7. Lili

Quando si svegliò, il sole era tramontato da poco. Il gatto dormiva ancora sul suo petto, ma si sve­gliò quando Giles si mosse, e lo fissò con i suoi penetranti occhi verdi.
Il guardiano aveva detto che quel gatto aveva un brutto carattere, ma sembrava che si fosse affezio­nato anche a Giles oltre che a Eudial, forse aveva intuito la sua fragilità come a volte solo gli animali sanno fare. L?Osservatore apprezzava la compagnia del felino, probabilmente era l?unico essere vi­vente a cui aveva concesso di avvicinarlo in quei giorni, l?unica creatura che riuscisse a farlo sentire meno solo.
Il gatto camminò sul cuscino, allungandosi ad annusare il vassoio coperto sul comodino. Giles si sentiva affamato, per la prima volta da giorni il pensiero di nutrire il corpo che aveva colpito Eudial non lo nauseava. Mangiò, dividendo il pasto col gatto, e ancora una volta si chiese cosa dovesse fare.
Dopo quello che gli aveva detto il vecchio custode non poteva più pensare di fuggire, ma non poteva nemmeno rischiare di ferire nuovamente la sua Cacciatrice. Forse avrebbe dovuto parlare con lei, cercare di farle capire perché doveva andare via, ma per il momento non ne aveva la forza, né il co­raggio. Con un sospiro decise di rimandare ogni decisione a quando si fosse sentito più forte.

Eudial attese nell?ombra dell?ingresso finché il medico non fu andato via, poi si affrettò a raggiungere il guardiano del cimitero sulla soglia di casa.
- Come sta? Sta migliorando, vero? - Chiese ansiosamente.
Il vecchio le sorrise.
- Si, il dottore ha detto che va tutto bene. Anche il polso è molto migliorato e sta riprendendo le forze. ?
Eudial annuì, felice. Da quando aveva saputo che Giles aveva ripreso a mangiare regolarmente aveva capito che stava iniziando a guarire, ma sentirlo dire dal medico la faceva sentire più tranquilla.
- Vado a caccia, il sole sta tramontando! ?
Corse a prendere la borsa delle armi e si avviò in fretta verso il cimitero, fermandosi a bussare alla cripta dove si nascondeva Spike per svegliarlo. Il vampiro non rispose e lei spinse la porta della tomba: la cripta era vuota.
Era strano, pensò, lo aveva visto entrare lì dentro all?alba e non poteva aver avuto il tempo di andare via, il sole era appena calato. Notò che una delle lapidi di marmo era leggermente spostata e lei la spinse di lato, scoprendo il cunicolo buio. Mosse qualche passo lungo lo stretto corridoio, certa che Spike fosse lì, quando la lastra si richiuse alle sue spalle con un rumore secco.

Emmessen si spinse avanti sfiorando appena il terreno con la punta dei graziosi sandali di foggia anti­ca. Si sfiorò le labbra con un dito e lanciò un bacio in direzione della lastra di marmo. Il giovane vampiro biondo era sparito in quei cunicoli ore prima, ma non era importante, quello che contava era che finalmente la Cacciatrice aveva scoperto quella rete sotterranea di gallerie che l?avrebbe condotta direttamente in trappola. E lei, Emmessen, l?aveva appena chiusa lì dentro.
Era una vampira antica, forse la più antica tra quelli che servivano Birurugatesu e le sue memorie po­tevano condurla ai tempi in cui gli antichi Egizi l?avevano venerata come una dea crudele. Era stata scelta per quel compito proprio per la sua potenza e lei lo avrebbe assolto con grazia ed eleganza, come sempre. Lei avrebbe seguito, perseguitato e distrutto la Cacciatrice anche a costo di seguirla in capo al mondo. Il demone Offis avrebbe continuato la raccolta di energia in Giappone, mentre lei avrebbe dovuto uccidere la donna che li aveva ostacolati fino a quel momento.
La prima parte del piano era perfettamente riuscita: la Cacciatrice era isolata dagli altri e presto si sa­rebbe perduta senza rimedio in quei cunicoli.
Il vampiro biondo, Spike, non era un problema: lui aveva esplorato quelle gallerie, ma Emmessen avrebbe usato le sue arti illusorie per confondere sia lui che Eudial. Nessuno avrebbe mai potuto tro­vare la Cacciatrice.
Emmessen avrebbe anche potuto ucciderla subito, ma non sarebbe stato divertente. Prima l?avrebbe osservata aggirarsi sperduta come un topo in trappola, poi l?avrebbe eliminata.

Giles guardò le stelle fuori dalla finestra e si sentì triste. Eudial amava guardarle, ma quello sarebbe stato uno spettacolo che non avrebbero più condiviso: l?indomani le avrebbe parlato, avrebbe trovato il coraggio di dirle quelle parole che gli straziavano il cuore e poi sarebbe andato via per sempre.
Ormai stava meglio, si sentiva più forte ed era in condizioni di viaggiare. Avrebbe affidato Eudial a Spike e al vecchio custode del cimitero e sarebbe andato via, dove non lo sapeva, forse sarebbe tornato in Inghilterra.
Lo spalancarsi violento della porta lo fece trasalire.
- Ah, sei tu Spike. ? Disse scorgendo il vampiro. ? Devo parlarti? -
- Anche io devo dirti due paroline sul coltello che mi hai piantato nel petto, ma ora non ho tempo. Non è qui? ?
Giles lo guardò, leggermente preoccupato.
- Parli di Eudial? Non è con te? ?
- Sono ore che la cerco. Non l?ha vista nemmeno il vecchio. Ho trovato la borsa delle armi nella cripta, ma lei non c?era. Ho persino esplorato i cunicoli sotterranei, ma non l?ho trovata. ?
- Quali cunicoli sotterranei? Ed è sola e senza armi?! ?
Giles si vestì in fretta e seguì il vampiro fino alla cripta. Il custode li aspettava già lì, accanto all?a­pertura con delle torce elettriche in mano.
- Dove portano quelle gallerie? ?
Il vecchio si strinse nelle spalle.
- Possono portare ovunque, c?è una rete molto fitta sotto tutta la città. ?
- Eudial potrebbe essere lì? ?
Spike scosse la testa.
- L?ho cercata laggiù, ormai conosco abbastanza bene quei passaggi. L?avrei trovata se fosse stata lì.-
Giles si appoggiò a una lapide per cercare di raccogliere le idee: si sentiva inquieto e aveva il terrore che Eudial si trovasse in pericolo. Si costrinse a calmarsi: in fondo, se fosse andato via, lei avrebbe dovuto cavarsela da sola e Giles sapeva che era abbastanza forte per farcela.
Sentiva le fredde lettere di bronzo sotto le dita e lesse il nome sulla tomba, cercando di calmarsi. Si allontanò di scatto dalla lapide, come se il marmo gelido lo avesse scottato: quella era la tomba di Lili!
Improvvisamente la cripta sembrò oscurarsi e Giles ebbe l?impressione di non sentire più il proprio corpo, l?unica cosa che sentì prima di sprofondare nel buio fu la voce del vecchio ex Osservatore.
- Santo cielo, Spike, prendilo! Sta per svenire! ?

Eudial svoltò in un?altra galleria, certa di essersi avvicinata all?uscita, ma si lasciò sfuggire un gemito di frustrazione nel vedere di nuovo il segno che aveva tracciato sul muro pochi minuti prima. Sedette a terra esausta, erano ore che vagava in quei cunicoli. Quando la lastra si era chiusa alle sue spalle, aveva tentato di tornare indietro per cercare di aprirla, ma si era trovata in un?altra galleria senza ri­trovare il punto da cui era entrata.
Inoltre quel posto le sembrava familiare e le dava un vago senso di orrore, ma non riusciva a ricorda­re dove lo avesse visto prima.

Giles era da solo in una nebbia ovattata. Non riusciva a vedere nulla, ma poteva sentire l?eco di passi leggeri che correvano davanti a lui, poi dalla nebbia uscì la figura minuta di una bambina con capelli neri un po? spettinati ed enormi occhi azzurri che lo guardavano timidi.
L?Osservatore si inginocchiò per essere alla sua altezza e le sorrise. Sapeva chi era, ma stranamente, ora che era davanti a lui, non provava alcun timore.
- Ciao, Lili. ?
La bambina si ritrasse leggermente, come spaventata dall?uomo che le aveva parlato.
- Lui era in te. - Disse. Non era una domanda, ma una semplice affermazione.
Un?ombra di dolore passò negli occhi di Giles.
- Si. Lui era in me. -
- E ti controllava. -
- Lo faceva. -
- Ma tu non l?hai uccisa. Tu non mi hai uccisa. -
Giles scoppiò in lacrime.
- Non volevo farle male! Quella rabbia tremenda mi costringeva a colpirla e io non ero in grado di fermarmi! Avrei preferito morire piuttosto che torcerle un capello, ma l?ho quasi uccisa senza nemmeno rendermene conto! -
- Ma non lo hai fatto. - Disse la bambina dolcemente. - Perchè? -
Giles la guardò cercando di sorriderle tra le lacrime.
- Le voglio bene. Lei ha chiamato il mio nome. Ha cercato il mio aiuto anche mentre la stavo colpendo. -
- Ha avuto fiducia in te e questo gli ha tolto forza. Gli ha impedito di dominare la tua mente. E tu sei riuscito a reagire. -
- Non abbastanza presto. Non volevo ferirla. Non volevo. - Disse Giles, sconsolato.
- Sei il primo che si ferma prima di uccidermi. Ora potrò riposare. Grazie. -
Lili gli gettò le braccia al collo e lo baciò in fretta su una guancia, poi si allontanò timidamente e lo prese per mano.
La bambina indicò un punto nella nebbia davanti a loro.
- Ora lei ha bisogno di te. - Disse, mostrandogli una serie di immagini che si susseguivano veloce­mente nella nebbia. - Vai da lei, solo tu puoi aiutarla. -