11. Blood of the Vampire

Giles vide il corpo della ragazza irrigidirsi e tentare di resistere al morso del vampiro per poi rilassarsi e abbandonarsi completamente sotto la stretta di Mikorsot. Il vampiro si staccò da lei dopo qualche minuto, e, dopo essersi inciso il polso, lasciò sgocciolare il suo sangue tra le labbra della ragazza.
L'Osservatore crollò in ginocchio, accasciandosi contro le sbarre della gabbia. Ormai era troppo tardi. Non era stato in grado di proteggere la Cacciatrice nemmeno questa volta.
Vide Mikorsot lasciar scivolare a terra il corpo di Eudial e dirigersi verso di lui, ma non gli importava. Che venisse pure la morte! Sarebbe stata solo un sollievo e nessuna tortura sarebbe stata più forte del dolore che gli lacerava l'anima.
Mikorsot rise, godendo del dolore di Giles, ma la sua allegria si spense quando una sfera di energia lo sfiorò costringendolo ad allontanarsi dalla gabbia. Il vampiro si guardò intorno e vide che le sailor senshi lo avevano quasi circondato. I suoi demoni si erano dileguati vedendo arrivare le combattenti e lui si trovava in netto svantaggio numerico. Con rabbia sfondò la vetrata di una finestra e fuggì prima che potessero fermarlo. Avrebbe voluto portare via il corpo di Eudial, ma le circostanze glielo avevano impedito. Non importava. Non avrebbe avuto una compagna, ma almeno la Cacciatrice era morta.

Sailor Pluto spezzò la serratura della gabbia, liberando Giles.
L'uomo barcollò fino al corpo di Eudial e si inginocchiò al suo fianco: la ragazza era mortalmente pallida e sul suo collo spiccava il rosso vivo del sangue che era sgorgato dalla ferita. Giles lo asciugò delicatamente con un fazzoletto, come se temesse di farle male.
- Siamo arrivate tardi. - Mormorò Sailor Mars in tono triste.
- Forse non è tardi! - Disse Usagi in tono speranzoso. - Guardate, respira ancora! È ancora viva! -
Giles la guardò e l'espressione nei suoi occhi la fece rabbrividire.
- Se fosse morta sarebbe stato meglio. Il vampiro l'ha morsa. Non ci sono speranze. Lei morirà, ma quando tornerà in vita sarà solo un mostro senza anima. -
Un silenzio carico di orrore cadde dopo le parole di Giles.
L'Osservatore passò le braccia intorno al corpo di Eudial e la sollevò delicatamente.
Setsuna lo guardò tristemente.
- Posso farlo io, se vuole. -
Giles scosse la testa.
- No. Devo farlo io. La riporterò a casa e quando diventerà un vampiro la ucciderò. -

Giles sfiorò con un dito la punta acuminata del paletto di legno. Quando lei fosse diventata un vampiro non avrebbe dovuto esitare. Sapeva che le senshi erano vicino alla casa e che l'avrebbero eliminata loro, se lui avesse fallito, ma non voleva che accadesse. Era colpa sua se Eudial era stata morsa da Mikorsot ed era giusto che fosse lui ad uccidere il demone che le avrebbe rubato l'anima. Dopo avrebbe cercato e ucciso Mikorsot oppure sarebbe morto nel tentativo. Il desiderio di vendicare Eudial era l'unico appiglio a cui si aggrappava per non impazzire.
Eudial non era ancora morta. Era strano, di solito le vittime dei vampiri non resistevano tanto a lungo.
Giles guardò la ragazza: il pallore la faceva sembrare fragile e respirava appena. La lunga attesa gli stava logorando i nervi, e l'orrore del gesto che avrebbe dovuto compiere lo angosciava profondamente, eppure una piccola e irrazionale parte della sua mente gli faceva sperare che la morte tardasse ancora. Sapeva che era meglio per entrambi che tutto finisse in fretta, ma piantare il paletto nel cuore della ragazza lo avrebbe costretto ad accettare il fatto che Eudial era inesorabilmente morta e non si sentiva pronto a farlo.
Chiuse gli occhi per qualche istante.
Quando li riaprì si rese conto che doveva essersi addormentato: il sole era calato all'orizzonte e la luna piena illuminava la stanza.
Giles corse verso il letto di Eudial: era sempre immobile.
Con un brivido Giles si rese conto che se lei fosse diventata un vampiro mentre dormiva, lui non si sarebbe affatto svegliato.
Un fremito percorse il corpo di Eudial e lui si rese conto che stava per aprire gli occhi.
Appoggiò il paletto in corrispondenza del cuore della ragazza. Avrebbe dovuto colpire ora, prima che potesse reagire, ma non poteva. Doveva guardarla negli occhi almeno una volta per rendersi conto che era il vampiro quello che stava uccidendo e non la sua Cacciatrice.
Con una mano stringeva il paletto, pronto ad affondarlo e con l'altra impugnava una croce.
L'Osservatore tese la croce verso il viso di Eudial non appena vide che apriva gli occhi. Il vampiro avrebbe dovuto arretrare, ma Eudial fissò la croce senza muoversi, poi spostò lo sguardo sul paletto.
- Che diavolo stai facendo Giles? Sei impazzito? -
Giles la guardò allibito.
- Sei morta... -
- Ah si? Allora non devo essermene accorta visto che respiro ancora. -
- Ma il vampiro... -
Giles le afferrò un polso. Batteva. Il cuore di Eudial batteva.
- Sei viva. Sei davvero viva... -
- Perchè, ti dispiace? Piuttosto sei sicuro di stare bene, Giles? -
Con un gesto improvviso l'Osservatore la abbracciò, stringendola forte tra le sue braccia.
Non sapeva cosa fosse successo, ma Eudial era sopravvissuta al morso del vampiro. Sembrava impossibile ma lei era lì. Viva.

Eudial fu sorpresa dall'abbraccio improvviso di Giles. Lo sentiva tremare e si rese conto di quanto dovesse essergli costato il comportamento freddo dei giorni precedenti.
Non ricordava bene cosa fosse successo. L'ultimo ricordo che aveva era quello di essere stata immobilizzata dai demoni. Giles aveva parlato di un vampiro. Chiuse gli occhi e cercò di ricordare. Rivide il viso freddo di Mikorsot che si avvicinava al suo, poi aveva provato un dolore lancinante al collo e infine un senso di torpore l'aveva avvolta e aveva perso i sensi. Con un brivido si rese conto che il vampiro l'aveva effettivamente morsa e capì il motivo dello stato d'animo di Giles.
L'Osservatore la sentì tremare e la lasciò andare temendo di averle fatto male.
- Ti ho stretta troppo? Come ti senti? -
Eudial gli sorrise.
- Mi sento debole, ma non provo dolore. -
Giles le sentì nuovamente il polso e le restituì il sorriso, rassicurato dal battito molto più forte e regolare del giorno prima.
- Hai perso molto sangue ieri, cerca di riposare ora. Presto starai meglio. -
Eudial chiuse gli occhi, ma la sua mano trattenne quella di Giles.
- Resta qui, ti prego. - Sussurrò prima di addormentarsi.

Eudial prese la boccetta di Acqua Santa dalla scrivania e se ne lasciò cadere una goccia su un dito.
- Niente. -
Giles annuì e tirò una riga su un'altra voce della lista.
- Bene. Non hai problemi con croci, Acqua Santa né con la luce del sole e hai ancora la tua anima. Direi che non sei diventata un vampiro. -
- Però mi ha morso. Come mai non sono morta? -
- Non ne ho idea. Forse dipende dal fatto che non sei un essere umano. -
Eudial riflettè per qualche istante.
- È possibile. - Studiò la propria immagine nello specchio. - Mi sarebbe dispiaciuto non potermi più specchiare. Hmm... sicuro che non mi siano cresciuti i canini? -
- Sicuro. Tu piuttosto sei sicura di sentirti abbastanza forte per stare in piedi? -
La ragazza ridacchiò.
- È la decima volta che me lo chiedi stamattina. Stai tranquillo, mi sento benissimo. Potrei anche andare a caccia di vampiri stanotte. -
- Scordatelo. Finchè non saremo sicuri che il morso di Mikorsot non abbia avuto effetti collaterali, i vampiri non li guarderai nemmeno da lontano. Anzi, non avresti mai dovuto affrontarli, sono stato un folle a permettertelo. -
- È per questo che hai cercato di ingannarmi? -
- Si è per questo. Dovresti tornare dalla tua gente, essere felice, non restare qui a rischiare la vita ogni giorno. -
Eudial sospirò.
- Dovevi dirmelo. Sono io che devo scegliere cosa fare della mia vita. Non avresti dovuto farlo, Giles. -
- Non voglio che tu muoia. Quando ti ho vista cadere sotto i denti del vampiro ho creduto che sarei impazzito. -
- Lo so e te ne sono grata. Sei l'unica persona che si preoccupi per me. Ma credi che potrei essere felice se mi costringessi a seguire una strada senza avere la possibilità di sceglierla da sola? Mi hai dato la possibilità di tornare a casa, ma deciderò io se e quando farlo. -
- Ci penserai bene almeno? -
- Lo farò, ma tu non mentirmi più. Mi hai ferita. -
- Mi dispiace... -
Eudial notò il tono abbattuto dell'Osservatore e si sentì in colpa: non intendeva farlo soffrire. Si rendeva conto che negli ultimi giorni doveva aver passato momenti terribili. Gli sorrise.
- Eh no! Non te la caverai così facilmente! La mia vendetta sarà tremenda! Potrei addirittura portarti al centro commerciale a fare spese! -

Haruka guardò la finestra della casa, accigliata.
- Avremmo dovuto immaginarlo che non avrebbe avuto il coraggio di ucciderla. -
Michiru finì di abbozzare uno schizzo della villa sul blocco da disegno che aveva sulle ginocchia.
- L'inglese ha detto che non è diventata un vampiro. -
- E se lei lo stesse manovrando? Lo ha detto lui stesso che non c'erano speranze, ricordi? -
- Forse ti preoccupi troppo, ma in ogni caso continueremo a sorvegliarla. -

Giles osservò Eudial, leggermente preoccupato: dopo l'attacco del vampiro aveva impiegato parecchi giorni a recuperare le forze e gli sembrava che fosse dimagrita. Però Eudial era di buon umore e aveva insistito per riprendere gli allenamenti.
?Forse sono davvero troppo protettivo.? Si disse. Da quando aveva rischiato di perderla, aveva sempre il timore che potesse succederle qualcosa. Per giorni non l'aveva persa di vista un attimo, temendo di scorgere in lei effetti del morso di Mikorsot, ma l'unico danno che Eudial aveva subito sembrava essere stata soltanto la perdita di sangue.
Giles impugnò la spada di legno da allenamento e la ragazza fece lo stesso. Eudial aveva tanto insistito per ricominciare ad allenarsi, che alla fine lui aveva acconsentito a patto che non si affaticasse troppo.
Schivò i colpi di Eudial per due volte, poi alzò la spada davanti a sè per parare il terzo colpo. Notò che la ragazza aveva sbagliato il movimento del braccio e che per questo non sarebbe riuscita a dare al colpo molta forza. Pensò che avrebbe dovuto spiegarle l'errore, quando la spada di legno lo colpì con una violenza inaspettata, spezzando la sua spada alzata a parare e scagliandolo contro la libreria a qualche metro di distanza.
Eudial lasciò cadere a terra la sua spada e corse verso di lui, spaventata.
- Giles! Giles! Ti ho fatto male?! Rispondimi, stai bene?! -
L'Osservatore era rimasto senza fiato per il colpo improvviso, ma a parte qualche livido, era illeso. Annuì rassicurandola e lei lo aiutò a rialzarsi.
- Ma cosa è successo? Non avevo messo tanta forza in quel colpo... Anzi, ho anche sbagliato il movimento. -
- Se non lo avessi sbagliato probabilmente mi avresti ucciso... -
- Pensi che sia colpa del vampiro? - Chiese Eudial in fretta.
- È possibile. Dovremo verificarlo. Tu come ti senti? -
- Bene direi. - Fece una pausa, poi riprese a parlare guardando Giles, preoccupata. - Cosa mi sta succedendo? Sto diventando un vampiro? Dovrai uccidermi? -
Giles le strinse un braccio in un gesto di conforto.
- Non sei un vampiro. Il tuo cuore batte, sei viva. E la tua anima è lì, la vedo nei tuoi occhi. Anche se il morso di Mikorsot può aver cambiato il tuo corpo, tu sei sempre Eudial. Dobbiamo solo capire quali sono gli effetti del morso di quel mostro, ma andrà tutto bene. Non ti preoccupare. -
Eudial nascose il viso contro la spalla dell'Osservatore.
- Ho paura, Giles. -
La strinse, protettivo. Aveva paura anche lui, ma sarebbe stato forte per difenderla e confortarla.