23. Ripping My Soul

Eudial si stiracchiò. Il lungo sonno l'aveva rilassata e il raffreddore era passato completamente, si sentiva in forma perfetta.
Sperò che a Xinuxunil la lezione fosse servita e che le avesse insegnato ad essere meno arrogante. Lei, invece si sentiva più sicura di se stessa dopo aver trovato un modo per non essere completamente in balia dei capricci della dea.
Si vestì canticchiando e scelse una minigonna e una maglietta di cotone che sicuramente non sarebbero piaciute a Xinuxunil, poi legò i capelli in tre codini, la dea preferiva tenerli sciolti, e scese al piano di sotto.
Spike non era nei paraggi, probabilmente dormiva in cantina, ma Giles era in cucina e stava preparando la colazione.
Eudial sorrise e si avvicinò all'Osservatore in silenzio, poi lo abbracciò da dietro all'improvviso, facendolo sussultare per la sorpresa.
- Ciao! Ti sono mancata? -
Giles la guardò sorpreso per un attimo, poi sorrise.
- Eudial, alla fine sei tornata a riprenderti il corpo! -
- Per il momento può bastare, credo che adesso Xinuxunil abbia capito che non sono disposta a lasciarmi usare tanto facilmente. -
- Ne sono certo. -
Eudial sorrise maliziosa.
- Si è arrabbiata molto, vero? Scommetto che non ha fatto altro che gridare. Povero Giles, sono stata cattiva a lasciarti in balia di quella pazza scatenata, vero? -
- Ma tu sei una Cacciatrice spietata, no? - Scherzò Giles, preferendo non rivelare che alla fine Xinuxunil si era lamentata soltanto il primo giorno. Per il resto del tempo si era mostrata interessata al modo di vivere degli esseri umani e aveva parlato a lungo con lui, facendogli mille domande.
L'Osservatore doveva ammettere che in fondo si era divertito a parlare con la dea, ma considerando l'animosità di Eudial nei confronti di Xinuxunil, era meglio che la Cacciatrice non lo sapesse.
Eudial ridacchiò.
- Dov'è Spike? -
- Ha approfittato della tua assenza per tornare a Sunnydale per qualche giorno, ha detto che aveva delle cose da prendere e alcune faccende in sospeso da sistemare. Dovrebbe tornare questa notte, forse la prossima. -
Eudial annuì, leggermente delusa.
- E i demoni? Hanno attaccato mentre non c'ero? -
- No. È strano, non si sono mossi a parte qualche debole aggressione, ma la situazione sembra essersi calmata di colpo. Temo che stiano tramando qualcosa di grave. Sto cercando di scoprirlo, ma dai libri che parlano di Birurugatesu non risulta niente. Forse dobbiamo solo aspettare e tenerci pronti. -
- Bene. Io sono sempre pronta, lo sai, no? Che ne dici di andare da qualche parte oggi? In tutto questo tempo non ho fatto altro che dormire, ho voglia di divertirmi un po'. -
- Va bene. Ma prima c'è qualcosa che dobbiamo fare. In questi giorni non ho avuto tempo, ho preferito tenere d'occhio Xinuxunil, ma ormai ho rimandato troppo a lungo. -
Eudial lo guardò incuriosita e Giles la condusse dietro casa. La ragazza rimase senza parole per lo stupore.
- Ma Giles, quella è l'auto di Haruka! Che ci fa qui?! Sanno che siamo tornati a Tokyo? -
L'Osservatore sorrise imbarazzato.
- Uh... no. Solo Usagi e Mamoru ne sono al corrente. L'auto... beh... io e Spike non sapevamo come venirti a cercare durante la tempesta. -
- L'avete rubata?! -
- Non... non proprio. Dovevo restituirla prima, ma non potevo lasciare sola Xinuxunil. -
- Non ci credo, un Osservatore serio come te che va in giro a rubare auto... Ma perché proprio quella di Haruka? Se scopre che la sua macchina è qui come minimo ci ammazza. -
- È stato Spike a prenderla. Ora dobbiamo trovare un modo per restituirla senza che ci scoprano. -
Giles accese il motore e si diresse verso la zona di Tokyo dove abitavano Haruka e Michiru.
- La abbandoniamo in qualche strada lì vicino e poi lasciamo detto dove si trova? - Chiese Eudial.
Giles annuì.
- Sembra un buon piano. -

Michiru sorseggiò lentamente la sua tazza di the, lanciando di tanto in tanto uno sguardo alla sua compagna, che sedeva imbronciata di fronte a lei mangiando un gelato. Da quando qualcuno aveva rubato la sua auto, Haruka era di pessimo umore. Ultimamente era stata parecchio sfortunata con la macchina: prima era stata tamponata e rovinata più volte da Eudial e i suoi amici, e ora che quei tre erano finalmente lontani, qualche ladro gliela aveva portata via.
Improvvisamente Haruka balzò in piedi, fissando qualcosa fuori dalla vetrina del bar, poi si precipitò verso la porta.
Michiru la chiamò e Haruka si fermò per pochi secondi sulla soglia indicando un'auto gialla che si stava allontanando lungo la strada.
- Quella è la mia macchina! - Gridò, poi corse in strada a prendere la moto.
Michiru sospirò e pagò il conto del bar.

Giles guidava sicuro in cerca del posto adatto dove lasciare l'auto, non voleva rischiare che qualcuno la rubasse sul serio e poi voleva lasciarla vicino a una stazione della metropolitana in modo che lui e Eudial potessero spostarsi facilmente.
La ragazza al suo fianco si lasciò sfuggire un gemito di disappunto.
- Che succede? - Le chiese Giles.
- Questi vestiti. Sono certa che Eudial li ha messi per farmi un dispetto. -
- Ah, Xini. Sei tu. -
La dea lo guardò sospettosa.
Xini? La dea sapeva che Spike aveva inventato quel nomignolo apposta per irritarla, ma Giles non sembrava averlo usato per prenderla in giro.
E in effetti sentirsi chiamare in quel modo dall'Osservatore non le dava poi tanto fastidio.
- Hai indovinato, Ripper. -
Giles frenò bruscamente.
- Cosa hai detto? -
Xinuxunil sorrise.
- Mi hai chiamato con un soprannome, e io ho fatto lo stesso. Gli umani non fanno così? -
- Si, ma come... -
- Un tempo ti chiamavano Ripper, no? -
- Lo hai letto nella mia mente? -
Xinuxunil annuì.
- Da quello che ho visto finora in tv, chiamarti solo "umano" anche ora che siamo diventati amici non sarebbe gentile, vero? Ma non voglio nemmeno chiamarti con lo stesso nome che usano il vampiro e la Cacciatrice, non li sopporto quei due. E lui ti chiama Rupert, mentre lei ti chiama Giles. Ripper è carino come nome. Ti sei offeso perché ti ho chiamato così?-
L'Osservatore la guardò un po' sconcertato.
- No, certo che no... È solo che erano anni che nessuno mi chiamava in quel modo... Mi sono stupito nel risentirlo ora. -
- Ti dà fastidio che ti abbia letto nella mente però. -
- È una cosa che fa sentire indifesi. -
- E agli umani fa paura rendersi conto della loro debolezza, vero? -
- Già. -
- Non l'ho fatto ora. Ho letto nella tua mente solo una volta, quando ero arrabbiata con te e ti ho ferito. Adesso ho solo cercato nei ricordi che mi sono rimasti da allora. Quando l'ho fatto volevo solo ferirti, ma ultimamente ho esaminato quei ricordi per cercare di capire gli esseri umani. È li che ho trovato "Ripper". -

Giles sorrise imbarazzato e stava per riavviare la macchina, quando una moto gli tagliò la strada, fermandosi esattamente davanti all'auto.
L'Osservatore trasalì nel riconoscere la ragazza che si era appena tolta il casco e che si stava avviando minacciosamente verso di loro.
Si chinò verso Xini.
- Lascia il controllo a Eudial. - Le sussurrò in fretta.
- Non ci penso nemmeno. È un nemico? -
- No! È la proprietaria dell'auto e ha tutte le ragioni per essere arrabbiata. Xini, non fare nulla. Ti prego, qualunque cosa succeda non reagire in nessun modo. -
Haruka aprì lo sportello con uno strattone e trascinò Giles fuori dall'auto afferrandolo per un braccio.
- Avrei dovuto immaginarlo che era tutta opera vostra! Prima i talismani, ora la mia auto, cosa altro ruberete adesso? -
Xinuxunil scese dall'auto e fece per avvicinarsi, ma Giles le fece cenno di fermarsi, poi si rivolse ad Haruka.
- Per i talismani avevamo ragione, ormai ve ne sarete rese conto anche voi. I mostri diventano sempre più forti, scommetto che ora sono l'unico mezzo che avete per sconfiggerli. -
La senshi gli diede uno scossone.
- Smettila di mentire! Sull'auto non hai nessuna scusa, oppure dovevi combattere i mostri anche con quella? -
- Quello è stato un errore. -
- Gli stai facendo male! - Gridò Xinuxunil. - Smettila! -
Haruka spinse da parte Giles e si avvicinò alla ragazza.
- Strega, sei tu la causa di tutto. Sei un essere malvagio e dovrai pagare per questo. -
La dea la guardò, iniziando ad irritarsi.
- Xini, no. - Le sussurrò Giles, con un tono spaventato e cercò di mettersi fra le due ragazze, ma Haruka lo colpì gettandolo a terra.
- Non cercare di proteggerla! Ormai si è spinta troppo in là. -
- Sciocca, - disse Giles fra sè mentre si rialzava - non capisce che è lei quella che sto cercando di proteggere? -
Haruka si trasformò in Sailor Uranus e lanciò il suo attacco verso Xinuxunil, e la dea si lasciò investire dalla sfera di energia senza battere ciglio, i suoi occhi che brillavano di rabbia gelida.
Giles poteva quasi percepire l'enorme potere che si stava accumulando intorno alla dea e intuì quello che stava per succedere: con uno scatto si gettò davanti ad Haruka, spingendola da parte . L'attacco della dea lo investì in pieno.
Il dolore invase ogni fibra del suo corpo finché raggiunse un'intensità tale da perdere significato, poi l'attacco si interruppe di colpo e l'Osservatore cadde a terra ai piedi di Haruka.
La senshi spostò lo sguardo inorridito dal corpo straziato di Giles alla ragazza di fronte a lei e arretrò, spaventata da lei come non era mai successo da quando aveva conosciuto Eudial.
- Mio Dio, lo hai ammazzato! -

Xinuxunil scosse la testa come se non si rendesse del tutto conto di quello che era successo.
Perchè Ripper si era messo in mezzo? Quella donna l'aveva attaccata, meritava di essere punita e allora perché lui l'aveva protetta?
La dea si avvicinò all'Osservatore e Haruka arretrò come se temesse un nuovo attacco, ma Xinuxunil la ignorò, inginocchiandosi accanto a Giles.
C'era ancora una debole traccia di vita in quel corpo, ma presto si sarebbe estinta. Passò una mano sul viso di lui e la ritrasse piena di sangue.
Non riusciva a capire. Nei millenni della sua esistenza aveva tolto la vita a molti esseri umani, ma non aveva mai provato la strana sensazione che sentiva ora, quella strana oppressione al petto che le dava l'impressione di avere un vuoto nella sua anima. Gli esseri umani erano miliardi, ma Xinuxunil si rese conto che se quell'umano in particolare fosse morto, lei non ne avrebbe mai trovato un altro identico a lui, uno che potesse sostituirlo e ne avrebbe sentito la mancanza.
Era questo quello che sentivano gli esseri umani quando perdevano qualcuno? Era questo il sentimento che aveva fatto rivivere a Ripper quando era entrata nella sua mente?
Non era una bella sensazione e Xinuxunil si rese conto che una lacrima era sfuggita dalle ciglia del corpo di Eudial.
La gocciolina cadde sul viso di Giles mescolandosi al sangue e Xinuxunil sentì che doveva fare assolutamente qualcosa per impedire che l'uomo morisse. Strinse quel corpo martoriato fra le braccia, avvolgendolo nella sua luce ed annullando il suo dolore mentre rimediava alle ferite che gli aveva inferto.

Giles era avvolto da quella luce calda che sembrava averlo strappato da quella sofferenza atroce che gli aveva lacerato le membra e si chiese se fosse davvero morto questa volta. Una presenza, nella sua mente e tutto intorno a lui, gli disse che non lo era e Giles capì che era Xinuxunil ad aver parlato e che sempre lei era la luce che lo avvolgeva e lo proteggeva, che quello che vedeva era quello che si avvicinava di più alla vera essenza della dea.
La mente di Xinuxunil era completamente penetrata nella sua, come acqua che scorre fra la sabbia, ma questa volta la sensazione non era sgradevole, era un'unione totale, completa e travolgente che gli permetteva di conoscere l'anima della dea, rendendolo parte di essa.
Il tempo non aveva significato in quella dimensione e Giles aveva l'impressione di conoscere la dea da secoli e di essere stato in contatto con la sua mente per mesi, perciò fu sorpreso di trovarsi nuovamente nel suo corpo, tra le braccia di Xinuxunil con Sailor Uranus che li guardava attonita.
Il volto della dea era bagnato di lacrime e lui la guardò confuso.
Aveva condiviso l'essenza della dea e ora che era di nuovo solo con i suoi pensieri si sentiva come se gli avessero strappato qualcosa. Sentì il gelo che gli assaliva il cuore, quella solitudine strisciante che gli mordeva l'anima, poi Xinuxunil gli sfiorò il viso con una mano e Giles si accorse che il ghiaccio si stava sciogliendo.
La dea aveva un'espressione che non le aveva mai visto, quasi incerta, come se non sapesse come comportarsi.
- Non credevo che un essere umano potesse soffrire tanto. - Disse con voce triste e Giles capì che Xinuxunil non si riferiva al dolore fisico. - Pensare alla tua morte faceva male, come se l'anima si strappasse. È questo quello che provate voi umani? È questo quello che chiamate dolore? -
- Si. È questo. -
La dea chinò la testa.
- Quanto devo averne provocato senza neanche immaginarlo... È orribile. Avevi ragione a chiamarmi dea crudele. Sono un essere malvagio. -
Giles le scostò delicatamente una ciocca di capelli dal viso.
- Non lo sei, Xini. È facile essere crudeli quando non ci si rende conto del male che si provoca. Ma un essere malvagio è quello che provoca dolore coscientemente. E tu non lo sei. Conosco la tua anima, Xini, ho l'impressione di conoscerla da sempre. E mi piace, Xini, mi piace tantissimo. -
La dea lo guardò, esitante e fu sorpresa della reazione del suo corpo nel vedere il calore negli occhi dell'Osservatore.
Giles la vide arrossire e si rese conto all'improvviso del significato di quel calore che anche lui sentiva divampare in sè.
- Devo essere impazzito. - Disse e Xinuxunil alzò la testa interrogandolo con lo sguardo.
- Xini, puoi leggere la mia mente, vero? - Le chiese con dolcezza.
- Si. -
- Fallo. Devi sapere quello che provo. -
Giles chiuse gli occhi nel sentire il tocco delicato della mente della dea che sfiorava la sua.
- Lo sento. - Disse Xinuxunil staccandosi da lui. - Temi quello che potrò dirti, ma allo stesso tempo desideri avere una risposta. È così? -
Giles annuì, non fidandosi della sua voce. La tensione lo faceva tremare e si sentiva bruciare.
La dea si chinò in avanti e posò le sue labbra su quelle di Giles in un bacio dolce.
- Ripper, - disse in un sussurro - è questa la mia risposta. -