1. Aren't You My Enemy?

Eudial si concentrò sul libro aperto davanti a lei e alzò ancora il volume delle cuffie, cercando di ignorare i rumori che provenivano dal piano superiore.
Rumori violenti, di lotta, che le facevano chiudere lo stomaco.
Tera.
La Cacciatrice veniva ad allenarsi tutti i giorni ed Eudial aveva dovuto ammettere che il suo giudizio nei suoi confronti era stato sbagliato: Tera non era antipatica, era odiosa e faceva di tutto per tormentare lei e Giles in ogni modo possibile.
Alla fine Eudial aveva preferito sparire dalla circolazione ogni volta che lei arrivava, ma l'Osservatore era costretto a sopportarla. Di solito Eudial usciva, ma quel giorno una pioggia battente l'aveva costretta a restare in casa e si era chiusa in camera, cercando di ignorare la presenza della Cacciatrice.
Inoltre, da quando Tera aveva iniziato a uscire a caccia di vampiri, lei non aveva più molto da fare: la Cacciatrice sembrava sempre in ottima forma e rendeva inutile l'intervento di Eudial nella maggior parte dei casi. Eudial invece continuava a sentirsi addosso quella stanchezza che aveva iniziato ad assalirla dopo il viaggio in Italia e che le rendeva molto faticoso combattere a lungo.
Forse avrebbe dovuto allenarsi di più con Giles, cercare nuovi modi di usare i suoi poteri, ma dopo aver allenato Tera, l'Osservatore era talmente stanco e dolorante che lei non se la sentiva di costringerlo a lavorare ancora.
Un rumore più forte degli altri, seguito da un tremendo silenzio la allarmò e la spinse a spegnere il lettore cd e ad affacciarsi alla porta della sua camera.
Sentì i passi leggeri di Tera che scendeva le scale e dopo un attimo la Cacciatrice apparve davanti a lei, fissandola con un sorrisetto cattivo.
- È irritante che non ci siano più gli Osservatori di una volta, non credi? - Disse, continuando a scendere le scale senza fermarsi. - Quelli moderni sono totalmente incapaci di sostenere un combattimento serio. -
Eudial la guardò con odio, poi corse su per le scale per controllare come stesse Giles.
La soffitta era più o meno nelle stesse condizioni del salotto dopo che vi si era aperto il vortice dimensionale: un disastro. Giles era a terra ai piedi di uno scaffale, pieno di lividi e sanguinante, che ansimava in preda al dolore, con le mani premute su un fianco.
Eudial corse ad aiutarlo, inginocchiandosi accanto a lui e cercando di capire se fosse ferito gravemente.
- Giles?! Giles! Rispondimi! Stai bene?! Spike! Spike, vieni subito! -

Il vampiro aiutò Giles a stendersi sul divano ed Eudial gli sollevò il maglione per premergli una borsa di ghiaccio sul grosso livido sul torace. L'Osservatore si lasciò sfuggire un gemito di dolore, ma riaprì gli occhi, guardando Eudial con un'espressione sofferente.
- Giles? Come ti senti? Hai sbattuto la testa? -
- Credo... credo di essere ancora vivo. -
- È già qualcosa. - Disse Spike. - Cosa le hai fatto per farti ridurre così? -
Giles sospirò.
- Allenamento. -
- Wow. E ti lamentavi che Eudial fosse troppo violenta a volte? -
- Effettivamente quel livido lì sono stata io a farglielo... mi dispiace... - Ammise Eudial indicando un segno sul viso dell'Osservatore.
Giles sorrise leggermente.
- Tu almeno hai cercato di fermarti prima di staccarmi la testa... cosa che invece sembrava essere il preciso intento di Tera... -
- Allora non è un granchè. - Disse Eudial, disinfettandogli un graffio sulla guancia. - Se mi fossi impegnata, ora saresti come minimo in ospedale con qualcosa di rotto. -
Il viso dell'Osservatore si contrasse in una smorfia di dolore, poi arrossì leggermente distogliendo lo sguardo da quello di Eudial, imbarazzato.
- Devo confessare che a un certo punto dell'allenamento, uh... sono scappato... -
- Ah. -
- E poi...ancora non posso escludere di avere qualcosa di rotto... - Concluse l'Osservatore sfiorandosi leggermente il livido con un sospiro.
- Non ha un bell'aspetto in effetti. Forse è meglio che ti accompagni al pronto soccorso. -
Il rumore della porta della sala che si chiudeva fece voltare Eudial in quella direzione.
- Xini... - Disse Giles tristemente, rispondendo alla domanda muta di Eudial.
- Era qui? Non me ne ero accorta. Non ha detto una sola parola ed è rimasta in disparte... Cosa le è preso? -
Giles non rispose, guardando la porta con aria triste.
- Dai, andiamo in ospedale, ti aiuto. - Disse Eudial, rendendosi conto che l'Osservatore non aveva voglia di parlarne. - Sai, Giles... forse potrei allenarmi io con lei. Almeno potrei fare un po' di movimento io e tu non finiresti al pronto soccorso. -
Giles la guardò, speranzoso.
- Davvero lo faresti? -
Eudial gli sorrise aiutandolo ad alzarsi.
- Certo. E poi chissà, potrei prendermi qualche piccola rivincita... -

Spike aspettò che Eudial e Giles uscissero e con un sospiro andò a cercare Xinuxunil.Dalla sera della festa l'ex-dea si comportava in modo strano e sembrava quasi evitare Giles, ma il vampiro aveva notato che spesso Xini si fermava a guardare di nascosto l'Osservatore con un'espressione triste.
La trovò in soffitta, rannicchiata nella poltrona di Giles che fissava il disordine provocato da Tera.
- Ehi, dea lunatica! -
Xini trasalì e lanciò un'occhiataccia al vampiro.
- Cosa vuoi, Creatura Oscura?! -
- Che diavolo ci fai qui? Non dovresti restargli accanto? Ci è rimasto male quando te ne sei andata. -
- Cosa cambierebbe? - Rispose la dea rabbiosamente. - Anche se gli stessi vicino non potrei fare nulla! -
Spike la guardò perplesso.
- Cosa intendi? -
La voce di Xini si spezzò e gli occhi le si riempirono di lacrime.
- Non posso aiutarlo, non posso! Io ci ho provato! Ho provato a fargli guarire le ferite, ad alleviargli il dolore, ma quel potere è svanito, è tutto inutile! Non lo sopporto! È atroce vederlo soffrire senza poter fare niente! -
- Non credo che a Rupert importi... -
- Importa a me! Un tempo potevo guarirlo, aiutarlo davvero, dargli tutto quello che desiderava! Esaudire i desideri era l'unica cosa che potevo fare. Ora non mi resta nulla... - Scosse la testa, frustrata. - Questo corpo è così... limitante! Non riesco più nemmeno a sentire la sua mente, come posso capire cosa pensa?E se fosse stanco di me? Come potrei capirlo?! -
- Basta guardarlo negli occhi. Accidenti, Xini, Rupert è cotto di te, si vede a chilometri di distanza! -
- E quella donna? Setsuna? Come faccio a sapere che non vuole tornare da lei? -
- Ma sei cieca o sei stupida?! Non vedi come ti guarda? -
- No! Non lo vedo! È come se fossi cieca, Creatura Oscura! Non riesco a capire cosa ci sia nell'anima della gente! Non vedo il bene, non vedo il male, non riesco a capire cosa pensa Ripper! Come fanno gli umani? Come fanno a capirsi? Non riesco a fare nulla con questo corpo! E un giorno morirà e io non esisterò più... Potrebbe succedere in qualunque momento e io non potrei farci nulla! -
- Te ne sei pentita? -
Xinuxunil non rispose e Spike proseguì.
- Lo ami? Lo ami davvero? -
Xini annuì.
- Cerca di capire che ora puoi amarlo. Con questo corpo puoi amarlo davvero. Come dea il tuo amore lo avrebbe annientato prima o poi. Un essere umano non può uscire indenne dalla passione di una dea. Lo avresti distrutto con il tuo amore. -
- Ma ora sono così inutile! Ha già rischiato la vita per proteggermi... anche tu hai rischiato di morire per salvarmi! -
Spike sorrise.
- Lasciaglielo fare. Come credi che si sentisse quando eri una dea? E ora, quando Tera lo sbatte a terra o Eudial gli salva la vita? -
L'ex-dea lo guardò attendendo la risposta con attenzione.
- Si sente esattamente come te ora. Proteggerti lo fa stare bene, gli dà l'impressione di essere davvero importante per qualcuno. È felice di poterti essere utile, di poter fare la differenza, una volta tanto. -
- Ma così sono io l'unica a non essere utile a nessuno! Sono solo un peso. -
- E allora smettila di piagnucolare e impegnati! Piantala di criticare il tuo corpo per quello che non può fare, ma fagli fare quello che può, invece! Willow e Xander sono semplici umani, deboli come te ora eppure non si lamentano, lottano al limite delle loro possibilità e in qualche caso hanno fatto la differenza. Se non sai fare nulla, impara! Così tu e Rupert vi sosterrete a vicenda. -
- Perchè mi dici questo? Dovresti odiarmi, sei un vampiro, dovresti essere il mio nemico naturale... Perchè le tue parole suonano giuste allora? -
- In effetti non so perché ti sto dando consigli, dea lunatica. Per Rupert, suppongo. -
Il vampiro le voltò le spalle e scese per le scale lasciandola sola.

Eudial parcheggiò il furgone in giardino e guardò l'Osservatore seduto accanto a lei. Non aveva nulla di grave per fortuna, solo un grosso livido e un paio di costole incrinate, ma era pallido e teso e sembrava triste e preoccupato.
Per Xini, sicuramente, si disse Eudial con un sospiro.
- Ce la fai o vuoi che ti aiuti? -
Giles si riscosse dai suoi pensieri e le sorrise leggermente.
- No, ce la faccio. L'antidolorifico ha fatto effetto. Mi sento solo stanco, ora. -
Scesero dall'auto e si avviarono verso la porta di casa, quando quest'ultima si aprì e ne uscì Xini.
L'ex-dea corse incontro a Giles e si gettò fra le sue braccia, stringendolo forte.
L'Osservatore, colto di sorpresa, si lasciò sfuggire un gemito di dolore ed Eudial lo guardò preoccupata.
- Xini! Così gli fai male! Ricordati che è ferito! -
Xinuxunil sussultò e si allontanò da lui di scatto, arrossendo, ma Giles la strinse di nuovo a sè chiudendo gli occhi mentre un sorriso di gioia si allargava sul suo viso.
- Eudial, non importa. Va bene così. Ora va tutto bene. -