18. Perfect Dawn

Giles aprì gli occhi, stupito di ritrovarsi disteso a terra su un tappeto bagnato di foglie ingiallite, poi un sorriso sereno si allargò sul suo viso non appena si accorse del tepore del corpo della ragazza che dormiva abbracciata a lui. Con delicatezza si alzò su un gomito per poterla guardare e indugiò con gli occhi su quel viso delicato mai visto prima di quella notte, ma che aveva l'impressione di conoscere da sempre. Chinò la testa per svegliarla con un bacio e Xinì lo guardò assonnata sorridendogli.
L'Osservatore la aiutò ad alzarsi e un'ombra di preoccupazione apparve nei suoi occhi nel notare il livido sul viso di Xini e un lungo graffio sul dorso della sua mano.
- Sei ferita! -
Xini si studiò la mano, come affascinata e sorrise leggermente.
- È sangue... Ed è mio, del mio corpo. Non sembra incredibile, Ripper? -
Giles le baciò la mano in silenzio, sorridendo a sua volta.
Ancora faticava a credere che lei fosse viva, dopo tanta sofferenza gli sembrava quasi impossibile potersi sentire così perfettamente felice. La strinse a sè e insieme guardarono i primi raggi di sole che brillavano tra le foglie degli alberi.
Giles trasalì leggermente sentendo la voce di Eudial che lo chiamava da lontano.
- Oh, eri con lei? Cacciavate i vampiri? Ma come mai siete qui, a proposito?- Chiese Xini guardandolo incuriosita.
- Eudial era venuta a cercarti.Voleva evocarti nuovamente.- L'Osservatore sorrise timidamente arrossendo un po'. - Vieni, andiamo da lei, sarà preoccupata, temo che abbiamo perso il senso del tempo stanotte. -
Xini gli mise una mano sulla schiena e lo spinse leggermente in avanti.
- Valle incontro, io vi aspetto qui. -
Giles annuì, si chinò a sfiorare le labbra della ragazza in un bacio delicato e si affrettò per raggiungere Eudial.

Eudial corse per i viali del cimitero chiamando Giles. Ormai stava albeggiando e lei era fuori di sè dalla preoccupazione, quando lo vide spuntare da dietro una cripta.
Si fermò di colpo rischiando di rotolare a terra e corse verso di lui abbracciandolo.
- Giles! Stai bene? Che ti è successo?! Sei ferito? Sono stati i vampiri vero?! -
L'Osservatore scosse la testa sorridendo.
- Sto bene, te lo assicuro. Non potrei stare meglio. -
- Sei sicuro? Mi sembri un po' strano... Ehi, ma hai i vestiti fradici, ti prenderai una polmonite! -
Eudial allungò una mano e gli tolse una foglia secca dai capelli, guardandolo perplessa.
L'Osservatore era di un umore completamente diverso rispetto a poche ore prima: quando l'aveva aiutata a combattere i vampiri, lei aveva visto nei suoi occhi la rabbia e il dolore che non lo avevano mai abbandonato da quando aveva perso Xini, mentre ora sembrava sereno, quasi trasognato, ed Eudial riusciva a leggergli in viso una specie di esaltazione.
Giles sorrise di nuovo, come Eudial non gli vedeva fare da parecchio tempo ormai, e le scostò una ciocca di capelli dal viso.
- Anche tu sei bagnata. -
- Ci credo! Sono ore che ti cerco sotto la pioggia! -
Giles guardò le pozzanghere in terra.
- Ah, ha piovuto? -
Eudial lo guardò preoccupata, chiedendosi se fosse impazzito.
- Giles? Che ti succede? Certo che ha piovuto! Oh, accidenti! Non è che soffri di nuovo di amnesia?! Ti ricordi perché siamo qui?! -
L'Osservatore le prese un polso.
- Stai tranquilla. Va tutto bene, te lo giuro. Vieni con me, ora! -
La trascinò con sè senza darle il tempo di replicare e la condusse verso il punto in cui Xini stava aspettando.
Eudial guardò la ragazza seduta su una lapide per qualche istante senza capire, poi Xini le sorrise.
- Ciao, Eudial.-
La ragazza si voltò a guardare l'Osservatore.
- Giles! È... -
- È Xini. - Concluse lui con un sorriso dolce.
Eudial corse ad abbracciare Xini, cercando di non farle vedere che era commossa.
- Ci sei mancata, Xini, sono contenta di rivederti. -
Si staccò dalla ex-dea, asciugandosi le lacrime con un dito e lanciò uno sguardo penetrante a Giles.
- Ora capisco perché eri sparito senza nemmeno rispondere al telefono. Vergogna! - Lo rimproverò scherzosamente, scoppiando a ridere nel vederlo arrossire.
Giles allargò le braccia, attirandole a sè entrambe e le strinse in un abbraccio.
- Sono felice, - sussurrò - non potrei esserlo di più. -

Spike riattaccò il telefono, spuntando un altro nome dalla lista della gente da invitare. All'arrivo della bolletta a Giles sarebbe venuto un colpo, ma a Spike non importava. Se l'Osservatore si fosse lamentato, il vampiro gli avrebbe ricordato che era lui quello che era partito per l'Italia facendolo preoccupare a morte.
Le senshi lo avevano aiutato a decorare la casa ad arte e a spostare i mobili del salotto per fare spazio, persino le outer senshi, dopo qualche perplessità iniziale, si erano lasciate convincere da Usagi a dare una mano. Michiru aveva addirittura accettato di dipingere dei pannelli a tema da attaccare alle pareti per dare alla villa un aspetto ancora più spettrale, mentre Makoto si era già messa al lavoro per preparare biscotti, dolci e tartine per gli ospiti: nei prossimi giorni, il suo forno avrebbe lavorato quasi incessantemente.
Sollevò nuovamente il ricevitore del telefono, guardando il nome successivo sulla lista e riflettè se chiamare o no. Scosse la testa e passò al nome successivo: se avesse invitato Drusilla, sarebbe stata Eudial a cavargli gli occhi...

Giles si svegliò nella luce calda del tramonto che filtrava attraverso le strisce delle tapparelle abbassate e rimase immobile a guardare i giochi di luce sulla parete. Accanto a lui, Eudial e Xini dormivano serenamente, tenendolo ancora abbracciato e lui non si mosse per non svegliarle.
Quella mattina erano tornati in albergo per asciugarsi dopo la notte passata sotto la pioggia, poi Giles le aveva volute entrambe accanto a sè sul letto e si erano addormentati così, vicini e felici, stanchi per la notte insonne.
L'Osservatore si sentiva bene, avere finalmente accanto a sè entrambe le persone che amava di più lo faceva sentire sereno e forte. Pregò silenziosamente perché le cose continuassero ad andare così bene il più a lungo possibile, poi richiuse gli occhi e si riaddormentò.
Si svegliò qualche ora più tardi sentendo Xini che si alzava dal letto e Giles si girò su un fianco, guardandola mentre si muoveva per la stanza.
La ragazza si sfilò la t-shirt che Giles le aveva prestato per dormire e aprì l'armadio, osservandone dubbiosa il contenuto. Lanciò uno sguardo al letto e sorrise vedendo che Giles la stava guardando.
- Ripper! Allora sei sveglio! - Sussurrò, chinandosi a baciarlo.
- Mi servono dei vestiti. - Aggiunse, guardando tristemente il mucchietto di abiti umidi che aveva indossato il giorno prima. - Non avrei voluto farmi vedere da te in quelle condizioni, dovevo essere orribile... -
Giles scese dal letto e l'abbracciò da dietro, circondandola con le braccia e affondando il viso tra i capelli di lei.
- Xini, non potresti mai essere orribile.Ieri notte mi è bastato incontrare i tuoi occhi per restare incantato, sei bellissima. -
La ragazza si sentì arrossire. Era così strano, quel corpo umano era scomodo e limitante, eppure riusciva a farle provare sensazioni meravigliose e inaspettate.
- In ogni caso, - disse Giles - non credo che Eudial avrà nulla in contrario se prendi in prestito uno dei suoi vestiti per il momento. Credo che siano nell'armadio della sua stanza, è quella porta lì. -
Xinuxunil si sciolse dal suo abbraccio, lo baciò di nuovo e scivolò in fretta nella stanza accanto.
L'Osservatore la seguì con lo sguardo sorridendo, poi entrò in bagno in silenzio. Eudial dormiva ancora, doveva essere davvero stanca. Giles sentì una fitta di rimorso per averla fatta preoccupare tanto: lei lo aveva cercato disperata per tutto il cimitero, temendo che potesse essere in pericolo, mentre lui era completamente perso nella sua felicità.
Si ripromise che una cosa del genere non sarebbe più dovuta accadere, aveva già fatto soffrire abbastanza Eudial a causa del suo egoismo e lei lo aveva perdonato.
Sorrise prendendo la decisione di realizzare un progetto a cui pensava da parecchio tempo, ma che gli avvenimenti degli ultimi mesi avevano fatto passare in secondo piano: appena possibile avrebbe avviato le pratiche per adottare Eudial legalmente.
Nel suo cuore già lo era, ma presto lei sarebbe diventata davvero sua figlia.