10. A Kiss of Death

Giles mostrò a Setsuna le operazioni da compiere nel rituale per l'ennesima volta: doveva essere certo che ogni cosa sarebbe andata nel migliore dei modi.
Con una certa esitazione le porse la lettera: non riusciva in nessun modo a parlare ad Eudial del rituale, era più forte di lui, perciò le aveva scritto una lettera d'addio. Setsuna avrebbe dovuto fare in modo che Eudial potesse leggerla solo una volta arrivata a casa.
- Ne è sicuro? Davvero vuole partire senza dirle niente? -
Giles annuì.
- Non sarei capace di dirle addio. È meglio che sia così. -
- Capisco. Stia tranquillo, andrà tutto bene. -
- Grazie. -

Eudial si stiracchiò e poi lanciò verso il bersaglio il coltello che stringeva nella mano destra.
Si alzò dalla poltrona, compiaciuta dal centro perfetto ed eseguì una serie di salti per colpire infine il sacco da allenamento con un calcio.
Con uno sbadiglio si stese sul materasso imbottito davanti alla finestra e osservò il moto delle nuvole in cielo per qualche minuto.
Era annoiata. Ultimamente Giles restava fuori casa per gran parte della giornata e lei era costretta ad allenarsi da sola. Probabilmente l'Osservatore voleva passare più tempo con Willow e Xander ora che i ragazzi stavano per partire, ma lei si sentiva un po' sola.
Inoltre in quelle poche ore che passava con lei, Giles si comportava in modo distaccato, quasi freddo.
Allungò una mano fino alla vicina libreria e prese un libro, ma non riusciva a concentrarsi. Decise di uscire, tanto non avrebbe combinato nulla di utile restando a casa.
Sul vialetto di casa si imbattè in Giles che stava rientrando in quel momento.
L'Osservatore la guardò appena.
- Stasera andremo a cena a casa di Makoto, le sailor hanno organizzato una festa di addio per Xander e Willow. Cerca di tornare per l'ora di cena. -
Eudial gli sorrise.
- Visto che sei tornato, posso fare anche a meno di uscire. Ci alleniamo un po'? -
- No, ora no, ho da fare. -
Giles rientrò in casa e si chiuse la porta alle spalle.
Eudial fissò la porta chiusa, delusa e si avviò tristemente verso la città.

Giles si appoggiò alla porta con la schiena, nascondendosi il viso tra le mani.
Soffriva tremendamente a trattarla così, ma sapeva che era la cosa giusta da fare.
Si lasciò scivolare a terra e rimase lì seduto in terra nella penombra dell'ingresso per molto tempo.

Mikorsot buttò a terra il corpo della vittima che gli avevano portato e si leccò le labbra sporche di sangue. Stirò le labbra sottili in un sorriso gelido che lasciava intravedere i canini acuminati e segnalò con un cenno a uno dei demoni inferiori di portare via il cadavere.
Tutto stava andando per il meglio: i suoi sottoposti avrebbero tenuto a bada le sailor, mentre lui si sarebbe occupato dell'Osservatore e della Cacciatrice. Presto avrebbe agito, ma non aveva fretta, avrebbe saputo attendere il momento giusto.

Makoto portò in tavola il vassoio con i dolci e cominciò a distribuire le porzioni agli invitati.
Eudial mangiava in silenzio: durante tutta le cena Giles le aveva rivolto a malapena la parola e tutti i suoi tentativi di iniziare una conversazione erano caduti miseramente nel vuoto: l'Osservatore sembrava sempre distratto, oppure era impegnato a parlare con Xander e Willow.
Le sailor ogni tanto la fissavano, non ancora del tutto a loro agio per la sua presenza, mentre i due giovani americani erano al centro dell'attenzione.
Finita la cena, Giles si alzò in piedi e iniziò a parlare.
Eudial stava ascoltando distrattamente, supponendo che l'Osservatore stesse salutando i due ragazzi, ma l'ultima frase la riportò bruscamente alla realtà.
- ...perciò ho deciso di tornare a Sunnydale insieme a Xander e Willow. -
Eudial alzò la testa di scatto fissando Giles.
- Cosa?! -
- Partirò domani pomeriggio. -
- Ma perché non mi hai avvisato? Così non avrò molto tempo per fare i bagagli. -
- Non ne avrai bisogno. Io partirò. Sunnydale non è il tuo posto. -
Eudial lo guardò incredula, non era del tutto certa di capire quello che le stava dicendo.
- E i vampiri? Sei il mio Osservatore... -
- Sono un Osservatore. È vero. A Sunnydale mi assegneranno una Cacciatrice. Una vera Cacciatrice.-
- E io? Cosa farò io? -
Lo guardava con uno sguardo di supplica, temendo la risposta.
- Fai quello che vuoi. Ora non hai più nessun obbligo nei miei confronti. -
- Ma di cosa stai parlando? Quale obbligo? Non ti importa nulla di me? Mi hai solo sfruttata? -
- Ti ho risparmiato la vita nonostante fossi un potenziale pericolo. Aiutarmi a cacciare i vampiri era il minimo che potessi fare. Spero che tu non abbia frainteso la mia gentilezza. -
Era un incubo, doveva essere un incubo. Eudial non riusciva a rendersi del tutto conto di quello che stava accadendo, era troppo irreale. Quello non era l'Osservatore che conosceva, come poteva essere così freddo?
- Va bene. Vattene pure! - Gli urlò. - Tornatene a Sunnydale, non me ne importa nulla di te! Ti odio!-
Scappò via di corsa sbattendo la porta alle sue spalle. Non voleva scoppiare a piangere davanti a tutti.
Willow era stupefatta.
- Ma signor Giles... -
- Va tutto bene Willow. - La interruppe. - Ora devo andare, ci vediamo domani all'aeroporto. -

Giles sedette in macchina, ma non la mise in moto.
Ora non doveva più fingere, era finito tutto e lui si sentiva morto dentro.
Stava male per le parole che aveva rivolto a Eudial pochi minuti prima. Mentre le pronunciava usava la stessa sofferenza per costringersi ad essere spietato, come se volesse farsi del male fino in fondo facendone a lei, ma ora che era andata via si sentiva crollare.
Aveva perso la sua Cacciatrice di nuovo, ma almeno stavolta lei sarebbe stata felice una volta che lo avesse dimenticato. Sarebbe tornata a casa, avrebbe avuto una vita lunga e non avrebbe più rischiato la morte combattendo contro i vampiri.
Aveva fatto la scelta migliore, si disse, poi chinò la testa sul volante e scoppiò in lacrime.

Eudial non tornò a casa quella notte e Giles capì che non l'avrebbe rivista. Era preoccupato per lei, ma sapeva che Sailor Pluto l'avrebbe tenuta d'occhio senza farsi vedere finché lui non fosse stato a bordo dell'aereo. L'ora della partenza si avvicinava, ma non importava, si sentiva stordito quasi come quando era morta Buffy. La giornata era passata lenta e angosciante come un incubo e il sole era tramontato. Il taxi fuori dalla porta segnalò il suo arrivo con un colpo di clackson e Giles uscì trascinando i bagagli, senza nemmeno guardare la vecchia villa per l'ultima volta.

Mikorsot osservò l'Osservatore che stava salendo sul taxi da solo e seppe che il momento era arrivato. Con un cenno segnalò ai suoi seguaci di iniziare l'attacco diversivo, mentre lui avrebbe seguito l'inglese.

Setsuna lanciò un'occhiata all'orologio: mancava poco. Entro pochi minuti l'aereo di Giles sarebbe partito e lei avrebbe potuto contattare Eudial. Ne fu felice: non aveva mai provato molta simpatia per la strega, ma provava pietà per la sua sofferenza. Non sapeva se Giles avesse fatto la scelta giusta, forse lei avrebbe fatto la stessa cosa al suo posto, ma non ne era certa.
Eudial aveva vagato tutta la notte, massacrando con ferocia ogni vampiro che aveva incontrato, poi si era rifugiata nel parco dove già una volta aveva trovato sollievo alla sua sofferenza. Aveva superato in fretta la panchina dove quel giorno si era seduta a parlare con Giles per la prima volta e si era seduta ai piedi di un grande albero nascosto in un angolo poco frequentato del parco.
Si era addormentata, sfinita, e Setsuna l'aveva lasciata dormire, guardandola in silenzio.

Willow salutò Usagi e le sue amiche per l'ultima volta, poi si rivolse a Xander.
- Il signor Giles ha qualcosa che non va. -
Lo guardarono preoccupati: era seduto in silenzio sulla panchina della sala d'attesa, lo sguardo fisso nel vuoto.
- Lo credo anche io, ma lui dice che è tutto a posto, non possiamo farci nulla... -
Ami guardò lo strano orologio che aveva al polso, un po' preoccupata, poi si avvicinò a Giles e gli parlò sottovoce.
- Haruka e Michiru ci hanno chiamate. C'è un attacco di mostri dall'altra parte della città. Ci dispiace di non poter attendere fino alla vostra partenza, ma dobbiamo andare. -
Giles annuì.
- Va bene, vi scuserò io con Xander e Willow. Grazie di tutto. -
Le cinque ragazze si allontanarono in fretta.

Mikorsot sorrise nell'ombra: stava andando tutto bene. Aveva sperato che la Cacciatrice fosse presente, ma andava bene anche così. Attese per qualche tempo finché non fu sicuro che le sailor fossero abbastanza lontane, poi irruppe nella sala d'attesa insieme a un piccolo gruppo di demoni e attaccò Giles, Xander e Willow. Gli altri passeggeri fuggirono in preda al panico, ma non importava, Mikorsot aveva quello che voleva.
Giles aveva estratto una croce, ma uno dei demoni gliela aveva fatta volare via di mano con un forte colpo e poi lo aveva sbattuto con violenza contro il muro facendogli perdere i sensi. Altri due demoni bloccavano a terra i due ragazzi.
Mikorsot alzò una mano.
- Basta così, non uccideteli. Portatemi i due ragazzini. -
Fissò Willow e Xander con i suoi gelidi occhi azzurri e rise.
- Ascoltatemi bene, miseri umani, se volete sopravvivere dovrete obbedirmi. -
- Scordatelo! - Gridò Willow.
- Va bene, non vi importa di morire, ma che ne direste se uccidessi lui? - Indicò Giles. - Mi divertirei tantissimo a torturarlo, prima. -
- Cosa vuoi da noi? -
- Ho un messaggio per la Cacciatrice. Ditele che se ci tiene alla vita del suo prezioso Osservatore dovrà venire alla Cattedrale Marina questa notte. -
- Ma anche se accettassimo, come potremmo trovarla? -
Mikorsot sorrise crudelmente: aveva fatto bene a far sorvegliare l'Osservatore e la Cacciatrice dai suoi demoni. Lanciò a Willow un foglietto con l'indirizzo di Setsuna e lui e i suoi demoni andarono via, veloci come erano arrivati, portando via Giles.

Setsuna si avvicinò a Eudial: da quando si era svegliata, la ragazza era rimasta seduta sotto l'albero con lo sguardo perso nel vuoto, scoppiando in lacrime di tanto in tanto. Ormai l'aereo doveva essere partito.
Eudial si accorse della sua presenza solo quando Setsuna le mise una mano sulla spalla delicatamente. Senza protestare si lasciò condurre dalla senshi fino a casa sua.
Setsuna la guardò preoccupata, era troppo arrendevole, quasi stordita, sembrava che non le importasse più nulla, e si chiese nuovamente se Giles non avesse sbagliato nel convincersi che lei sarebbe stata più felice così.

Eudial uscì dal bagno tamponandosi i capelli bagnati con un asciugamano.
- Va meglio ora? - Le chiese Setsuna.
- No. Ma grazie lo stesso. - Le rispose Eudial in tono lugubre sedendosi su una sedia.
La sailor annuì. Era dispiaciuta nel vedere il dolore negli occhi di Eudial, ma le sembrava che dopo aver mangiato e dopo un bagno caldo, la ragazza fosse meno sconvolta di prima.
Prese una spazzola e, restando in piedi alle sue spalle, iniziò a pettinarle i capelli umidi.
- Cosa farai ora? -
- Non lo so. - Rispose con desolazione. - Non ho più nulla. -
- Se avessi la possibilità di ritornare nel tuo mondo, lo vorresti? -
- Grazie per l'interessamento, ma tanto è impossibile. -
- Forse no. Ascolta... -
Setsuna le parlò del rituale e le spiegò cosa avrebbero dovuto fare per aprire un passaggio dimensionale.
- Quando sarai passata non potrai più tornare indietro. Cosa vuoi fare? -
Eudial la guardò con uno sguardo spento.
- Non ho nessuna ragione di restare qui. Tanto vale che torni nel mio mondo. -
Setsuna iniziò i preparativi del rituale, ma non era troppo convinta di quello che stava facendo.
Eudial era rimasta troppo indifferente quando aveva saputo di poter portare a casa. Si sarebbe aspettata di vedere almeno un minimo interesse nei suoi occhi, un lampo di speranza nel sapere di poter rivedere i suoi cari, ma la ragazza aveva l'espressione di chi parte solo perché non ha altre alternative.
Sfiorò la lettera di Giles che teneva in tasca, esitando per qualche istante, poi prese una decisione e interruppe bruscamente quello che stava facendo.
Eudial la guardò leggermente stupita.
- Forse sto facendo un errore, ma credo che prima di iniziare il rituale tu debba sapere la verità. Dopo potrai decidere quello che vuoi davvero. -
Le porse la busta e lei la aprì iniziando a leggere.
Eudial trasalì leggermente vedendo la familiare scrittura di Giles, poi, man mano che leggeva si rese conto dei motivi del comportamento dell'Osservatore. Nella lettera lui si scusava per i dispiaceri che le avrebbe causato e le augurava di essere felice una volta tornata a casa. Con quelle parole scritte, lui le stava dando l'addio che non era stato capace di darle a voce.
Eudial guardò Setsuna col viso bagnato di lacrime.
- Che stupido. Perchè non mi ha detto nulla? -
- Voleva che tu facessi la scelta più giusta. -
- Facendosi odiare? Stupido, stupido, stupido! - Eudial era arrabbiata con Giles, ma Setsuna sapeva che era anche molto felice che lui non pensasse le parole che le aveva detto il giorno prima. - Dov'è ora? È già partito? -
Setsuna annuì.
- Ormai l'aereo deve essere decollato da qualche ora. Cosa pensi di fare? Hai la possibilità di tornare a casa o restare sulla Terra, la decisione è tua. Qualunque cosa tu scelga dovrai rinunciare all'altra. Pensaci bene. -
- Prima di decidere devo parlare con Giles. Se è partito lo raggiungerò a Sunnydale e se non è lì lo troverò! -
- Se deciderai di tornare sul tuo pianeta, sai dove trovarmi. -
Eudial le sorrise.
- Grazie, Sailor Pluto. -
Corse alla porta e la spalancò, ansiosa di raggiungere l'aeroporto e si trovò davanti Xander e Willow che stavano per bussare. I due ragazzi sembravano sconvolti.
- Eudial! I vampiri hanno preso il signor Giles! - Ansimò Willow. - Se non andrai alla Cattedrale Marina lo uccideranno! -
Setsuna la chiamò.
- Eudial, aspetta! Vengo con te, deve essere una trappola. -
- Lo so. Ma è meglio che tu vada a cercare le altre senshi e ci raggiungiate in seguito. Io cercherò di prendere tempo. In due non avremmo speranze. Prestami la macchina. -
Setsuna annuì e le porse le chiavi.
Eudial partì a tutta velocità verso la Cattedrale Marina.

- Non sei contento? - Mikorsot sorrise a Giles. - Fra poco morirai. Ma prima assisterai alla fine della tua adorata Cacciatrice. -
L'Osservatore ricambiò lo sguardo del vampiro.
- Non ci sperare. -
- E chi mi impedirà di farlo? Tu forse? - Colpì con un calcio le sbarre della gabbia che imprigionava Giles, come per mostrargliene la resistenza.
- Lei non verrà. - L'Osservatore scoppiò a ridere. Ora più che mai era convinto di aver fatto la cosa giusta. Lui sarebbe morto, certo, ma stavolta la Cacciatrice sarebbe stata al sicuro. - È tornata al suo mondo, ormai è salva, non potresti farle del male in nessun modo. E in ogni caso non verrebbe a salvare me, mi odia. -
Mikorsot ghignò divertito.
- Credo che ti sbagli, Osservatore. -
Giles seguì lo sguardo del vampiro e si sentì morire scorgendo Eudial sulla porta.
- Già, ti sbagli, Osservatore. - Ripetè lei, minacciosa. - Aspetta che mi occupi di Mr. Vampiro qui e poi dovrai darmi un bel po' di spiegazioni. -
- Sei impazzita? Vattene via! Scappa finche sei in tempo! Ti ucciderà! - Gridò Giles cercando di aprire la porta della gabbia.
- Ah si? E lasciare che ammazzi te invece? Scordatelo! Non te la caverai tanto facilmente per aver tentato di imbrogliarmi! -
Mikorsot si schiarì la voce.
- Benvenuta Cacciatrice... -
Eudial gli lanciò un'occhiataccia.
- Ti dispiace aspettare un attimo? Vengo ad ammazzarti tra qualche secondo, ma non è buona educazione interrompere un discorso! -
Mikorsot la fissò stupito per un attimo, poi sorrise maligno.
- Bene, bene, mi piace. È coraggiosa, diventerà una compagna formidabile. - Sollevò una mano e decine di vampiri e demoni spuntarono dall'ombra. - Andate a prenderla, ma la voglio viva! -
I mostri si avventarono su di lei.
- Che noiosi! - Si lamentò Eudial, colpendo il primo demone con un calcio.
Sfoderò il pugnale che aveva portato con sè ed eliminò due vampiri, ma altri quattro avevano già preso il posto di quelli caduti.
Giles scuoteva disperato le sbarre della gabbia: Eudial si stava battendo meravigliosamente, ma non aveva nessuna speranza di uccidere da sola decine e decine di vampiri e demoni. Si maledisse per essersi lasciato catturare vivo: era colpa sua se lei era lì. La sua Cacciatrice stava per essere uccisa e lui era di nuovo impotente.
Un demone colpì con violenza il braccio di Eudial, facendole volare via il pugnale. Immediatamente, altri tre demoni la afferrarono, immobilizzandola.
Mikorsot si avvicinò lentamente e le sollevò il viso passandole una mano sotto al mento. Eudial lo addentò e lui ritrasse la mano di scatto, schiaffeggiandola con l'altra.
Sorrise sinistramente.
- Bene. Ti piace mordere. -
In quel momento Giles capì le intenzioni del vampiro.
- Lasciala stare! - Gridò. - Se proprio devi, scegli me! -
- Commovente. Scordatelo. -
- Farò qualunque cosa tu voglia, ma lasciala andare. -
- Sai cosa voglio, misero umano? Voglio vedervi soffrire atroci sofferenze. Ci avete ostacolato troppe volte. -
Eudial guardò l'Osservatore.
Le sailor tardavano ad arrivare e lei non poteva fare nulla per liberarsi dalla stretta dei demoni.
- Non ho paura, Giles. E non è vero che ti odio. -
Mikorsot afferrò i capelli della ragazza e con uno strattone la costrinse a piegare la testa di lato.
Giles gridò, poi il vampiro affondò i denti nel collo di Eudial.