4. Prey

Giles avviò il motore del furgone con un sospiro. Non sapeva dove andare, ma non se la sentiva di restare a casa ad aspettare. Probabilmente Eudial non sarebbe tornata e al pensiero di passare la notte da solo nella casa vuota si sentiva soffocare dall'angoscia.
Guidò lentamente verso i quartieri più animati di Tokyo, ma non si accorse delle due ombre che seguivano il furgone in silenzio.

Usagi salutò Hotaru e Eudial e tornò a casa, lasciando da sole le due ragazze.
Eudial era seduta sul letto e la ragazza più giovane sedeva al suo fianco ascoltando in silenzio la storia di Xinuxunil. Hotaru era cambiata molto in cinque anni; Eudial la ricordava ancora come una ragazzina, mentre adesso era diventata una giovane donna.
- Capisci? È sempre lì, in agguato nella mia mente e mi fa impazzire. -
Hotaru annuì.
- Si, so cosa intendi. La Creatura del Silenzio mi faceva fare cose orribili senza che lo sapessi. Alla fine credevo di essere io una persona orribile. Almeno la dea che vive in te non vuole distruggere il mondo, è già qualcosa no? -
Eudial sorrise tristemente.
- Vero. Dovrei considerarmi fortunata. Però mi sento così male, Hotaru. Mi spezza il cuore pensare che Giles mi abbia ingannata. -
- Forse dovresti parlare ancora con lui... -
- Non voglio vederlo. -
Hotaru annuì, comprensiva.
- Se vuoi puoi restare qui. La casa è grande e ci sono molte stanze per gli ospiti. -

Emmessen scivolò lungo la strada, troppo rapida perché la pioggia la bagnasse e sorrise: la sua preda stava camminando ignara in quella strada piena di locali notturni e affollata di gente nonostante il maltempo.
Rupert Giles indossava un impermeabile scuro e sembrava completamente indifferente ai richiami dei divertimenti offerti da quel posto, aveva l'aria di essere lì solo per essere in mezzo ad altri esseri umani. Offis fremeva di impazienza, avrebbe voluto precipitarsi in mezzo alla strada, fare strage di mortali e poi catturare l'inglese, ma la vampira lo trattenne.
- Voglio divertirmi con quel bastardo. Dovrà pentirsi di ogni millimetro di pelle che mi ha scottato, alla fine supplicherà di essere squartato. -
- Non ti scordare che a noi interessa bloccare quella dea. -
- Certo, ma perché non farlo in modo divertente? Ora vai più avanti lungo quel vicolo, lo attirerò in trappola. -

Giles respinse con un gesto le offerte di una ragazzina con i capelli ossigenati e continuò a camminare, assorto nei suoi pensieri. La pioggia gli scivolava sul viso, ma non importava, anzi gli dava l'impressione che potesse aiutarlo a lavare via le sue colpe.
Sapeva di aver sbagliato, ma non riusciva a pentirsi del tutto di quello che era successo. Il suo amore per Xinuxunil era puro e di quello non poteva pentirsi. Nella sua mente la dea e Eudial erano persone completamente diverse, pur condividendo lo stesso corpo ed era Xini quella che aveva baciato. Era profondamente dispiaciuto per aver ferito la Cacciatrice, si sentiva in colpa per averle mentito, ma il sentimento che provava per Xinuxunil non aveva nulla di sbagliato.
Una mano si posò sulla sua spalla delicatamente e Giles si voltò, preparandosi a declinare un altro invito, ma quando si trovò a fissare il volto di Emmessen restò impietrito.
La vampira gli strinse la spalla.
- Vedo che ti ricordi ancora di me. -
Giles tentò di divincolarsi, ma la stretta di Emmessen era troppo forte.
- Cosa vuoi da me? Vendicarti? -
La vampira sorrise.
- Non solo. La sento. Sento in te la potenza di Xinuxunil. Ti torturerò, non dubitarne, piccolo, schifoso essere umano, lei perderà il corpo e non potrà più fare nulla contro il mio padrone! -
Giles la guardò terrorizzato, comprendendo all'istante il significato delle sue parole: Emmessen credeva che Xinuxunil si fosse incarnata in lui, forse perché sentiva qualche traccia del contatto mentale che lui aveva avuto con la dea.
- Che c'è, dea, non hai ancora abbastanza forze per affrontarci? - Chiese la vampira beffarda. - Ti nascondi in questo misero corpo umano? Tranquilla, ti stanerò io. -
La voce della vampira lo faceva tremare. Doveva fuggire. Se Emmessen lo avesse torturato, avrebbe capito che Xini non era nel suo corpo e sarebbe andata a cercare Eudial per ucciderla.
Cercò di allentare la presa della vampira sulla sua spalla, ma le dita che lo stringevano sembravano di marmo. Erano anche gelide come il marmo e affondavano nella sua carne dolorosamente, lacerandogli la pelle.
I passanti continuavano a passare intorno a loro senza accorgersi di nulla e Giles non osava chiedere loro aiuto, Emmessen li avrebbe uccisi con un gesto. Scorse una ragazzina vestita di pelle nera e pizzo, adornata di vari ciondoli di bigiotteria e truccata pesantemente che veniva verso di loro. Quando passò al suo fianco, Giles allungò un braccio in un gesto rapido, le strappò dal collo un pendente a forma di croce e lo lanciò in faccia a Emmessen. La vampira arretrò, proteggendosi il volto con le mani e Giles sfuggì alla sua presa, correndo via in mezzo alla gente.
Emmessen gridò rabbiosamente un ordine a Offis e si lanciò all'inseguimento. La vampira si leccò il sangue di Giles dalle dita, poi si mosse velocemente nella direzione in cui era fuggito.

Giles corse il più velocemente possibile, non doveva assolutamente farsi catturare. Scartò la possibilità di nascondersi in qualche locale notturno, la vampira avrebbe ucciso tutti finché non fosse arrivata a lui. Sapeva di non avere molto vantaggio e che Emmessen aveva molta più resistenza di lui, doveva cercare di ingannarla in qualche modo.
Corse lungo un passaggio pedonale che passava al di sopra di una strada trafficata: se fosse riuscito a raggiungere il furgone avrebbe avuto una possibilità in più.
Si guardò alle spalle, scorgendo la figura della vampira che lo inseguiva, ma quando tornò a guardare avanti si fermò di colpo: un demone gli bloccava la strada.
Si guardò intorno ansimando in cerca di una via di fuga, ma l'unica alternativa era quella di saltare dal ponte.
Emmessen si avvicinava lentamente, gustandosi il terrore che vedeva negli occhi della sua preda.
Giles cercò di riflettere. Lo scintillio nello sguardo della vampira era inquietante e gli faceva presagire una morte lenta e dolorosa. Inoltre se lo avessero preso vivo avrebbero capito che Xinuxunil non era nel suo corpo e avrebbero ucciso Eudial. Giles guardò la strada sotto di lui: gli sembrava lontanissima. Probabilmente si sarebbe ammazzato, ma una morte rapida era decisamente da preferire a quella che gli aveva promesso Emmessen. Prima che potessero bloccarlo, Giles saltò dal ponte.
Emmessen corse verso il punto dove fino a poco prima si trovava l'Osservatore e imprecò, colpendo Offis.
- Maledizione! Te lo sei lasciato sfuggire, maledetto idiota! Sbrigati, andiamo a cercarlo! -

La caduta sembrò durare in eterno, poi Giles colpì dolorosamente l'asfalto, rotolando in terra. Sentì lo stridio dei freni di un'auto e quando aprì gli occhi la vide ferma a pochi centimetri dal suo volto. Era ancora vivo, non riusciva a crederci. Sentiva dolore in tutto il corpo, ma probabilmente non aveva nulla di rotto, doveva essere un miracolo. In ogni caso non aveva tempo di pensarci, la vampira e il demone lo avrebbero inseguito subito. Si rialzò a fatica e corse via sotto gli occhi degli automobilisti allibiti.
Ora era molto vicino al punto in cui aveva parcheggiato il furgone e si costrinse a correre più velocemente anche se si sentiva trafiggere da fitte di dolore e il cuore sembrava scoppiargli.
Raggiunse il veicolo e lo mise in moto partendo a tutta velocità.
Doveva trovare le senshi o Spike, oppure morire prima di essere catturato.
Si frugò freneticamente in tasca in cerca del cellulare, ma doveva averlo perso nella caduta.
Guardò nello specchietto retrovisore e vide il demone e la vampira che lo inseguivano, vicinissimi.
Ma se riuscivano a stare dietro al furgone, prima lo avevano lasciato fuggire di proposito! Quella vampira stava giocando con lui come una gatta col topo.
Giles si rese conto che non sarebbe riuscito a sfuggire al demone e a Emmessen.
Premette sull'acceleratore in un gesto disperato, deciso a lanciare il furgone contro il guardrail che separava la strada dal precipizio sul mare.
Mentre stava per colpire la fragile barriera metallica, il furgone si bloccò di colpo, come trattenuto da un muro invisibile. Giles restò senza fiato per lo strattone della cintura di sicurezza, poi se ne liberò, tentando di raggiungere le armi nel retro del furgone.
Emmessen strappò via lo sportello e raggiunse Giles in pochi istanti, gettandolo a terra con un colpo alla schiena. L'Osservatore si girò, tentando di lottare, ma la vampira lo sollevò di peso e lo sbattè violentemente contro la parete del furgone.
- Ma bravo, credevi davvero di poter scappare? Povero illuso, non ti permetterò di sfuggire alla mia vendetta. Riavrai tutta la sofferenza che mi hai provocato moltiplicata all'infinito. Quando avrò finito con te accoglierai la morte come una benedizione. -
Lo colpì nuovamente con forza, facendogli sbattere la testa contro la lamiera e Giles perse i sensi. La vampira sorrise e si pulì le mani con un fazzoletto, poi fece cenno a Offis di raccogliere il corpo svenuto dell'Osservatore ed uscì dal furgone tranquillamente.