2. It Won't Last Forever

Eudial scorse la testa bionda del vampiro in mezzo agli altri passeggeri e si precipitò ad abbracciarlo.
- Mi sei mancato, Spike! -
- Anche tu, Cacciatrice. Allora, hai dato la lezione che volevi a quella specie di dea isterica? -
Eudial annuì.
- Sai, credo di aver trovato il modo di tenerla a bada. Costringerla a restare nel mio corpo non è stato facile, ma mi ha fatto capire come posso escluderla dai miei pensieri e riprendermi il controllo del corpo quando voglio. -
Spike sorrise malizioso.
- Significa che posso morderti senza che lei lo sappia? -
- Si. Solo che non credo di poterla tenere lontana molto a lungo. Per ora mi è molto faticoso bloccarle la mia mente. -
Spike le baciò il collo.
- Vuol dire che faremo in fretta. -
Eudial chiuse gli occhi assaporando il tocco delle labbra del vampiro sulla sua pelle, poi Spike si staccò da lei con riluttanza.
- Più tardi. - Disse. - Non posso morderti in mezzo all'aeroporto, non trovi? -
- No? - Scherzò lei. - Com'è andata a Sunnydale? -
- Tutto a posto. Ho chiuso la cripta dove vivevo e ho recuperato la mia roba. Ah, ho anche delle lettere da Willow e Xander per Giles. -
Eudial sospirò.
- Sono preoccupata per lui. Temo che Xinuxunil lo stia trattando male. -
- Quella dea è pazza. Il giorno della tempesta lo ha torturato, hai visto le ferite che aveva, no? -
- È così strano e agitato in questi giorni... Penso che non voglia dirmi nulla perché Xinuxunil ci servirà in combattimento, ma deve essere molto stressato. Lui dice che va tutto bene, ma vorrei almeno poter essere certa che lei non gli faccia del male. Se si tratta solo di sopportare la sua arroganza per qualche tempo posso anche accettarlo, ma se lei lo ferisce... non potrei tollerarlo. -
- Non puoi scoprire in qualche modo quello che fa? -
- Ma certo! La prossima volta che lei prenderà il controllo lo scoprirò! Attenderò per qualche tempo, poi mi riprenderò il corpo e potrò vedere cosa sta facendo! Se starà facendo male a Giles, lo saprò! -

Birurugatesu estese il suo corpo formato dall'energia oscura per avvolgere i suoi sottoposti.
Emmessen e Offis si abbandonarono a quel tocco lascivo e carico di malignità mentre assorbivano le informazioni che la mente del demone trasmetteva loro. Birurugatesu stava diventando sempre più potente e presto sarebbe giunto il momento di uscire alla luce del sole e portare le tenebre eterne sul pianeta, ma per il momento c'era un problema. Qualche giorno prima, il demone aveva potuto percepire la breve esplosione di un potere antico e opposto al suo e ora temeva che si trattasse della sua più feroce rivale, giunta per impedire la sua ascesa.
Se era lei e se non aveva ancora attaccato, poteva significare una sola cosa: si era incarnata in un corpo umano e non ne era ancora abbastanza padrona per poter usare tutti i suoi poteri. Era l'unico momento in cui Xinuxunil era vulnerabile al potere di Birurugatesu.
Offis ed Emmessen avrebbero avuto il compito di farla uscire allo scoperto e uccidere il corpo in cui si era incarnata oppure costringerla ad attaccare prima del tempo. Una volta distrutto il corpo ospite, Xinuxunil non avrebbe potuto fare nulla contro di lui.

Giles smise di suonare e le note della chitarra vibrarono per qualche secondo nell'aria prima di spegnersi dolcemente. L'Osservatore depose lo strumento sull'erba accanto a sè e Xinuxunil si stese sul prato appoggiando la testa alle sue gambe.
- Mi piace il suono che ha la tua voce quando canti, Ripper. -
Giles sorrise e le passò una mano fra i capelli rossi.
- Canterò per te ogni volta che lo vorrai, Xini. -
- Nessuno si è mai preoccupato di quello che voglio. Sei l'unico che lo abbia mai fatto in migliaia di anni. È bella questa sensazione, sapere che c'è qualcuno che si interessa a te senza volere nulla in cambio. Ed è bello stare qui al sole, sul prato accanto a te e sentirti cantare. Mi fa sentire in pace. -
Giles si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero e osservò i disegni di luce che le foglie creavano sul volto della ragazza. Il corpo era quello di Eudial, ma le espressioni e i movimenti della dea erano tanto diversi da quelli della ragazza che Giles aveva l'impressione di vedere due persone diverse anche se tanto simili, come avrebbero potuto essere due sorelle.
- Hai ragione, si sta bene. Non mi sentivo così felice da tanto tempo. Ne ho quasi paura. -
Xinuxunil si sollevò appoggiandosi su gomito per guardarlo.
- Paura? Perchè? -
Giles sospirò.
- Non può durare per sempre. Prima o poi finirà. E temo il momento in cui accadrà. -
- Io sono eterna, Ripper, non so nemmeno se posso morire in qualche modo, mi sembra così strano questo limite di voi umani. Perchè le cose finiscono? -
- Vorrei saperlo. Ma non pensiamoci ora, non roviniamo questo momento pensando al futuro, fingiamo che sia eterno. -
Xinuxunil si avvicinò a lui per baciarlo, ma Giles la fermò con dolcezza.
- Non possiamo, Xini. -
- Credevo che ti piacesse baciarmi. -
- Mi piace tantissimo e vorrei farlo. Ma è il corpo di Eudial. Non possiamo farle questo. -
- Perchè no? Io non ho un corpo, come potrei baciarti se non usando il suo? -
- È sbagliato. Non posso sfruttarla a sua insaputa. Se lo scoprisse soffrirebbe tantissimo. -
Xini gli mise un dito sulle labbra per interromperlo.
- So che anche tu lo desideri, Ripper. E io i desideri li esaudisco. - Sussurrò un attimo prima di baciarlo.
Giles tentò di resistere per qualche secondo, poi si arrese al bacio della dea e la strinse a sè con passione, ricambiandolo.
Sapeva che era sbagliato, ne era perfettamente consapevole, eppure non era in grado di sottrarsi a quel sentimento travolgente, in quel momento esisteva solo Xini e il resto non contava.
La sentì irrigidirsi fra le sue braccia e un secondo dopo lei lo spinse lontano da sè facendolo sbattere contro il tronco dell'albero.
Eudial si allontanò da lui di scatto e lo fissò costernata.
- Giles? Cosa... cosa stai facendo? -
L'Osservatore la guardò senza riuscire a parlare. In un solo istante era passato dalla felicità più assoluta alla disperazione e al panico più totale.
Il viso di Eudial passò dall'incredulità iniziale alla comprensione e poi alla rabbia.
- Stai usando il mio corpo per baciare quella... quella... -
Giles si alzò in piedi e si avvicinò a lei prendendola per un polso.
- Eudial... no, ascolta.... -
La ragazza tirò indietro il braccio di scatto liberandosi dalla mano di Giles e lo colpì con uno schiaffo.
Giles arretrò di un passo, ferito più dallo sguardo negli occhi di Eudial che dal dolore che gli faceva bruciare la guancia.
- Non ti credevo capace di un'azione del genere, Giles. Avevo fiducia in te, ti avrei affidato la mia vita senza timore e tu invece mi hai sfruttata, hai abusato del mio corpo e mi hai mentito. Credevo che mi volessi bene. -
L'Osservatore sentì una fitta al cuore nel vedere le lacrime sul volto della ragazza e avrebbe solo voluto prenderla fra le braccia, consolarla e chiederle perdono, avrebbe voluto poter fermare quel pianto che lui stesso aveva provocato.
- Certo che te ne voglio, Eudial! - Disse con foga avvicinandosi a lei. - Ti prego, ascoltami... -
- Zitto! - Gridò Eudial, colpendolo di nuovo al volto. - Non voglio sentire altre bugie! Eri sotto l'influsso di qualche altro fantasma quando mi hai baciata?! Eri posseduto?! Sei stato costretto a farlo da qualcuno?! Eh?! Rispondi! Eri impazzito?! -
Giles non tentò nemmeno di sottrarsi ai colpi della ragazza e abbassò lo sguardo a terra.
- No. Non ero posseduto. -
Eudial lo spinse via, facendolo sbattere nuovamente contro il tronco dell'albero e si asciugò le lacrime con un gesto rabbioso.
- Allora non voglio sentire altre scuse. Tu mi hai baciata a mia insaputa esclusivamente per il tuo piacere. Questo è quello che è successo e qualunque cosa tu dica non potrà cambiare le cose. Hai tradito la mia fiducia, Giles, mi hai delusa e mi hai ferita. -
- Eudial... -
Giles la chiamò debolmente, ma la ragazza gli voltò le spalle.
- Non avvicinarti più a me! Non voglio più vederti. -
L'Osservatore chiuse gli occhi per non vederla andare via. Sentiva il sangue colargli dai graffi sul viso, ma non gli importava, aveva voglia di piangere, ma non poteva. Le parole di Eudial lo facevano stare male, ma questa volta lei aveva perfettamente ragione, si era meritato ogni singola sillaba di esse.