6. Wounds of a Weeping Soul

Eudial sospirò e guardò il viso dell?Osservatore addormentato. Da quando lo aveva ritrovato, quelli erano gli unici momenti in cui poteva stargli vicino.
Nei pochi momenti in cui riprendeva conoscenza, le uniche parole che Giles aveva trovato la forza di rivolgerle erano inviti ad andare via.
Il vecchio custode del cimitero le aveva fatto capire che, per il momento, vedendola Giles si sarebbe solo agitato e avrebbe peggiorato le cose. Era profondamente ferito e aveva bisogno di tempo per superare il trauma.
Il medico che lo aveva visitato aveva consigliato un ricovero, ma il vecchio custode riteneva che le ferite più gravi non fossero quelle fisiche ed era certo che l?ospedale potesse solo peggiorarle, così aveva organizzato le cose in modo da poterlo curare in casa.
La frattura al polso non era grave come pensavano, ma l?averla trascurata per giorni l?aveva aggra­vata, rendendola molto dolorosa, così per i primi giorni, il medico aveva preferito tenere Giles sotto sedativi per alleviargli la sofferenza.
In quei giorni Eudial era rimasta sempre accanto a lui, curandolo con affetto senza che lui lo sapesse, ma, da quando le ferite avevano iniziato a migliorare, il medico aveva sospeso i sedativi e lei aveva dovuto allontanarsi da Giles nei momenti in cui era sveglio.
Lei era felice che stesse guarendo, ma soffriva pensando che lui non la volesse vedere ed era terri­bilmente preoccupata per lui. Non poteva sopportare l?idea che Giles si costringesse a sopportare tanta sofferenza da solo. Avrebbe voluto confortarlo, dirgli che non le importava di quello che era successo, ma non poteva.
Giles era terrorizzato di se stesso e lei non poteva aiutarlo in nessun modo.
Era una situazione tremendamente frustrante e l?unico sollievo che provava era l?andare a caccia di vampiri e demoni insieme a Spike. Il vampiro non capiva la sua preoccupazione per Giles, perciò non ne parlavano. Insieme uccidevano i mostri che infestavano la notte, abbandonandosi al puro piacere del combattimento. In quei momenti, e quando il vampiro la mordeva con passione, Eudial riusciva a non pensare a Giles e si sentiva quasi serena. Sempre più spesso lei e Spike si addormentavano insie­me in una delle cripte del cimitero quando il sole spuntava all?orizzonte.

Giles guardò il vassoio che il vecchio custode gli aveva portato poco prima e si girò dall?altra parte senza nemmeno toccarlo. Non aveva fame, da quando aveva fatto quella cosa orribile non riusciva più neanche a pensare di mangiare. Il vecchietto non insisteva e si limitava a portare via il vassoio intatto senza parlare. Giles gli era grato di quel silenzio, aveva la sensazione che se qualcuno gli avesse rivolto la parola, sarebbe scoppiato a piangere come un bambino.
Erano giorni che Eudial non si faceva vedere e sperò che avesse capito che per lei sarebbe stato più sicuro stargli lontano. Forse aveva paura di lui. Si sentiva solo, disperatamente solo, ma sentiva che quella era la punizione che meritava per la sua colpa.
Cominciava a sentirsi meglio fisicamente, le ferite stavano guarendo e la febbre era calata. A fatica si alzò a sedere sul letto e si sfilò l?ago della flebo dal braccio, poi si alzò in piedi lentamente. Si sentiva debolissimo e le gambe minacciavano di cedere sotto il suo peso, ma si impose di resistere e con uno sforzo riuscì a vestirsi.
Si appoggiò al muro per riprendere fiato, sentendo che se si fosse seduto non avrebbe avuto la forza di rialzarsi. Dopo qualche minuto fu in grado di muoversi senza svenire e si incamminò lentamente verso la porta della casa, appoggiandosi al muro per non cadere.
Era una follia cercare di fuggire in quelle condizioni e lo sapeva, ma non voleva che Eudial potesse correre altri rischi restando vicino a lui.
Era giunto al cancello che confinava col cimitero, quando la voce del vecchio custode lo fece trasali­re.
- La stavo aspettando. -
Giles lo guardò sorpreso.
- Come faceva a saperlo? -
Il vecchio sorrise.
- Segreti di un Osservatore. ?
- Cosa? ?
-Ha capito benissimo. Sono stato un Osservatore. Come lei. ?
- Allora capisce perché devo andare? ?
- So perché deve restare. ?
- Se resto finirò per farle del male. Stavo per ucciderla. ? Fece una pausa e quando riprese a parlare le parole gli uscirono a fatica. ? Stavo per violentarla. ?
- Non era in sè. E non l?ha uccisa. Di tutti quelli che sono stati posseduti da quel fantasma lei è il pri­mo che riesce a fermarsi in tempo. ?
- Non mi sono fermato in tempo! ? Gridò Giles scoppiando a piangere suo malgrado. ? Se lo avessi fatto non l?avrei nemmeno sfiorata. Dovevo proteggerla e invece le ho fatto del male! ?
Il vecchietto lo fissò con uno sguardo penetrante.
- Lei ha già perduto una Cacciatrice. ?
Giles lo guardò attonito.
- Come lo ha capito? -
- Gliel?ho già detto. Ero un Osservatore e anche io ho perduto la mia Cacciatrice. Per molto tempo mi sono macerato nei sensi di colpa per non essere riuscito a salvarla, era come se una parte di me fosse morta con lei. Ma questo lo sa già. Quando mi hanno assegnato un?altra Cacciatrice, temo di non essere stato tenero con lei: esigevo che si allenasse continuamente, la tenevo a distanza e non le concessi mai la minima parte del mio cuore. Volevo essere un Osservatore e basta. Occuparmi della Cacciatrice era solo un lavoro, niente di più. Ero troppo prudente, la intralciavo in mille modi perché temevo che sarebbe morta anche lei e io non avrei potuto affrontare di nuovo un tale dolore, non avevo fiducia nelle sue capacità. Alla fine lei chiese che le venisse assegnato un altro Osservatore. Con le mie paure l?avevo resa infelice e inefficiente. Fu allora che capii che non sarei più riuscito a fare quel lavoro. Ma lei è diverso. ? Fece una pausa e Giles lo guardò. ? Lei è riuscito a donare il suo cuore a un?altra Cacciatrice, ha avuto fiducia in lei nonostante il terrore di perderla. Per questo deve restare. Eudial ha ancora bisogno del suo Osservatore. ?
- Di un Osservatore che le fa del male? ? Chiese con amarezza.
- Di un Osservatore che le vuole bene. Eudial lo ha capito ed è per questo che ha accettato di restare lontano da lei in questi giorni. Non perché lo volesse, ma per non farla agitare. Quando era privo di sensi non si è allontanata dalla sua stanza per più di pochi minuti. Era lei che le sistemava i cuscini per farla stare più comodo, lei che le rinfrescava il viso quando aveva la febbre alta, lei che le ha cu­rato le ferite. ?
- Perchè? Dovrebbe odiarmi, avere paura di me dopo quello che le ho fatto. ?
- Crede che quando l?ho trovata nella casa abbandonata si sia preoccupata di curarsi le ferite o si sia commiserata per quello che era successo? Neanche per mezzo minuto. Si è preoccupata subito di come si sarebbe sentito lei: si è accertata che il vampiro fosse al sicuro ed è corsa a cercare il suo Os­servatore. ?
- Già. Ho ferito anche Spike. Come sta? ?
- Anche troppo bene. Ho dovuto minacciarlo di morte certa se avesse anche solo sfiorato uno dei miei gatti. Ultimamente passa molto tempo con la Cacciatrice. Vanno a caccia di demoni tutte le notti. ?
- Dovrò ringraziarlo. ? Disse Giles in tono lugubre. ? Se non fosse intervenuto, avrei? -
Si interruppe, incapace di proseguire.
- E come pensa di farlo, se scappa via come un ladro? ?
- Non posso farle ancora del male. Non posso. ?
- Crede che non glielo farebbe andando via? La ferisce ogni volta che la allontana da sè. ?
- Se resto quello spettro potrebbe prendere di nuovo possesso di me. Non posso permetterlo. ?
- E pensa davvero di riuscire a farle perdere le sue tracce? Può anche andare in capo al mondo, ma Eudial la ritroverà. Non è una ragazza che si arrende e poi potrebbe mettere in pericolo se stessa e gli altri in questo modo. ?
- Cosa intende? ?
Il vecchio si frugò in tasca e porse il ritaglio di un giornale locale all?Osservatore: l?articolo parlava dell'aggressione a un gruppo di teppisti da parte di sconosciuti. Due dei ragazzi avevano subito fratture, uno un trauma cranico e tutti avevano lividi e contusioni.
- Sono quelli che le hanno rubato il portafogli. ?
Giles lo guardò, incredulo.
-E? stata Eudial? ?
- Quando li ha aggrediti non era nemmeno certa che fossero stati loro ad usare la sua carta di credito. ?
Giles era senza parole. Dopo tutto quello che le aveva fatto, Eudial teneva ancora tanto a lui da colpire in quel modo chiunque gli avesse fatto del male.
Il custode del cimitero lo afferrò per un braccio e lo riaccompagnò in camera.
- Ripensi a quello che le ho detto prima di fuggire di nuovo. E poi prima cerchi di guarire. In queste condizioni non dovrebbe nemmeno alzarsi dal letto, figuriamoci andarsene in giro! ?
Effettivamente, Giles si sentiva sfinito, la febbre lo aveva indebolito a tal punto che per tornare in ca­mera era stato costretto ad appoggiarsi al custode.
Si stese sul letto, sentendosi stupido per aver tentato di fuggire quando a malapena si reggeva in pie­di.
Le parole del vecchio lo avevano costretto a riflettere. Fino a quel momento i suoi pensieri erano corsi come cavalli imbizzarriti diretti alla cieca lontano da quello che li terrorizzava, ma ora aveva dovuto fermarsi a pensare. Ciò non alleviava il dolore, anzi, la vergogna per quello che era successo era sempre più bruciante, ma lo aveva costretto a vedere le cose sotto un?altra prospettiva.
Scappare non sarebbe servito a molto, ora se ne rendeva conto. Il custode aveva ragione, Eudial non si sarebbe arresa, non si sarebbe fermata davanti a niente.
Giles era sempre convinto di dover uscire dalla vita di Eudial per non ferirla più, ma non sapeva come fare.
Il gatto che il guardiano del cimitero aveva regalato a Eudial entrò nella stanza, guardingo. Si avvici­nò un letto e vi salì con un balzo elegante. Giles allungò una mano per prenderlo in braccio e il gatto lo lasciò fare, acciambellandosi sul suo torace.
L?Osservatore appoggiò la schiena ai cuscini e lasciò riposare il polso fasciato appoggiandolo su un cuscino più piccolo al suo fianco. Con l?altra mano carezzò il gatto.
Gli alberi fuori dalla finestra lasciavano filtrare i raggi del sole attraverso le loro chiome, disegnando macchie di luce sul letto di Giles. Una leggera brezza muoveva le fronde degli alberi, facendoli canta­re con un fruscio leggero e il gatto iniziò a fare le fusa sotto il tocco dell?Osservatore.
Giles si sentì prendere dalla sonnolenza, cullato da quei suoni rassicuranti, e chiuse gli occhi, scivo­lando in un sonno senza sogni per la prima volta da quando il fantasma lo aveva posseduto.