21. I Trust You

Qualcuno bussò insistentemente alla porta e Giles si precipitò ad aprire, pregando che fosse Eudial. Sospirò deluso scorgendo le tre outer senshi sulla porta.
Haruka e Michiru sembravano furiose: entrarono in casa spingendolo rudemente da parte.
- Dov'è? - Chiese Haruka guardandosi intorno. - Stavolta non potrà proteggerla in nessun modo! -
Giles la guardò con freddezza, irritato da quel comportamento villano.
- Cosa volete da Eudial? Credo che le persone che frequenta riguardino solo lei... -
Setsuna lo interruppe, mortalmente seria.
- Mi dispiace, Rupert, ma Haruka ha ragione. Stavolta la faccenda è grave, Eudial è una minaccia. -
L'osservatore la guardò, turbato. Credeva di conoscere abbastanza Setsuna ormai e non si aspettava che anche lei saltasse alle conclusioni.
- Solo perché l'abbiamo vista insieme a un vampiro? Ci possono essere decine di spiegazioni per quello. -
- Rupert, non è solo quello. È per ciò che hanno fatto dopo. -
- Sono venuti da me e da Michiru, - intervenne Haruka - E lei prima ha tentato di convincerci a darle i talismani con una storia assurda di demoni e poi ci ha aggredite insieme a quel vampiro. -
- Ci hanno rubato i talismani. Abbiamo combattuto, ma sono riusciti a fuggire. -
Giles si sentiva morire: Eudial non poteva aver fatto una cosa simile senza motivo. No, era escluso, lui la conosceva troppo bene. Se davvero aveva attaccato le senshi doveva esserci una ragione.
- No, non ci credo. Deve esserci un senso per tutto questo. Cosa vi ha detto sui demoni? -
Michiru gli lanciò il fascio di fotocopie che Eudial aveva tentato di mostrare loro.
- Tutte sciocchezze. Per fortuna Setsuna ci aveva avvertito del fatto che era in combutta con un vampiro, altrimenti la avremmo anche ascoltata. -
Giles provò una fitta di tristezza e preoccupazione per Eudial:
- Stava bene? L'avete ferita? -
Haruka lo guardò con disprezzo.
- Mi sembra chiaro che da lei non riceveremo alcun aiuto. La troveremo da sole. -
- Non credo. E in ogni caso non lascerò che le facciate del male. -
- Stia attento, non le permetteremo di ostacolarci. -
Giles guardò Setsuna, sperando di scorgere un minimo di comprensione nei suoi occhi, ma nello sguardo della donna vide solo tristezza. Si rese conto che la senshi era convinta della colpevolezza di Eudial e che lo compativa.
- Mi dispiace, Rupert. -
Setsuna gli volse le spalle e seguì Haruka e Michiru.

Spike guardò Eudial che dormiva di un sonno inquieto. Maledisse i raggi del sole che gli impedivano di agire: le senshi li stavano sicuramente cercando e loro non avrebbero avuto molto tempo per ucci­dere il demone principale prima di essere trovati.
Quando erano andati a casa di Haruka e Michiru, Spike aveva amaramente odiato il microchip che gli impediva di attaccare gli esseri umani. Avrebbe dato qualunque cosa per poter dare una lezione a quelle due.
Eudial aveva cercato in tutti i modi di trovare un accordo con loro, ma le due senshi l'avevano accu­sata da subito di essere in combutta coi vampiri, rifiutandosi di ascoltarla. Quando aveva accennato ai talismani, si erano trasformate e l'avevano attaccata.
A quel punto era intervenuto lui, minacciandole e permettendo a Eudial di prendere loro i talismani. Certo, se quelle due avessero saputo che lui non avrebbe potuto attaccarle, le cose sarebbero andate diversamente, ma quella notte era riuscito a distrarle abbastanza per evitare che attaccassero Eudial mentre rubava la spada e lo specchio.
Controllò le condizioni di Eudial: quelle due erano riuscite a colpirla e l'avevano ferita a un braccio. Non era grave, ma di sicuro era doloroso.
Dopo aver lasciato la casa delle sailor, avevano utilizzato i talismani per uccidere il quinto demone: era stato facile, ma la notte successiva li aspettava la battaglia decisiva.
Eudial era esausta sia fisicamente che emotivamente ed era crollata in un sonno agitato. Spike si sentiva nervoso, ma sapeva che anche lui avrebbe avuto bisogno di riposare durante il giorno per es­sere in grado di affrontare il demone. Si stese sul letto accanto a Eudial e sentì la ragazza che si stringeva a lui, come in cerca di protezione. La strinse fra le braccia e chiuse gli occhi.

Giles sbattè la porta non appena le senshi la ebbero varcata.
Era furioso, preoccupato e si sentiva ferito dal comportamento di Setsuna.
La senshi non aveva mai amato molto Eudial (e questo poteva comprenderlo visto quello che era successo cinque anni prima), ma lui aveva sperato che almeno avesse fiducia in lui. Invece lei lo ave­va guardato come se provasse pietà per lui. Lo considerava uno sciocco che si era lasciato raggirare da Eudial e che era accecato dal suo affetto per lei.
Era stato a un passo dall'innamorarsi seriamente della sailor, ma ora aveva l'impressione che quel sentimento si fosse incrinato in modo irreparabile.
Cercò di concentrarsi sulle fotocopie nel tentativo di comprendere il comportamento di Eudial. Non voleva credere che la Cacciatrice fosse passata dalla parte dei vampiri. Doveva esserci un motivo.
Forse Setsuna aveva ragione, era davvero accecato dall'affetto, ma era certo che Eudial non fosse malvagia. Lui la conosceva, l'aveva vista piangere e sorridere, avevano condiviso paure e momenti felici, solo a lui aveva mostrato i lati più vulnerabili di lei. Anche la sera prima, nel locale, Giles si era accorto che, vedendolo gridare contro di lei, Eudial faticava a trattenere le lacrime. Si maledisse ancora per essere stato tanto insensibile.

Eudial sollevò la cornetta del telefono, esitando nel comporre il numero.
Non sapeva cosa aspettarsi dall'Osservatore: era certa di averlo deluso e ferito e molto proba­bilmente ora lui la odiava.
Giles rispose al secondo squillo: il tono della sua voce era ansioso.
Eudial non riuscì ad aprire bocca: cosa avrebbe potuto dirgli? Non aveva scusanti per le sue azioni. Si lasciò sfuggire un singhiozzo sommesso.
- Eudial? - La voce di Giles era cauta, come se temesse di spaventarla. -Sei tu, vero? Non riattaccare! Ti prego, dì qualcosa. -
Eudial sentì le lacrime che le scorrevano sul viso e le asciugò col dorso della mano. Si sentiva un verme nel sentire la preoccupazione nella voce di Giles nonostante tutto.
- Eudial? Scusa per quello che ti ho detto ieri. Non sono arrabbiato con te. -
La ragazza non riusciva a credere a quello che aveva sentito: Giles si stava scusando con lei? Lei lo aveva tradito, ferito e ingannato e lui si stava scusando? Scoppiò a piangere e dovette raccogliere tutto il suo coraggio per riuscire a pronunciare una singola parola.
- Perdonami. -
Giles doveva aver intuito che lei stava per attaccare il telefono perché la chiamò in tono urgente.
- Non tornare a casa, - disse in fretta. - le sailor ti stanno cercando. -
- Io mi fido di te, Eudial. - Aggiunse dopo una breve pausa.
Eudial riagganciò la cornetta tremando.
Avrebbe voluto correre da Giles e raccontargli i motivi che la avevano spinta a rubare i talismani, ma non poteva. Se lo avesse fatto lo avrebbe soltanto messo in pericolo.

Giles abbassò il telefono con un sospiro. Quella telefonata lo aveva convinto ancora di più che Eudial non lo avesse tradito passando al male. La voce della ragazza, tremante e rotta dal pianto mentre pronunciava quell'unica parola, lo aveva commosso: c'era tanta sofferenza in quella voce che non po­teva provenire da un'anima crudele.
Era preoccupato, doveva assolutamente trovarla prima delle sailor!
Tornò a guardare le fotocopie e capì che erano state fatte da uno dei suoi libri. Mentre traduceva il testo, aggrottò le ciglia, preoccupato. Qualunque cosa stesse facendo Eudial, se era coinvolto uno di quei demoni non era un buon segno.
Uscì di casa e prese la macchina cercando i segni che avrebbero potuto annunciare l'apparizione di un demone del genere.
Era l'unico modo che gli era venuto in mente per trovare Eudial.