22. Deep Inside My Heart

Eudial sedette sul letto dell'albergo con un sospiro e prese in braccio Lili, accarezzando il pelo soffice della gattina. Giles dormiva profondamente nel letto accanto al suo e la ragazza lo guardò preoccupata: era esausto fisicamente e aveva il cuore a pezzi. Il potere che aveva scatenato durante il giorno sembrava averlo sfinito e lei aveva dovuto aiutarlo ad arrivare fino all'albergo più vicino trascinandolo quasi di peso. Non potevano tornare a casa: Tera avrebbe sicuramente raccontato tutto al Consiglio degli Osservatori e in quel momento Giles non era in condizioni di affrontarli. Aveva chiamato Spike e il vampiro aveva acconsentito a restare alla villa e cercare insieme alle senshi un modo per aiutare l'Osservatore. Spike le aveva detto che Xinuxunil aveva preso le sue cose ed era andata via senza dire una parola.
Eudial sospirò di nuovo guardando Giles. Sapeva che l'abbandono di Xini doveva averlo ferito profondamente e che il dolore peggiore sarebbe arrivato nei giorni successivi.
E poi c'era Rodoc... Non si sarebbe mai aspettata di rivedere il fratello, in passato non erano mai andati d'accordo, le sembrava incredibile che lui fosse venuto sulla Terra per vendicarla. Sperò che non fosse ferito in modo serio e che si sarebbe lasciato convincere a rinunciare alla vendetta.
Lasciò che Lili saltasse giù dalle sue braccia e la gattina corse ad acciambellarsi sul cuscino di Giles col muso accanto al viso dell'Osservatore. Eudial si stese sul letto si assicurò di poter mantenere il blocco sui poteri di Giles anche nel sonno e chiuse gli occhi, cercando di dormire anche lei.
Si sentiva stanca e triste e non voleva pensare a quello che l'aspettava in futuro, a cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che Giles si era spinto troppo in là per poter essere salvato. Si addormentò desiderando l'abbraccio rassicurante di Spike.


Giles chiuse la valigia e la appoggiò in terra, ai piedi del letto, poi si avvicinò alla finestra osservando in silenzio i fiocchi di neve che cadevano. Nella strada iniziarono ad accendersi le luci delle decorazioni natalizie, una dopo l'altra; fra poco sarebbe stato completamente buio e Spike sarebbe passato a prenderli per cambiare di nuovo albergo. L'Osservatore appoggiò la fronte contro il vetro, provando sollievo per quel contatto gelido. Si sentiva scottare e quel calore continuava a ricordargli il potere imprigionato ma non sopito che si annidava nel suo corpo, quella bomba ad orologeria che minacciava di distruggerlo e che era riuscito a rovinare la sua vita. No, si corresse, non era stato il potere oscuro a rovinargli la vita, era stato lui stesso, con le sue stesse mani, doveva tenerlo bene a mente come monito per il futuro. Sempre che potesse averne uno.
Non aveva più visto Xini da quando lo aveva lasciato, quasi un mese prima, e da allora non aveva più avuto sue notizie. Si sentiva male pensando a lei, pensando a come era riuscito a rovinare tutto, ma non l'aveva cercata. Capiva come si era sentita la ex-dea e non avrebbe osato ripresentarsi davanti a lei finché non fosse riuscito ad estirpare ogni minima traccia di potere oscuro dal suo cuore. Sempre che fosse possibile.
- Giles. - Eudial lo chiamò dolcemente e lui si sforzò di non apparire troppo abbattuto.
- Spike è arrivato, ci aspetta di sotto. Ah... è arrivata questa per te. - Disse la ragazza porgendogli una lettera.
Giles prese la busta e la guardò prima di aprirla: i francobolli inglesi gli facevano presagire il contenuto.
La lesse per qualche secondo, serio.
- È del Consiglio, vero? -
Giles annuì brevemente.
- Mi hanno licenziato e mi ingiungono di tornare in Inghilterra perché potenzialmente pericoloso... -
- Credi che potrebbero aiutarti? -
- Mi chiuderebbero da qualche parte e getterebbero via la chiave. Ah, certo prima si assicurerebbero che non possa fare del male a me stesso o ad altri. Consolante, vero? -
Giles strappò la lettera, gettandone i frammenti nel cestino della carta straccia.
- Incenerirla con lo sguardo esprimerebbe meglio i miei sentimenti, ma suppongo che non sarebbe coerente col tentativo di liberarmi del potere oscuro, vero? -
- Mi dispiace, Giles. Non ti meriti tutto questo... -
- Oh si, invece. Quello che mi sta succedendo ora me lo sono costruito con le mie mani. Sapevo cosa rischiavo, Eudial, l'ho sempre saputo, ma non mi importava. Me lo merito. -
- Ma Giles! - Protestò Eudial. - Non penserai che... -
- Si, lo penso. - La interruppe lui. - Ed è meglio così. Se non pensassi a tutto questo come a una punizione per quello che ho fatto, impazzirei. Così almeno le cose hanno un senso. Così posso avere almeno la speranza che se riuscirò a tornare quello che ero, forse... -
Si interruppe non osando esprimere quella speranza ad alta voce, ma Eudial sapeva quali erano quelle parole non dette: "...lei tornerà."
- Scusami. Non volevo rattristarti. -
- Mi dispiace, Eu, sei costretta a restare con me per tenere bloccati i miei poteri, ma non credo di essere una compagnia molto allegra ultimamente... -
- Riusciremo a tirarti fuori da questa situazione, ne sono certa. E non mi pesa aiutarti, te lo assicuro. -
L'Osservatore sorrise tristemente, continuando a guardare le decorazioni luminose dei negozi lungo la strada.
- Grazie, ma non mentire. So che è faticoso per te tenere bloccati i miei poteri e so anche che vorresti passate più tempo con Spike. E tuo fratello... vorresti partire con lui, vero? -
- No. - Disse Eudial, avvicinandosi a lui e appoggiandogli la testa sulla spalla. - Sono stata felice di rivederlo e sapere che gli importa di me mi ha commossa, ma mi sono resa conto di una cosa. Non voglio tornare sul mio pianeta. Ora che sanno che sono ancora viva, avrò la possibilità di farci una visita per qualche tempo, ma ormai la mia casa è qui. Con la persona che amo, con le mie amiche... con mio padre. -
Giles si volto a guardarla, commosso, ma la ragazza era arrossita leggermente e si era affrettata a prendere la valigia avviandosi verso la porta. Sulla soglia si era voltata per sorridergli.
- Allora, andiamo? Spike ci sta aspettando, dice di aver trovato un appartamento in affitto molto carino, non sarà bello vivere di nuovo in una casa dopo tanti alberghi? -
L'Osservatore la guardò uscire dalla stanza e si affrettò a prendere i suoi bagagli e seguirla. Le era profondamente grato per quello che stava facendo e soprattutto per il comportamento che aveva con lui: Eudial non si era fatta scrupoli nel dirgli quanto fosse stato stupido, gliene aveva dette di tutti i colori, ma non aveva nemmeno mai pensato di voltargli le spalle, e non gli aveva mai fatto pesare l'aiuto che gli stava dando. La ringraziò mentalmente e si affrettò a raggiungerla, sentendo alleviarsi leggermente il peso che gli opprimeva il cuore.


Spike si sporse dal sedile del guidatore per baciare Eudial, poi annuì in direzione di Giles.
- Ce ne avete messo di tempo a scendere. Come stai Rupert? -
- Non ho ancora fatto scomparire la città in un buco nero, quindi penso che vada abbastanza bene, grazie. -
- Beh, se si dovesse arrivare a quel punto, le senshi... -
- Spike! - Lo interruppe Eudial con veemenza.
Giles sorrise leggermente.
- Eudial, lo so, non c'è bisogno di nascondermelo. Se... se dovessi diventare un pericolo, le senshi mi uccideranno. -
- Non possono farlo! -
- È loro dovere. Ed è la cosa più logica. Se non potessi più tornare indietro, forse sarebbe l'unica soluzione... Ahi!- Giles si portò una mano alla guancia massaggiandosi il punto dove lo schiaffo di Eudial lo aveva colpito.
- Guai a te se ti sento ancora parlare in questo modo! Sembra quasi che tu voglia arrenderti! E io te lo proibisco, chiaro?! -
- Ma potrebbe essere troppo tardi, potrei non riuscire mai a liberarmi di questo potere oscuro! È qui, lo sento! - Giles si mise una mano sul petto all'altezza del cuore e la guardò con uno sguardo smarrito. - È sempre qui, in agguato e aspetta solo il momento di liberarsi! Sussurra nella mia mente, cerca di influenzare il mio cuore, vuole che io lo usi e, credimi, non c'è momento in cui non senta il desiderio di farlo! E se non riusciamo a sradicarlo da me prima o poi succederà, prima o poi questa tentazione tremenda sarà più forte del tuo blocco e allora sarò perduto per sempre! -
- Smettila! - Gridò Eudial. - Non voglio più sentire discorsi del genere! Riusciremo a strapparti quel potere in qualche modo, ma tu non devi scoraggiarti, devi resistere con tutte le tue forze. Oh, ti prego Giles, non arrenderti! Lo so che sei stanco e che soffri, ma ti prego non farlo! -
L'Osservatore sospirò.
- Non ho intenzione di arrendermi. Solo che... S-se fosse necessario, se non ci fossero altre alternative, non metterti contro le senshi... -
- Giles, non sarà necessario. -
Spike avviò il furgone, sperando che Eudial avesse ragione e guidò piano lungo le strade ghiacciate. Mancavano poche settimane a Natale e tutti i negozi rilucevano di decorazioni e lampadine scintillanti.
Il vampiro lanciò un'occhiata a Giles: l'Osservatore aveva appoggiato la testa al finestrino appannato e guardava stancamente la gente che si affrettava lungo i marciapiedi, carica di pacchetti. Tra le mani stringeva un libro, lo stesso volume che il guardiano del cimitero gli aveva affidato come ricordo di Xinuxunil. Quando l'avevano creduta morta, Giles non aveva trovato la forza di aprirlo, ma ora passava ore intere a rileggere le pagine in cui si parlava della dea, come per sentirla ancora vicina a sè.
Eudial si sporse in avanti per accendere l'autoradio e la sintonizzò su un canale che trasmetteva i successi del momento. Il DJ annunciò la canzone al primo posto della classifica e il suono dolce di violini e campanelle si diffuse nell'aria, seguito dalla voce della cantante, che si intrecciava perfettamente con la musica.
Eudial sorrise leggermente.
- Che bella canzone... - Disse. - È diversa da quelle che si sentono di solito... -
Spike annuì.
- Non riesco a capire se sia triste oppure no... -
- È vero. È così strana... Tu cosa ne pensi Giles? Secondo te...-
Eudial si voltò verso l'Osservatore e si interruppe a metà frase nel vedere che era impallidito e che sembrava sconvolto.
- Che hai, Giles?! È il potere oscuro?! -
Giles trasalì e scosse in fretta la testa per rassicurarla.
- No, no, nulla del genere... È la canzone... -
Eudial e Spike lo fissarono senza capire.
- Ne sono certo... non posso sbagliarmi... questa... questa è la voce di Xini... -