12. Tell Me You Found Her

Eudial guardò fuori dal finestrino la campagna toscana che scorreva davanti ai suoi occhi e appoggiò la testa al vetro. Aveva passato buona parte del giorno precedente a dormire, ma si sentiva ancora stanca. Il vecchietto non avrebbe voluto lasciarla partire tanto presto, ma lei aveva insistito, finché non avesse trovato Xini o saputo che era davvero morta, non avrebbe avuto pace.
Il treno si fermò nella stazione di Orbetello e lei si diresse verso l'autobus che l'avrebbe portata in paese. Una folata di vento freddo la fece rabbrividire e scosse le fronde ingiallite degli alberi sul piazzale della stazione. Eudial si scostò i capelli dal viso, affrettandosi verso l'autobus. Quando lei, Giles e Spike erano arrivati all'Argentario per la prima volta era estate, mentre ora il fresco dell'autunno aveva sostituito il caldo torrido di agosto e il vento agitava le acque della laguna.
Le cime del promontorio erano avvolte da nuvole di umidità e nebbia e il cielo era grigio, mentre i giardini pubblici che avevano ospitato i banchi colorati del mercatino erano ora desolatamente vuoti.
Eudial prese una stanza in un alberghetto sulla strada principale del paese e si gettò sul letto senza nemmeno disfare i bagagli.
Cosa avrebbe dovuto fare ora? Cercare di contattare i Lug, senza dubbio, ma si sarebbero lasciati trovare? E cosa avrebbe fatto se nemmeno loro avessero saputo nulla di Xini? Il vuoto che la dea le aveva lasciato nella mente sembrava ancora più enorme e la faceva sentire tremendamente sola. Desiderò ardentemente la presenza confortante di Giles o l'abbraccio protettivo di Spike, ma era consapevole di doversela cavare da sola stavolta. Le venne da piangere e lo fece, abbracciando un cuscino, finché non si addormentò.

Giles si svegliò, sentendosi leggermente inquieto. Aveva l'impressione che qualcosa non andasse per il verso giusto, che gli sfuggisse qualcosa che non riusciva ad identificare. La porta della stanza di Eudial era aperta e la vista della stanza vuota lo colpì come una scossa elettrica, facendolo rabbrividire.
Scese le scale in fretta, e si imbattè in Spike. Il vampiro lo guardò preoccupato.
- Che succede, Rupert? Non ti senti bene?-
Giles si massaggiò una tempia con la mano, la testa gli faceva male e si sentiva confuso e agitato.
- Spike. D-dov'è Eudial? -
- Con Usagi e le senshi... te lo aveva detto l'altro giorno, te lo ricordi? -
L'Osservatore scosse la testa, come a voler allontanare da sè i ricordi che gli si affollavano confusamente nella mente.
- Lei... lei è morta vero? Per questo non è qui. -
Spike si avvicinò a lui, allarmato.
- Rupert, che hai? Eudial sta bene, te lo posso garantire... -
Giles si lasciò cadere in ginocchio, coprendosi il volto con le mani.
- L'ho vista morire... Era tra le mie braccia e poi è svanita... Eravamo all'Argentario... e lei aveva appena evocato Xinuxunil... -
S'interruppe di colpo, stringendosi la testa con un gemito.
Spike lo scosse leggermente.
- Rupert? Rupert?! Ti senti male? Rispondimi! -
Giles alzò lo sguardo verso il vampiro e Spike gli lesse negli occhi tutto il dolore che fino ad allora l'amnesia aveva tenuto lontano.
L'Osservatore sembrava quasi stordito, sopraffatto dalla sofferenza.
- Xini. - Disse in un sussurro a malapena udibile. - È lei quella che è morta... -
Con un sospiro triste Spike gli passò un braccio intorno alle spalle, stringendolo in un abbraccio protettivo, mentre Giles scoppiava in lacrime aggrappandosi a lui.

Eudial si strinse addosso l'impermeabile e attese che smettesse di piovere riparandosi sotto il balcone di una casa. Aveva passato l'intera giornata e quelle precedenti a vagare per i boschi dell'Argentario, in cerca del posto in cui si riunivano i Lug, ma senza successo, la grotta segreta doveva essere stata protetta con un incantesimo potente. Lei aveva usato tutti i suoi poteri per riuscire a trovarla, aveva addirittura tentato di entrare in contatto mentale con gli animali selvatici per vedere il bosco con i loro occhi, ma la grotta era ben nascosta. Ora sapeva dove trovare abbastanza ghiande da nutrire un branco di cinghiali, ma di Xini non c'era la minima traccia. Aveva anche chiesto in giro se qualcuno avesse sentito parlare dei Lug, ma la cosa più simile ad essi che avesse trovato era stato un L.U.G., il gruppo locale degli utenti di Linux...
La pioggia non accennava a diminuire, anzi si stava alzando un vento freddo che la faceva rabbrividire nonostante l'impermeabile. Eudial rinunciò a cercare di ripararsi e si diresse verso l'albergo correndo sotto l'acqua battente.

Spike controllò per l'ennesima volta che Giles stesse bene e uscì dalla stanza dell'Osservatore richiudendosi la porta alle spalle. Non sapeva cosa fare. Dopo la prima esplosione di dolore incontrollabile, Giles sembrava sprofondato in una specie di stordimento apatico e passava ore steso sul letto, al buio, da solo senza volere nessuno intorno.
Il vampiro aveva chiamato il medico che aveva curato Giles in ospedale, ma aveva detto che era una reazione normale al dolore. Per il momento era meglio lasciarlo affrontare il trauma con le sue forze senza intervenire e vedere come avrebbe reagito. Se la situazione non fosse migliorata nei giorni successivi, allora avrebbero deciso cosa fare.
Spike non sapeva come comportarsi, temeva che l'Osservatore potesse farsi del male, ma per fortuna non sembrava avere quell'intenzione. In ogni caso, lui si accertava frequentemente che stesse bene, ma non era tranquillo. Aveva cercato di contattare Eudial per tutto il giorno, ma il cellulare della ragazza era irraggiungibile e lui non aveva il numero dell'albergo.

Eudial aprì lo zainetto per farlo asciugare. Il contenuto per fortuna non si era bagnato, ma il cellulare era spento, doveva essersi scaricata la batteria e lei aveva dimenticato di ricaricarla.
Lo attaccò al caricabatterie e lo accese. Non aveva fatto in tempo ad appoggiarlo sul comodino, che aveva iniziato a squillare e si affrettò a rispondere leggendo il numero di Tokyo sul display.
- Spike? -
Il vampiro sospirò di sollievo.
- Finalmente mi hai risposto! Dimmi che hai trovato Xini. -
- Purtroppo no... È successo qualcosa? Hai una voce strana. - Chiese, preoccupata.
- Gli è tornata la memoria. -
Eudial impiegò qualche secondo per assorbire la notizia.
- Eu? Ci sei ancora? -
- Si. Non mi aspettavo che succedesse così presto... Come sta? -
- Non bene. È molto abbattuto... -
- Posso... posso parlargli? -
- Si è addormentato qualche minuto fa, credo che sia meglio lasciarlo dormire finché ci riesce. È a pezzi, non so cosa fare per aiutarlo... -
Eudial sedette in terra, scoraggiata.
Le sue ricerche non avevano dato il minimo esito se non quello di farla assiderare nei boschi e ora Giles stava soffrendo e lei non era lì a sostenerlo.
- Spike, cerco di tornare il prima possibile. Non dirgli dove sono, lo faresti solo stare peggio. Stagli vicino, ti prego. -
Chiuse la chiamata e compose il numero del vecchio guardiano cercando di trattenere le lacrime, ma non appena sentì la voce familiare del vecchietto, scoppiò a piangere e gli raccontò tutto tra i singhiozzi.

Il guardiano sospirò, rattristato e cercò di calmarla un po'.
- Non piangere, ora. Da quello che mi hai detto, non credo che troverai i Lug da quelle parti. Purtroppo se non vogliono farsi trovare, è quasi impossibile individuarli e se avessero voluto lo avrebbero già fatto. Torna qui prima di tornare a Tokyo. Ho trovato un libro che parla di Xinuxunil e anche se non credo che possa aiutarti a trovarla, forse al tuo Osservatore farà piacere averlo. -
- Va bene, tornerò col primo treno, voglio tornare da Giles il prima possibile. -
- Ti verrò a prendere in stazione allora. -