7. Can't Stand the Pain

Giles guardò Eudial, terrorizzato all'idea di poter fallire, di non poter trovare ciò che le serviva per guarire, ma era ben deciso a non arrendersi. Fece un elenco mentale dell'attrezzatura che gli sarebbe servita: fucile narcotizzante, reti, manette e corde con cui immobilizzare i vampiri catturati e ovviamente armi e paletti come ultima risorsa. Avrebbe chiamato le senshi, loro lo avrebbero aiutato di sicuro e poi Spike...
Lo squillare del cellulare lo distolse dai suoi pensieri. Sorrise leggermente vedendo il numero di Xini sul display, probabilmente lo avrebbe sgridato perché erano in ritardo per la cena o perché era rimasta sola con Spike tutto il pomeriggio.
L'ultima cosa che si aspettava era di sentirla singhiozzare spaventata.
- Xini?! Che succede? Spike? Oh, accidenti! Dove siete? Arriviamo subito. -
Eudial lo guardò ansiosa.
- Giles, che ha Spike? Mio Dio! Il mio sangue... - Disse realizzando quello che era successo.
- Spike ha bevuto il mio sangue... Sta male, vero? -
Giles annuì tristemente.
- Vado a prenderli, lo porterò qui. - Disse guardando Tomoe come per chiedergli conferma e il professore annuì porgendogli una fiala e delle siringhe.
- Gli inietti questo. Per il dolore. -
Giles fece scomparire gli oggetti in tasca e si avviò verso la porta. Eudial lo seguì.
- Vengo con te. -
- F-forse è meglio di no. -
Eudial colpì con un pugno la porta vicino al viso dell'Osservatore facendolo trasalire.
- E perché no?! Per risparmiarmi lo spettacolo? Per evitarmi di vedere le sofferenze atroci a cui probabilmente arriverò anche io? O perché non mi senta troppo in colpa nel vedere come ho ridotto l'uomo che amo?! -
- Non dire così, non è colpa tua... -
Giles tentò di avvicinarsi a lei per stringerla fra le braccia, ma lei lo respinse rabbiosamente.
- No?! E di chi allora? Era tuo il sangue che lo ha contagiato? Era di qualcun altro? No era il mio, Giles! Era il mio! E se Spike muore la colpa sarà solo mia! Non cercare di proteggermi da quello che ho fatto. -
L'Osservatore le afferrò i polsi bruscamente, bloccandola contro la porta quasi con violenza.
- Smettila! Non azzardarti a ripeterlo mai più! Non potevi sapere in alcun modo quello che ti stava succedendo. Se qualcuno ha colpa, allora siamo io e Tomoe per non averlo capito prima! Se te la vuoi prendere con qualcuno, allora fallo con me! -
Eudial scoppiò in lacrime e Giles l'attirò a sè, abbracciandola e riprese a parlare in tono più dolce.
- Non morirà, Eudial. Troveremo un modo per salvarlo. Nessuno di voi due morirà, lo impedirò a tutti i costi. Ora vieni, andiamo a prenderlo. -

Xini guardò angosciata il vampiro che si contorceva in preda a dolori fortissimi senza sapere cosa fare per aiutarlo. Era strano, pensò, preoccuparsi tanto per una Creatura delle Tenebre, per un vampiro che aveva seminato la morte per anni, ma conoscendolo, giorno dopo giorno si era abituata a lui. E poi Spike le aveva salvato la vita durante la festa, difendendola dai tentacoli che minacciavano di trascinarla via. E aveva ascoltato le sue paure senza ridere di lei, dandole consigli che alla fine si erano rivelati validi.
Esitando, si costrinse a posargli una mano sul viso e si sorprese di non trovare la sua pelle molto diversa da quella di un essere umano, solo più fredda. Chissà perché come dea aveva sempre pensato che toccare un vampiro fosse disgustoso. Ora non le faceva nessuna impressione.
Con un fazzoletto gli asciugò il sangue sulla bocca, doveva essersi morso un labbro con i canini affilati e Spike fremette per il dolore sotto il suo tocco.
Lo vide aprire gli occhi, pieni di lacrime per la sofferenza e guardarla supplichevole.
Si sforzò di parlare, la voce rotta per le fitte che lo laceravano.
- Uccidimi... ti prego. Non... non resisto più... -
Spike si interruppe con un gemito tremendo e le afferrò un polso, aggrappandosi a lei disperatamente.
Xini chinò la testa, conscia delle lacrime che le rotolavano lungo il viso.
- Questo... questo è un desiderio che non posso esaudire, Creatura Oscura. -
Il tempo che passarono così nel vicolo, lei che piangeva e Spike che le stringeva il polso tanto forte da farle perdere la sensibilità, sembrò non passare mai, poi il rumore di passi in corsa spezzò il silenzio e, quando alzò la testa, Xini vide Ripper ed Eudial di fronte a lei.
Eudial si inginocchiò accanto a lei e si chinò a sfiorare le labbra insanguinate di Spike con un bacio. Il vampiro si accorse di lei a e si sforzò di aprire gli occhi, supplicando anche lei di ucciderlo.
Eudial scoppiò in lacrime, carezzandogli il viso.
- Spike. Passerà, il dolore passerà presto. - Lo confortò, guardando Giles che si affrettava a preparare l'iniezione. - Resisti, amore, tra poco potrai dormire. -
L?Osservatore scoprì il braccio di Spike e gli iniettò il forte sedativo.
Poco dopo il corpo del vampiro si rilassò e la sua mano scivolò via dal polso di Xinuxunil rivelando i segni scuri dei lividi nei punti in cui l?aveva stretta e profondi graffi dove le sue unghie erano affondate nella pelle delicata di lei.
Giles guardò quelle ferite, preoccupato, ma Xini non sembrava farci caso, limitandosi a massaggiarsi distrattamente il polso. Entrambe le ragazze erano terrorizzate e sconvolte e piangevano abbracciate, Spike per fortuna sembrava profondamente addormentato, la fiala che gli aveva dato Tomoe sembrava aver avuto effetto.
L?Osservatore strinse a sè entrambe le ragazze, cercando di calmarle e spiegò la situazione a Xini, poi sollevò il vampiro addormentato e lo portò fino al furgone.

Giles si rigirò nel letto, guardando le stelle che brillavano fuori dalla finestra aperta, e sospirò. Sentiva la mancanza di Xini al suo fianco, ma la ragazza aveva deciso di dormire nella stanza di Eudial e lui era stato d?accordo.
Si sentiva esausto, ma non riusciva a dormire, era preoccupato per le due ragazze e per il vampiro, sentiva di dover essere lui a proteggerli, ma aveva paura di non poterci riuscire.
Le parole crudeli di Tera continuavano a tornargli in mente. ?Hai lasciato morire la tua Cacciatrice, perché dovrei fidarmi di te??
Ripensò a tutte le volte in cui non era stato in grado di proteggere le persone che amava: Buffy, uccisa da quel demone, Jenny, la sua Jenny che non era riuscito a salvare dalla crudeltà di Angelus, Eudial che era stata morsa da Mikorsot per colpa sua e che si era sacrificata per evocare Xinuxunil, la stessa Xini che aveva dovuto morire come dea e ora anche Spike?
Giles si alzò in silenzio dal letto e scivolò al piano superiore, rifugiandosi in soffitta, tra i suoi libri.
Fece scorrere un dito sul dorso di alcuni volumi, cercando di pensare a qualche incantesimo che potesse aiutarlo in quella circostanza, quando il suo sguardo si fermò su uno dei libri riposti sullo scaffale più alto.
Scosse la testa distogliendo gli occhi, no, non doveva nemmeno farsi venire in mente certe idee. Con un sospiro prese due o tre volumi di incantesimi generici e tornò a letto.
Inutile.
Quei libri non servivano a nulla. Nemmeno a fargli venire sonno.
Era troppo stanco per uscire a caccia di vampiri, ma troppo teso e preoccupato per dormire. Sorrise amaramente pensando che Tomoe avrebbe dovuto fare un?iniezione di tranquillanti anche a lui.
Spense la luce e rimase a guardare le stelle. Lili dormiva tranquillamente acciambellata accanto a lui, contenta di avere metà del letto tutto per lei.
Giles allungò una mano a carezzarle il pelo nero come la notte e pensò che sarebbe stata la gatta ideale per una strega.
Sospirò di nuovo. L?immagine di quel libro rilegato di pelle nera continuava ad apparire davanti ai suoi occhi anche se lui continuava a scacciarla.
Quel volume era pericoloso, era appartenuto ad uno degli stregoni più potenti del passato e conteneva la chiave di incantesimi di magia nera potentissimi. Si diceva che contenesse il potere stesso del mago. Quel potere che a lui mancava. Quel potere che avrebbe potuto aiutare Eudial e Spike.
No. Non doveva pensarci. Non doveva lasciarsi tentare. Un potere enorme implicava sempre enormi e nefaste conseguenze, quella era una lezione che aveva imparato.
Nascose la testa sotto il cuscino, cercando di costringersi a dormire, ma una voce sottile in fondo al suo cuore gli sussurrava che ormai era troppo tardi.