13. The Price for Killing a Star

Eudial sedette nello scompartimento deserto. Aveva preso il primo treno possibile, un treno vecchio e squallido che faceva servizio notturno. Da quando il controllore era passato a controllare il biglietto, lei non aveva più visto anima viva nel suo vagone. Era una sensazione un po' inquietante, ma in fondo le andava bene così, non aveva voglia di compagnia.
Andò in bagno e, tornando al suo posto, ebbe l'impressione di non essere più sola. Notò una persona vestita di bianco che la guardava affacciandosi da uno scompartimento alle sue spalle e quello sguardo le fece correre un brivido lungo la schiena. Affrettò il passo, decisa a spostarsi in un altro vagone, gli occhi di quello sconosciuto la rendevano inquieta per la rabbia folle che vi aveva letto.
Un altro uomo vestito come il precedente sbucò da uno scompartimento davanti a lei, sbarrandole la strada con uno sguardo minaccioso. Eudial si fermò, guardandosi indietro nervosamente e preparandosi ad usare i poteri in caso di necessità. Ora gli uomini alle sue spalle erano aumentati e anche dagli scompartimenti davanti a lei ne erano spuntati altri.
Arretrò verso lo scompartimento accanto a lei e si preparò ad affrontare gli uomini che si avvicinavano minacciosamente.
- Cosa volete?! -
L'uomo più vicino a lei alzò il viso e la guardò dritta negli occhi e lei vi riconobbe il capo dei Lug.
- Cosa vuoi tu da noi? È la seconda volta che ci cerchi. -
Eudial gli restituì lo sguardo.
Forse le cose stavano iniziando a migliorare, finalmente i Lug si erano fatti vivi, anche se l'aria torva che avevano era piuttosto inquietante.
- Devo ritrovare Xinuxunil. -
- Hai già evocato la Dea. Lei si è incarnata in te eppure sei ancora viva, cosa vuoi ancora? -
Il Lug si fece avanti afferrandola per il collo e la sbattè contro il finestrino. Eudial tentò di allontanarlo con i suoi poteri, ma senza il minimo successo.
- Dimentichi che possiamo renderti inoffensiva? O forse il contatto con Xinuxunil ti ha fatto credere di essere speciale?! -
Strinse la presa sul collo di Eudial e lei si sentì soffocare.
- Hai già evocato Xinuxunil, dovresti essere morta! Anzi, avresti dovuto morire prima di evocarla! Permetterti di affrontare la prova è stato il nostro errore più grande! -
Allentò la mano che la stringeva alla gola e la sbattè ancora con violenza contro il finestrino, facendole sbattere la testa.
- Allora, vuoi ancora trovare la Dea?! -
Eudial gli lanciò uno sguardo di sfida.
- Si. Devo trovare Xini a tutti i costi! -
Il Lug la schiaffeggiò violentemente e le puntò un coltello ricurvo sotto il mento.
- Usa termini più rispettosi quando parli della Dea! -
- Dov'è? Dopo ammazzatemi pure se volete, ma lasciate che parli con Xinuxunil! -
Il Lug la guardò ancora con rabbia ed Eudial si rese conto che quella che vedeva negli occhi dell'uomo era una follia omicida mista al fanatismo. Improvvisamente ebbe paura degli uomini che la circondavano, si era resa conto che non avrebbero avuto scrupoli ad uccidere nel nome della loro Dea.
- È colpa tua! - il Lug le sibilava contro le parole con odio. - A causa tua nessuno potrà più evocare la Dea! È svanita, il vostro desiderio l'ha portata alla distruzione! La nostra Dea è morta per colpa tua. Ora pagherai, assassina della Sacra Stella! -
Eudial si rese conto con orrore del significato delle parole dell'uomo, le aveva appena confermato che Xini era davvero morta. Poi il Lug le affondò il pugnale nell'addome e lei cadde in ginocchio, trafitta da un dolore lancinante.
Eudial si premette le mani sulla ferita, guardando con incredulità il sangue che le scorreva tra le dita e si rese conto che il Lug stava alzando di nuovo il pugnale per colpirla e che gli altri lo avrebbero imitato subito dopo.
Pensò a Giles, a come si sarebbe sentito se lei fosse morta lì e l'avessero ritrovata massacrata in quel modo sul pavimento di un treno notturno. Quel pensiero le diede la forza di reagire nonostante il dolore: non poteva farsi ammazzare in quel modo, non da quei fanatici che adoravano ciecamente una Dea senza conoscerne davvero l'anima! Sentì il potere crescere dentro di sè insieme alla rabbia e lasciò che esplodesse senza controllo, spezzando il sigillo dei Lug che lo bloccava e riducendo in cenere tutto quello che si trovava intorno a lei.
Eudial riaprì gli occhi, sentendosi come svuotata: degli uomini che l'avevano aggredita non restava nulla, a parte un medaglione d'oro col simbolo di Xinuxunil, molto simile a quello che le avevano dato durante l'evocazione della dea. Guardò di nuovo il sangue che le usciva dalla ferita e capì che avrebbe dovuto cercare aiuto prima di morire dissanguata. Cercò di arrestare l'emorragia premendo sulla ferita e provò a trascinarsi fuori dallo scompartimento, ma si sentì cogliere dalla debolezza e cadde in avanti, perdendo conoscenza.

Il guardiano del cimitero controllò l'orologio, il treno sarebbe arrivato presto. Alzò lo sguardo notando che due infermieri con una barella erano arrivati sul marciapiedi della stazione e aspettavano.
- Cosa succede? - Chiese loro. - Qualcuno sta male? -
Uno dei due si accese una sigaretta, il treno non sarebbe arrivato prima di altri cinque minuti.
- Brutta storia. Una ventina di minuti fa il controllore è passato a controllare i biglietti sul treno e ha trovato uno scompartimento completamente annerito come se fosse bruciato e una donna a terra in un lago di sangue. -
Il vecchietto li guardò preoccupati.
- Su questo treno? E la donna era morta? -
- Proprio su questo treno. - Confermò l'uomo. - E se fosse morta qui non ci saremmo noi, ma la polizia legale. Certo, a meno che non sia morta nel frattempo. -
- Sapete il nome della persona ferita? Sto aspettando un'amica che viaggia proprio su quel treno! -
Uno dei due controllò una cartellina con aria pensierosa.
- Non potrei dirle nulla, ma farò uno strappo alla regola per lei. Vediamo... hm si chiama Yuuko. -
Il guardiano impallidì.
- Santo Cielo, è lei! -

Dopo un tempo che sembrò interminabile, il treno entrò in stazione e gli infermieri si affrettarono a salire, seguiti subito dopo dal vecchio guardiano.
Il controllore, pallidissimo cercò di impedirgli di entrare nello scompartimento, ma uno degli infermieri gli fece cenno di lasciarlo passare.
- La conosce. Se non intralcia i soccorsi può restare. -
L'altro infermiere era inginocchiato a terra accanto a Eudial e stava lavorando per bloccare l'emorragia. Il guardiano si avvicinò alla ragazza svenuta e le prese una mano delicatamente chiedendosi cosa fosse successo: lo scompartimento era completamente devastato. Scorse in terra un ciondolo dorato, apparentemente non toccato dalle fiamme e lo raccolse senza farsi notare, facendoselo scivolare in tasca.

- Allora?! Come sta?! -
Il vecchietto quasi assalì il medico che era venuto a parlargli.
- È una brutta ferita, ma la coltellata non ha leso organi vitali. Ha perso molto sangue, deve essere rimasta a terra per ore prima che la trovassero, ma si riprenderà. Sono presenti anche segni di un leggero trauma cranico e varie contusioni, ma nulla di preoccupante. Se vuole può vederla per qualche minuto, è sveglia. -
Il guardiano si rilassò e seguì l'infermiera.
Aspettò che la donna uscisse dalla stanza e guardò Eudial: la ragazza era pallidissima e aveva parecchi lividi sul viso, ma la cosa che lo preoccupò di più era lo sguardo sofferente con cui lo guardava.
- Accidenti! Ora mi ricordo perché avevo deciso di non avere più nulla a che fare con le Cacciatrici! Possibile che ogni volta che ci incontriamo rischi di farti ammazzare in qualche modo? Hai deciso di farmi prendere un colpo? Come ti senti? -
Eudial lo guardò e scoppiò a piangere.
- Ehi, che ti prende ora? Ti fa male? Vuoi che chiami l'infermiera? -
Fece per alzarsi, ma lei lo trattenne.
- Xini... - Disse fra i singhiozzi. - Xini è morta... Ora lo so per certo... ma come posso dirlo a Giles? Non... non voglio che soffra ancora... -
- E ora capisco perché il tuo Osservatore ci tenga tanto a te... Rischi di farti ammazzare e nonostante tutto ti preoccupi per lui... Smettila di piangere, ora, e pensa a guarire in fretta se vuoi tornare presto da lui. E ringraziamo il cielo che non abbia dovuto piangere anche la tua morte. -
Eudial tentò di alzarsi di scatto, ma era ancora troppo debole e ricadde sui cuscini con un gemito di dolore.
- Ma che fai? Sei matta? Con una ferita del genere non devi muoverti! -
- Non posso restare qui, devo andare da Giles. Sta soffrendo, non posso lasciarlo solo! -
- Oh, Santo Cielo! Non riesci a stare nemmeno seduta e vorresti viaggiare fino a Tokyo?! Vuoi arrivarci morta da Giles? -
Chiamò l'infermiera e uscì dalla stanza, preoccupato.
Se la conosceva abbastanza, ormai sapeva che Eudial era ostinata e che appena avesse recuperato un po' le forze avrebbe insistito per tornare a Tokyo, contro ogni parere medico.
Imprecò contro le Cacciatrici e con un sospiro sollevò il telefono e compose il numero.
- Pronto? Spike? Passami Giles immediatamente. No, non me ne frega niente se è depresso. Fallo venire al telefono, a costo di trascinarlo o di prenderlo a calci.-