5. Love Hurts

Spike cercò Eudial in giro per Tokyo senza trovarla. Era un po' preoccupato, per arrivare a colpire Giles la ragazza doveva essere davvero fuori di sè.
Scorse una ragazza con lunghi codini biondi e si affrettò a raggiungerla, facendola trasalire quando le arrivò alle spalle all'improvviso.
Usagi gli chiese se stesse cercando Eudial e gli indicò la strada da seguire per arrivare a casa di Hotaru.
Il vampiro si affrettò verso la villa dei Tomoe e sorrise leggermente nello scorgere Eudial, seduta sul davanzale della finestra di una delle camere del primo piano. Spike la chiamò e lei lo raggiunse in giardino con un salto abbracciandolo e scoppiando di nuovo in lacrime.
Spike le carezzò la schiena, aspettando che si calmasse e fu sorpreso quando la ragazza gli affondò i denti nel collo, bevendo il suo sangue con un'avidità inusuale.
Spike respinse il desiderio di addentarla a sua volta e la staccò da sè.
- Ehi, che ti prende? -
Eudial lo guardò ansimando leggermente e il vampiro aggrottò le ciglia, preoccupato dall'espressione della ragazza.
- Lasciami bere il tuo sangue, Spike. -
Il vampiro la tenne a distanza.
- Lo stai facendo per fare dispetto a Xinuxunil, vero? -
- Se lo merita. Deve pagare per quello che mi ha fatto! -
Tentò di avventarsi di nuovo su Spike, ma lui le bloccò le braccia e la allontanò da sè.
- Smettila! Adesso ti stai comportando come una pazza. -
- Tu non sai quello che mi ha fatto! -
- Ti sbagli. Ho visto come hai ridotto Rupert. Ho parlato con lui e mi ha raccontato tutto. -
- Ne ha avuto il coraggio? Strano, visto come si è comportato con me. -
- Era molto dispiaciuto per quello che è successo. Forse dovresti parlare con lui. -
- Cosa? Spike, lo stai difendendo?! Mi ha baciata e tu lo difendi? Sei impazzito anche tu?! -
- Ha baciato Xinuxunil, non te. -
- In ogni caso ormai non voglio più parlargli, avrebbe potuto farlo prima di ingannarmi, ormai è troppo tardi. -
- E cosa avrebbe dovuto dirti? "Eudial, sono perdutamente innamorato della dea azteca che vive nel tuo corpo e che tu detesti, posso baciarla?"? Che differenza avrebbe fatto? Glielo avresti mai permesso? -
- Certo che no! -
- E pensi che il tuo divieto avrebbe potuto tenere lontane due persone che si amano? Nemmeno tu avevi detto a Giles che ti incontravi con me, che bevevi il mio sangue e lasciavi che io bevessi il tuo. -
- Xinuxunil non è una persona! È solo una schifosa parassita che mi sta rovinando la vita! -
- Ho capito, tornerò quando sarai di nuovo in grado di ragionare. -
- Se pensi di tornare per difendere Giles, puoi anche farne a meno! -
Eudial rientrò in casa sbattendo la porta.
Spike scosse la testa, Eudial era decisamente furiosa. Sperò che col tempo la rabbia sbollisse e ripensasse a quello che le aveva detto, ma per il momento era inutile fare altri tentativi.
Si sentiva esausto. Era già notte fonda e lui doveva assolutamente nutrirsi. Inutile sperare nel sangue di Eudial per il momento, avrebbe dovuto cercare altrove. Da quando non aveva più il chip aveva ricominciato a nutrirsi di sangue umano, ma non uccideva le sue prede, limitandosi a bere un po' di sangue da vagabondi, teppisti e criminali. Il più delle volte le sue vittime non si accorgevano nemmeno di essere stati morsi da un vampiro.
Quando tornò a casa era quasi l'alba e Spike si precipitò in cantina e si addormentò profondamente senza accorgersi che Giles non era rientrato.

Emmessen lasciò scivolare lo sguardo sul corpo inerte dell'Osservatore e si leccò le labbra, pregustando le torture che gli avrebbe inflitto.
Per il momento non poteva ucciderlo, Birurugatesu era impegnato nel rituale per scatenare il potere del suo quarto generale sulla città e solo lui era in grado di capire se Xinuxunil era davvero incarnata in Giles. Ma nel frattempo lei aveva il dovere di mantenere il corpo di Giles in uno stato di debolezza che impedisse alla dea di risvegliarsi. La vampira aveva parecchie idee su come ottenere un tale risultato, e casualmente tutte implicavano molto dolore.
Si avvicinò all'Osservatore con un sorriso perfido: l'uomo era ancora svenuto, ma adesso era tempo di svegliarlo e di iniziare a divertirsi.

Eudial si svegliò tardi quella mattina. Hotaru era già uscita per andare a scuola e lei era sola in casa col professor Tomoe.
Si sentiva un po' a disagio a stare in compagnia dell'uomo, non poteva fare a meno di pensare al suo passato nei Death Busters e le sembrava strano che per lui ormai lei fosse solo un'amica della figlia, quasi un'estranea.
Si sentiva a pezzi, la rabbia feroce che l'aveva sostenuta il giorno prima era diminuita e ora si sentiva solo ferita, triste e depressa. Inoltre tenere continuamente bloccata Xinuxunil era faticoso e la dea continuava a cercare di parlarle, costringendola a un'ulteriore fatica per escluderla dalla sua mente. E nemmeno Spike era dalla sua parte, non si era aspettata un simile tradimento dal vampiro. Avrebbe dovuto essere il primo ad arrabbiarsi per quello che le aveva fatto Giles e invece lo difendeva...
La ragazza si trascinò in cucina, cercando di costringersi a mangiare qualcosa, e incontrò il professor Tomoe che stava preparando il caffè nel forno a microonde.
- Buongiorno. - Lo salutò.
- Buongiorno, Eudial. -
La ragazza sedette a tavola, prese una fetta di pane tostato e iniziò a spalmarla distrattamente di marmellata. Si fermò improvvisamente e sollevò la testa verso il professor Tomoe. C'era qualcosa di strano, ma non riusciva a capire cosa fosse, poi se ne rese conto: il professore l'aveva chiamata Eudial mentre Hotaru l'aveva presentata come Yuuko!
- Lei non ha perso la memoria. -
Tomoe la guardò sorpreso, poi annuì.
- Te ne sei accorta. In fondo sei sempre stata la più intelligente delle Witches 5. -
Eudial sospirò.
- Ultimamente non mi sento tanto intelligente. Perchè finge di non ricordare nulla? -
- Probabilmente è la cosa migliore per tutti. E forse è solo un modo per non affrontare il peso delle mie colpe. Se Hotaru crede che io non ricordi nulla sarà più serena lei e non mi farà domande dolorose per entrambi. -
- Domande del tipo "Perchè l'ha fatto? Perchè ha deciso di distruggere il mondo?"? -
Tomoe sorrise brevemente.
- Esatto. -
- Potrei fargliela io questa domanda. Perchè l'ha fatto? Si è lasciato possedere da quel demone e ha quasi condannato il suo stesso pianeta alla distruzione. Perchè? -
L'uomo riflettè un attimo e sedette a tavola anche lui.
- Hotaru sarebbe morta se non lo avessi fatto. -
- Ma sarebbe morta lo stesso con la distruzione del pianeta! -
- Sarebbe vissuta come Mistress 9, in lei forse sarebbe rimasto un pezzettino di Hotaru. Anche quello sarebbe stato meglio di saperla morta. -
- Ma avrebbe sofferto! Praticamente non sarebbe più stata lei! -
Tomoe le rivolse uno sguardo triste.
- Eudial, nulla è più tremendo di quello che può provare un padre che vede morire la propria figlia davanti ai suoi occhi senza poter fare nulla. Ero disposto a fare qualunque cosa in quel momento. Ero perfettamente consapevole di fare una cosa sbagliata in quel momento, ma non mi importava. -
Eudial rivide in un flash la disperazione di Giles quando lei si era sacrificata per evocare Xinuxunil, ma scacciò quelle immagini dalla mente.
- Però così sta ingannando Hotaru! Non pensa che lei preferirebbe sapere che le è tornata la memoria? -
- No, non lo penso. La farei soffrire inutilmente. Ormai non posso fare nulla per rimediare a quello che è successo in passato, meglio seppellirlo e ricominciare da zero. Sai, io preferirei non ricordare nulla sul serio, ma probabilmente è il prezzo da pagare per le mie scelte. -
Eudial rimase in silenzio, ripensando alle parole di Tomoe e a quelle di Spike. Forse il vampiro non aveva tutti i torti, anche se Giles le avesse detto di Xinuxunil, la situazione non sarebbe stata tanto diversa.
Tomoe la fissò intensamente.
- Sei molto cambiata, Eudial. Un tempo non facevi tante domande. -
- Forse perché pensavo solo alla mia missione, non mi importava di niente altro. Non avevo nulla al di fuori del mio lavoro, non mi importava di nessuno. Era tutto più semplice. -
- Amare può far male, vero? -
Eudial annuì. Eppure aveva scoperto di non poterne fare a meno.
Nonostante tutto voleva bene a Giles, se ne rese conto all'improvviso, e quello che era successo la faceva stare tanto male proprio per questo. Era ancora arrabbiata con lui, ma Giles le mancava.
Forse, si disse, tra qualche giorno avrebbe accettato di parlargli.