10. Flying on Water Wings

Eudial salì agilmente a bordo del motoscafo e Giles le passò il borsone prima di seguirla.
Il proprietario della barca li guardò incuriosito.
- Vi siete portati mezza casa lì dentro? Andiamo solo a fare un giro in barca, staremo fuori solo qualche ora. -
- Stiamo svolgendo alcune ricerche storiche sulle coste italiane. Abbiamo intenzione di esplorare alcuni punti della costa, quella è la nostra attrezzatura. -
- Abbiamo? - Intervenne Eudial. - Io penserò a esplorare, fotografare e cose del genere, tu invece devi solo rilassarti e riposare. Ordini del medico e stai certo che ti costringerò a rispettarli! -
- Ha avuto un incidente? - Chiese il proprietario della barca avviando il motore.
- Una cosa del genere. Ora sto bene, ma Eudial non ne è del tutto convinta. -
La ragazza gli sorrise e sedette a prua mentre il motoscafo usciva dal porto.
La barca scivolò leggera tra le onde e lei chiuse gli occhi godendosi il sole che le baciava il viso e la leggera brezza che le scompigliava i capelli. Peccato che Spike non potesse andare con loro! Si sentì dispiaciuta per il vampiro e si ripromise di organizzare un?uscita notturna con la barca.
Osservò Giles mentre parlava col proprietario della barca, un uomo sulla cinquantina che si era pre­sentato come Emilio, e fu felice di vederlo sereno. Dopo l?incontro con i fantasmi Eudial aveva seria­mente temuto che non lo avrebbe mai più visto sorridere. Quando lo aveva ritrovato ferito e soffe­rente, aveva creduto che si sarebbe lasciato morire, che non avrebbe retto al dolore. Allora si era sentita così inutile per non aver potuto far nulla per aiutarlo, aveva potuto solo restare nell?ombra e pregare che trovasse la forza di perdonarsi per il male che le aveva fatto.
Ora invece stava bene: la frattura al polso si era saldata quasi completamente e i segni delle percosse dei teppisti che lo avevano rapinato si erano scoloriti fino a scomparire completamente. Era solo un po? magro e ogni tanto gli passava negli occhi un?espressione sofferente che lo faceva apparire sperduto e fragile. In quei momenti Eudial sentiva di volergli bene con tutto il cuore, come forse non ne aveva mai voluto a nessuno in vita sua.
Di sicuro nessuno si era mai preoccupato per lei come faceva Giles. Aveva pochi ricordi dei suoi ge­nitori e della sua famiglia: sin da piccola era stata addestrata per partecipare all?attacco della Terra e aveva dovuto lottare per conquistarsi il suo posto tra le Witches 5. Le sue colleghe non erano mai state sue amiche, ma solo rivali disposte a tutto pur di metterla in ombra e conquistare la gloria per loro stesse. Lottando contro le senshi non era stata felice, ma era troppo presa dalla ricerca dei tali­smani per farci caso. Ora però era contenta che Giles l?avesse trovata e liberata dal cristallo che le aveva salvato la vita, non si era mai sentita tanto protetta e amata in vita sua.
E poi c?era Spike. Il vampiro era scontroso, crudele e inaffidabile, ma lei si sentiva fortemente legata anche a lui.
Spike aveva il potere di farla sentire viva e appassionata. Il modo in cui la guardava, la passione con cui la mordeva sul collo, persino gli insulti che si scambiavano, la faceva vibrare di un?eccitazione strana, simile a quella che provava lottando contro un nemico particolarmente forte.
E poi solo lui poteva capire il piacere che la rapiva quando lo mordeva sul collo, assaporando il gu­sto del suo sangue, quel torpore gradevole che la rendeva una cosa unica con lui e che faceva battere il suo cuore all?unisono con quello del vampiro.
Con Giles preferiva evitare il discorso, l?Osservatore non era mai riuscito ad accettare completa­mente quel cambiamento che era avvenuto in lei quando Mikorsot l?aveva morsa. Si fidava di lei, ma, quando accennava a quello, lei vedeva la preoccupazione nel suo sguardo e si rendeva conto che era spaventato. Temeva di perderla, aveva il terrore che la natura di vampiro che era entrata in lei col sangue di Mikorsot potesse avere il sopravvento sulla sua umanità.
Con Spike poteva dare libero sfogo a quegli istinti sepolti nella sua anima che per primi l?avevano spinta a diventare una Cacciatrice, quel feroce bisogno di combattere e sfidare il pericolo che ogni tanto si faceva sentire prepotentemente.
Per il momento però era contenta di rilassarsi.

Giles guardò Eudial e sentì quella stretta al cuore a metà tra felicità e dolore che ultimamente lo assa­liva quando era con lei.
Tutto quello che avevano passato non era riuscito a dividerli, ma aveva rafforzato sempre di più il le­game che c?era fra loro e Giles sapeva di amare Eudial come se fosse stata davvero sua figlia. E come un padre soffriva nel vederla affrontare i pericoli che il lavoro di Cacciatrice comportava inevi­tabilmente.
Avrebbe voluto poter affrontare i demoni al suo posto, ma non era abbastanza forte per farlo e inoltre non era quello che Eudial avrebbe voluto. La ragazza amava combattere e sconfiggere vampi­ri e mostri vari, e lui poteva vederlo chiaramente ogni notte, quando tornava stanca ma animata dalla ronda. A volte Giles si era trovato a invidiare Spike perché il vampiro era in grado di capire e condi­videre quei momenti con lei.
Ma ora Spike non c?era e quella gita in barca era tutta loro: Eudial si era seduta a prua, sopra il pozzetto dell?ancora e sembrava completamente rapita dalla corsa del motoscafo. Il vento le agitava i capelli e il sole li faceva luccicare come sangue appena versato, mentre gli spruzzi creavano minusco­li arcobaleni ai lati della prua. Alcuni gabbiani affiancarono il loro volo alla corsa del motoscafo e Gi­les si rese conto che era stata Eudial a farli avvicinare con quel suo potere magnetico in grado di incantare gli animali.
L?Osservatore sedette sul cuscino a prua, vicino a Eudial e pensò che quello era un momento perfetto che non avrebbe dimenticato.

La barca rallentò e i gabbiani si allontanarono, liberati dall?incantesimo. Eudial indicò un punto poco distante da loro e Giles si avvicinò a lei, osservando la grande ombra che passava sotto l?imbarcazio­ne.
- Cos?è? - Chiese guardando il conducente della barca.
L?uomo scattò alcune foto con una macchina fotografica digitale.
- Forse è una balena. Sono difficili da incontrare, ma può succedere. Qualche anno fa una ha ri­schiato di rovesciarmi la barca. Strano incontrarne così vicino alla costa, di solito si vedono più al largo. -
- Sei stata tu a chiamarla? - Sussurrò Giles, rivolto a Eudial.
- E? possibile, stavo chiamando i gabbiani, non pensavo di poter entrare in contatto anche con una balena! Non ho sentito la sua presenza. E? strano, continuo a non sentirla. -
L?ombra si inabissò e scomparve in profondità.
Il motoscafo ripartì, diretto verso una cala tranquilla dall?acqua limpida.
- E? ancora presto, - disse Emilio - per questo non c?è ancora nessuno. Tra qualche ora qui sarà pie­no di barche. Se nuotate fino a quelle rocce potete vedere l?entrata di una piccola grotta, ma fate attenzione agli scogli, sono molto taglienti. -

Spike aspettò che Eudial entrasse nella stanza in penombra e l?abbracciò da dietro, mordicchiandola sul collo.
- Sai di sale. - Commentò incidendole la pelle con i denti e leccando le gocce di sangue che ne usci­rono - E hai i capelli umidi. -
- Di solito succede quando si fa il bagno al mare? - Sorrise lei.
- Mi piace il tuo sapore. - La strinse forte affondandole i denti nel collo. - Mi piaci tu. -

Il vampiro guardò la schiena di Eudial, mentre la ragazza scivolava in bagno. Ascoltò il suono dell?acqua della doccia e si chiese cosa gli fosse successo. La Cacciatrice gli aveva fatto perdere la testa. Non riusciva a stare lontano da lei, a fare a meno del suo sangue, del profumo della sua pelle, del calore del suo corpo.
Imprecò mentalmente. Che razza di vampiro era un vampiro che si innamorava perdutamente della Cacciatrice? Ma in fondo, che vampiro era un vampiro che non poteva mordere?

Eudial portò fino al tavolo un pesante volume antico che parlava della storia del luogo e riprese il manoscritto che Giles aveva appena finito di esaminare.
Dopo qualche minuto, l?Osservatore la chiamò, eccitato e le mostrò un?illustrazione.
Eudial si chinò a guardare sopra la sua spalla: il disegno rappresentava il promontorio dell?Argenta­rio, ma quello che aveva attirato l?attenzione di Giles era la minuscola scritta in latino annidata in un angolo della pagina.
- Sacerrimo aster desiderium , ?Stella Sacra dei Desideri?. E? una delle denominazioni di Xinuxunil! Credo proprio che siamo sulla strada giusta! -
Giles abbassò la voce notando che una o due delle persone presenti nella biblioteca li stavano os­servando incuriositi.
- Il testo non dice altro, ma il fatto che sull?illustrazione ci sia quella frase mi fa pensare che Xinuxu­nil in passato sia apparso qui, o che comunque qualcuno legato alla leggenda di Xinuxunil sia stato da queste parti. -
Eudial annuì, poi guardò l?orologio e iniziò a raccogliere i libri per rimetterli a posto.
- La biblioteca chiuderà tra qualche minuto, meglio andare. -
Uscirono dall?edificio e si incamminarono lungo il corso principale di Orbetello, affollato di gente che passeggiava chiacchierando o guardando le vetrine dei negozietti.
- Sai Giles, all?inizio pensavo che quella di Xinuxunil fosse solo una leggenda, ma ora sento che pos­siamo trovarlo sul serio. -
- Lo credo anche io. Avevo paura di averti trascinato in un?impresa folle, devo ammetterlo. -
- Beh, almeno mi hai trascinato in un bel posto. Mi piace qui, mi sento serena. Pensa se avessimo do­vuto cercare Xinuxunil in una palude. -
- Un tempo questa era una zona paludosa e malarica. Caravaggio morì di malaria proprio da queste parti. -
- Le zanzare sono rimaste però. - Si lamentò Eudial dandosi una manata sul collo.
Giles sorrise divertito.
- Ma come, una Cacciatrice che si lascia pungere dalle zanzare? Non dovresti ucciderli i vampiri? -
Eudial aprì la bocca per rispondergli, ma un uomo passando in fretta accanto a lei la spinse da parte facendola cadere e si allontanò tra la gente senza nemmeno scusarsi.
Giles la aiutò a rialzarsi, indignato.
- Ma che maleducato! Ti ha fatto male? -
- No, sto bene, non preoccuparti. Figuriamoci se un semplice spintone può fare qualcosa a una Cacciatrice! -

L?uomo girò l?angolo e si fermò a controllare che nessuno lo avesse seguito, poi tirò fuori un cellula­re ed effettuò una chiamata.
- Contatto avvenuto. - Disse e riagganciò subito.