8. Healing Light

Giles aprì gli occhi e vide le facce di Spike e del vecchio custode che lo osservavano. Si alzò di scatto e le mani del vecchietto lo bloccarono, obbligandolo a stendersi nuovamente.
- Calma, calma, vuole svenire di nuovo? - Gli disse il custode, preoccupato.
L?Osservatore si guardò intorno, confuso: non era più nella cripta, ma si trovava disteso su un letto.
- Sono svenuto? Per quanto tempo? -
- Due ore. - Rispose il custode. - E? diventato pallido come un morto e poi è caduto a terra. -
- Se non ti avessi preso al volo ti saresti spaccato la testa sul pavimento. - Intervenne Spike. -Dovre­sti ringraziarmi. -
- Immagino che sarai felice di suggerirmi un modo per farlo. -
- Cinquanta dollari potrebbero bastare. -
- Eudial non è ancora tornata. Spike l?ha cercata ancora ma senza risultati. -
Giles si alzò dal letto, nonostante le proteste del vecchio guardiano.
- La troverò. - Disse semplicemente, avviandosi alla porta.
- E? impazzito? Dovrebbe stare a letto, ha perso i sensi per due ore! Tra poco arriverà il medico. Come spera di trovarla in quelle condizioni? -
L?Osservatore non rispose e uscì dalla stanza in silenzio.
Il custode scosse la testa.
- Spike, vai con lui e tienilo d?occhio per favore. -
- Scordatelo. Doveva pensarci prima di abbandonarla. Io vado a cercare ancora Eudial, tra poco sorgerà il sole, non ho tempo da perdere a fare da baby sitter a Giles. -
Il vampiro saltò dalla finestra con un balzo e si diresse verso la città.

Eudial proseguì lungo il corridoio e affrettò il passo scorgendo una luce in lontananza. Da qualche tempo aveva l?impressione che ci fosse qualcuno in agguato nell?ombra, qualcuno che le dava la caccia. Il cunicolo sbucò in un?enorme grotta naturale che di giorno riceveva la luce da un?apertura sulla volta della caverna, ma che quella notte era stata illuminata da decine di fiaccole attaccate alle pareti. La maggior parte di quella grotta era occupata dalle acque di un lago, una superficie nera e immobile su cui danzavano i riflessi delle fiammelle..
Eudial si fermò sulla riva di quel lago e si guardò intorno: c?era qualcuno nella grotta, ne era sicura.
Quella che all?inizio le era sembrata solo un?ombra sulla parete della grotta si staccò dal muro rive­landosi una vampira alta e dai capelli neri, vestita con abiti di foggia antica.
Eudial strinse la mano intorno al paletto, l?unica arma che le fosse rimasta, e si preparò ad affrontare la vampira.
- Tutto questo è opera tua vero? -
Emmessen rise. Quando parlò, Eudial notò la voce della vampira, potente ma melodiosa, una voce arricchita da toni antichi e soprannaturali.
- Finalmente ci incontriamo, Cacciatrice. Ti è piaciuta l?esplorazione delle gallerie? -
- Non quanto mi piacerà infilarti un paletto nel cuore. -
- Io mi sono divertita a giocare con te. Sembravi un topolino nel labirinto. Peccato che ora dovrò ucciderti. -
- Provaci. -

Giles entrò nel passaggio segreto dietro la lapide dopo aver raccolto la borsa piena di armi di Eudial. Camminava in fretta, sicuro della direzione.
Aveva preso con sè una torcia elettrica anche se non ne avrebbe avuto bisogno, la strada da seguire era come impressa a fuoco nella sua memoria dopo che Lili glie l'aveva mostrata in sogno. Davanti a lui, la galleria si biforcava in due cunicoli che si allontanavano in direzioni opposte, ma l?Osservatore si rese conto che doveva essere un?illusione: la direzione giusta era quella di fronte al lui, dove i suoi occhi non vedevano altro che una parete. Giles chiuse gli occhi e fece un passo avanti, sperando di non sbattere contro la parete, ma il suo corpo non incontrò resistenza passando attraverso l?illusione del muro.
Ora capiva perché Spike avesse cercato Eudial per ore senza trovarla: l?illusione era perfetta.
Si affrettò, certo di essere vicino a ritrovare la Cacciatrice.
Temeva il momento in cui si sarebbe ritrovato vicino a Eudial, aveva il terrore di poterla ferire di nuovo, ma il sogno che aveva fatto gli dava la certezza che lei fosse in pericolo.
Una luce in fondo alla galleria gli rivelò di essere vicino alla grotta che Lili gli aveva mostrato. Estrasse una balestra dalla sacca e la caricò, poi si mise a correre verso la luce.

Eudial saltò in direzione della vampira, ma Emmessen la schivò con una mossa aggraziata e si mosse a sua volta per attaccarla. Eudial usò i suoi poteri come uno scudo, fermando il colpo della vampira e si smaterializzò, cercando di coglierla di sorpresa, ma Emmessen non si lasciò ingannare, anticipando la mossa della Cacciatrice. Il ritmo del combattimento aumentò, senza che nessuna delle due ragazze riuscisse a prevalere sull?altra. Eudial usò il suo potere per sollevare l?acqua del lago intorno a lei, usandola come uno schermo per poter colpire a sorpresa la vampira. Trapassò il muro d?acqua, avventandosi su Emmessen, ma la vampira apparve improvvisamente alle sue spalle e la colpì con violenza.
Eudial cadde nell?acqua profonda e lottò per tornare in superficie, ma i poteri della vampira la tene­vano sotto. Emmessen continuava a colpirla senza tregua ed Eudial capì che non sarebbe riuscita a sfuggire alla presa della vampira prima che le mancasse l?aria. Si sentiva scivolare nell?incoscienza e non poteva farci niente.

Giles arrivò nella grotta proprio mentre Emmessen stava tentando di annegare Eudial.
Senza nemmeno pensare alle conseguenze fece scattare il grilletto della balestra in direzione della vampira: la freccia le trapassò una spalla, mancando di poco il cuore.
Emmessen lasciò stare la Cacciatrice, voltandosi come una furia in direzione di Giles.
- Come osi colpire Emmessen la Potente, miserabile umano? - Gridò, strappandosi la freccia dalla carne candida come marmo levigato.
La voce della vampira colpì Giles come uno schiaffo, ma l?Osservatore non arretrò. Quello era pro­babilmente il vampiro più antico e potente che avesse mai affrontato, ma non avrebbe esitato a combattere per dare una possibilità di salvezza ad Eudial.
Emmessen si materializzò davanti a lui e lo schiaffeggiò con forza col dorso della mano, facendolo sbattere contro la parete rocciosa.
- Hai coraggio, mortale. Sei l?Osservatore, se non sbaglio. -
Giles la guardò con un gesto di sfida e sollevò la mano che stringeva un telecomando, poi premette il pulsante, pregando perché tutto andasse come sperava: quella era la sua ultima possibilità.
Il soffitto della caverna esplose sgretolandosi in centinaia di frammenti che caddero nel lago permettendo alla luce del sole di inondare la caverna.
Emmessen gridò di dolore e fuggì nelle gallerie buie, cercando riparo dai raggi del sole.
Giles corse verso l?acqua ed entrò nel lago, nuotando verso il punto dove aveva visto l?ultima volta il corpo di Eudial. La sua era stata una mossa disperata: se il vecchietto non avesse fatto in tempo a posizionare gli esplosivi all?esterno della grotta, se il sole non fosse sorto in tempo, se il telecomando non avesse funzionato, sarebbe stata la fine per lui e per Eudial. E anche così non era certo di aver fatto la cosa giusta: le macerie della volta potevano aver colpito Eudial, avrebbe potuto ucciderla con le sue mani nel tentativo di salvarla.
Si immerse cercando di trovare il corpo di Eudial nell?acqua gelida e scura. Non riusciva a vedere nulla e iniziava a mancargli l?aria. Un tremendo presentimento gli invase il cuore, riempiendolo di terrore, quando sentì la voce di Lili che gli diceva di cercare più in basso, a sinistra. Giles fu costretto a riemergere per respirare, ma tornò subito a immergersi, tentando di seguire le indicazioni di Lili e finalmente la sua mano si strinse intorno al polso di Eudial.
Attirò a sè la ragazza e nuotò verso la superficie, stringendola tra le braccia. Raggiunse la riva e stese Eudial a terra, cercando di capire se fosse ancora viva. La ragione gli diceva che era rimasta sott?acqua troppo a lungo, che ormai era troppo tardi, ma si rifiutava di accettare una possibilità del genere. Cercò di percepire il respiro della ragazza, ma il cuore gli batteva troppo forte per il terrore e non era certo di riuscirci. Poi, dopo un tempo che gli parve interminabile, Eudial aprì gli occhi.
Eudial si svegliò, stupita di essere ancora viva. Quando aveva capito di non poter sfuggire alla presa di Emmessen, aveva fatto l?unica cosa possibile, la stessa che aveva fatto inconsciamente cinque anni prima quando Mimete aveva sabotato la sua auto: aveva creato una barriera magica intorno al suo corpo, cercando di trattenere l?aria al suo interno.
Non credeva che sarebbe riuscita a farlo volontariamente, soprattutto sotto i colpi di Emmessen, ma evidentemente c?era riuscita, perché era ancora viva.
Mentre riprendeva i sensi, si rese conto che qualcuno l?aveva tirata fuori dall?acqua e la stava te­nendo fra le braccia.

Giles impiegò qualche secondo a rendersi conto che Eudial era davvero viva e stava bene.
La ragazza sorrise, felice nel vederlo accanto a lei. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma temeva che se lo avesse fatto, lui sarebbe fuggito di nuovo. Si alzò da terra e distolse lo sguardo da quello dell?Os­servatore, non sapendo come comportarsi per non ferirlo.
Giles superò con pochi passi la distanza che li separava e la strinse a sè, tremando.
Eudial lo abbracciò, scoppiando a piangere per la gioia.
- Bentornato. - Gli sussurrò. - Non andare più via, ti prego. -
Giles la tenne stretta e pianse di nuovo abbracciato a lei, come era successo la prima volta che si era­no incontrati: non poteva perdonarsi quello che era successo, ma ora si rendeva conto che non sa­rebbe più riuscito ad andarsene. Non l?avrebbe abbandonata di nuovo.