatto Xini a riuscire ad assorbire il potere? Ha usato le canzoni come incantesimi, ma dove ha imparato a farlo? -
- È vero, mi ha sorpreso ieri... -
Spike sorrise.
- Voleva aiutarti nella caccia ai vampiri, Rupert. Aveva iniziato a studiare la magia da sola per farti una sorpresa, immagino che quando ha capito che eri in pericolo abbia deciso di impegnarsi ancora di più. -
Giles annuì, commosso, ed Eudial gli sorrise.
- Tornerà da te, ne sono certa. Ora venite a fare colazione, non avete fame? Per pranzo arriveranno anche Usagi e le altre senshi e poi potremo aprire i regali. - Disse la ragazza indicando i pacchettini disposti ai piedi dell'albero.
- Uh, io... non ho avuto modo di pensare al Natale... mi dispiace... - Giles la guardò, imbarazzato.
Eudial scosse la testa.
- Io ho già avuto quello che desideravo, volevo solo un Natale felice e questo non potrebbe esserlo di più! -