9. She's Going Away

Eudial appoggiò la schiena al tronco dell'albero e reclinò la testa all'indietro per guardare le stelle.
Quella sera i vampiri non si erano fatti vedere e lei e Giles ne avevano potuto approfittare per riposarsi. L'Osservatore aveva deciso di portare a cena fuori Xander e Willow e passare del tempo con loro, ma lei aveva preferito rimanere a casa a riposarsi. Entro pochi giorni i due ragazzi sarebbero tornati in America ed era giusto che Giles potesse passare qualche tempo da solo con loro. Lei non aveva mai conosciuto la precedente cacciatrice, ma Xander e Willow erano suoi amici e loro potevano condividere del tutto con Giles il dolore per la sua morte.
Sentì il cancello del giardino che si chiudeva e lei riconobbe i passi dell'Osservatore sul vialetto.
- Vi siete divertiti? -
Giles si guardò intorno per qualche istante prima di scorgerla nell'ombra dell'albero.
- Ah, sei qui. - La raggiunse e sedette sull'erba al suo fianco. - Cosa fai seduta qui al buio? -
- Guardavo le stelle. -
Giles alzò la testa: era una notte senza luna e le stelle formavano un ricamo brillante sul cielo nero.
- Vedi quella stella lassù, quella che sembra essere sopra la cima di quel pino? - Proseguì Eudial indicando un punto del cielo. - Non quella più luminosa, quella accanto. -
Giles annuì.
- Quella stella è il sole del mio pianeta natale. Sembra così piccola da qui... -
L'Osservatore la guardò. A volte dimenticava che lei non era un essere umano, ma vedere quel minuscolo puntino luminoso gli fece rendere conto di quanto fosse lontana dal suo mondo.
- Ti manca? -
- A te non mancherebbe la Terra se ti trovassi lassù? -
- Non esiste un modo di poter tornare? -
- E come? Con lo shuttle? Non mi pare che la Terra abbia astronavi adatte ai viaggi interstellari. Beh, certo, potrei chiedere un passaggio ai vari UFO che si vedono ogni tanto qua e là. -
- Come sei arrivata qui? Non è rimasto nulla dei mezzi con cui siete arrivati sulla Terra? -
Eudial scosse la testa.
- Nulla, o perlomeno nulla che sia possibile far funzionare con le risorse di questo pianeta. -
- Non potrebbero venire a cercarti? -
- Dopo cinque anni? Tanto vale aspettare che attacchino nuovamente la Terra. E poi non sprecherebbero risorse per una sola persona. -
- Mi dispiace... -
Eudial appoggiò la testa alla spalla di Giles con un sospiro.
- Chissà se qualcuno si ricorda ancora di me lassù... -
Giles non rispose. Nonostante il buio, poteva distinguere le lacrime sul viso di lei.

La luce che filtrava dalla finestra della soffitta svegliò l'uomo addormentato sulla poltrona. Giles si alzò, un po' indolenzito per aver dormito in una posizione scomoda e raccolse il libro che era scivolato a terra.
Da quando aveva guardato le stelle con Eudial si era sentito triste per lei. Fino ad allora non si era reso completamente conto della situazione della ragazza: all'inizio era stato troppo preso dal dolore per la morte di Buffy per poter pensare ad altro, poi il comportamento allegro di Eudial gli aveva fatto dimenticare il dolore che le aveva visto negli occhi quando si erano conosciuti.
Si sentiva in colpa per non aver capito prima quanto si dovesse essere sentita sola.
Da quando lo aveva realizzato, aveva iniziato a restare alzato a consultare i suoi libri fino a tarda notte: forse, anche se la tecnologia terrestre non era pronta per i viaggi interstellari, la magia nera avrebbe potuto aiutarli. Diventando Osservatore aveva dovuto studiare molti testi antichi e aveva imparato evocazioni e incantesimi di ogni genere. Se alcuni di essi potevano aprire le Porte dell'Inferno e scatenare l'Apocalisse, perché non avrebbe dovuto essercene qualcuno anche per aprire un passaggio tra la Terra e un pianeta lontano?
Fino ad allora non era riuscito a trovare nulla, ma aveva un indizio: in uno dei testi che aveva consultato si parlava di un antico libro di rituali che ancora non aveva mai letto. Più tardi sarebbe andato in biblioteca e lo avrebbe cercato.
A Eudial aveva detto che stava cercando informazioni sui nemici che stavano attaccando Tokyo, non voleva creare false speranze o esporla a rischi inutili. E poi non era proprio una bugia, cercando l'incantesimo ne approfittava anche per documentarsi sui nemici.

- Sembra quasi di essere tornati ai vecchi tempi. - Commentò Xander deponendo una pila di libri polverosi sul tavolo della biblioteca. - Ha ripreso a sfruttarci per fare ricerche, signor Giles. -
Willow alzò gli occhi dal libro.
- Già. Ma a cosa può servire un incantesimo di trasporto contro i demoni? Non sarebbe meglio un'arma da usare contro di loro? -
- Fa parte di una strategia di combattimento che sto studiando. - Mentì Giles. I ragazzi non sapevano della vera natura di Eudial e lui preferiva non dire nulla per il momento.
Tornò a sfogliare il libro: niente. Il libro dei rituali si era rivelata una falsa traccia.
Prese un altro volume e riprese a leggere.
Dopo qualche minuto Willow lo chiamò e gli mostrò una pagina del libro che stava studiando.
Giles prese l'antico manoscritto e per un istante gli mancò il respiro: lo aveva trovato.
Davanti ai suoi occhi c'era un rituale che avrebbe permesso di raggiungere qualunque punto dell'universo!
Lasciò i due ragazzi liberi di andare e si dedicò ad uno studio approfondito del rituale.
Quando finì di leggere, era convinto che avrebbe potuto funzionare. Non sembrava nemmeno troppo pericoloso, bastava seguire scrupolosamente le istruzioni e avrebbe funzionato.
Uscì dalla biblioteca, ansioso di parlarne con Eudial, ma, mentre usciva dal portone di legno antico, una consapevolezza improvvisa lo colpì come una mazzata: il rituale era a senso unico.
Una volta aperto il portale, Eudial sarebbe potuta tornare a casa, ma non sarebbe più potuta tornare indietro. Una volta varcata la soglia, lei sarebbe scomparsa per sempre dalla sua vita. Avrebbe di nuovo perso la sua Cacciatrice.
Tornò in biblioteca per cercare un'alternativa, ma sentiva che non avrebbe trovato nulla e che avrebbe dovuto compiere una scelta.
Chiuse l'ultimo libro con un sospiro. Non c'erano alternative, ora era tutto nelle sue mani.
Eudial sembrava essersi rassegnata alla sua situazione e, se lui non avesse detto nulla del rituale, tutto sarebbe rimasto invariato: avrebbero continuato a cacciare vampiri e a tentare di salvare la Terra. La tentazione era forte. Bastava dimenticare di aver visto quel libro.
Ma Giles sapeva che non avrebbe potuto dimenticare le lacrime di Eudial in quella notte stellata.
Se qualcuno avesse trovato un modo di riportare in vita Buffy, lui avrebbe voluto saperlo. Era giusto che anche Eudial sapesse di poter tornare a casa.
Si massaggiò le tempie con le mani, gli faceva male la testa e si sentiva esausto.
Avrebbe dovuto parlarle, ma per il momento non se la sentiva. Prima doveva accettare lui stesso l'idea che lei se ne sarebbe andata per sempre. E non era facile.
Tornò stancamente a casa: Eudial era uscita e la villa era deserta.
Giles ne fu sollevato: in quel momento non sarebbe riuscito a guardarla negli occhi. Si gettò sul letto ancora vestito e in pochi istanti sprofondò in un sonno agitato.

Mikorsot passò in rassegna i demoni al suo comando: presto avrebbe sferrato il suo attacco decisivo contro Cacciatrice e Osservatore e voleva essere certo di scegliere solo gli elementi migliori per quell'occasione. Rise crudelmente pregustando il sapore del sangue della Cacciatrice: se tutto fosse andato come previsto, lei sarebbe diventata come lui, una vampira crudele, una compagna ideale per portare il male nel mondo.

Eudial si guardò intorno, poi scorse la persona che stava cercando seduta su una delle altalene del parco giochi. La raggiunse cautamente e rimase in piedi accanto all'altalena.
- Perchè volevi vedermi? È una trappola? -
Usagi la guardò, seria.
- No, vorrei solo parlarti. Quali sono le tue intenzioni? -
- Ti hanno mandata Haruka e Michiru? -
Usagi sembrava stupita.
- No, perché me lo chiedi? -
- Qualche giorno fa mi hanno fatto la stessa domanda. -
Usagi sorrise leggermente.
- È una domanda che ci stiamo chiedendo un po' tutti, direi. -
Eudial sedette sull'altra altalena.
- In fondo non avete tutti i torti. A volte me lo sono chiesta anche io. -
- E hai trovato una risposta? -
- Non proprio. Non sono sicura del motivo per cui ora combatto i demoni e i vampiri. Sento che devo farlo, credo che sia la cosa più giusta per me in questo momento. Forse non ho molto altro. -
- Non farai più male alla gente? Le outer ti considerano una minaccia. -
Eudial sorrise.
- Sai, non è che andassi in giro a rubare i cuori puri della gente per divertimento. Era il mio lavoro. Che motivo avrei ora di andare ad attaccare le persone? Per divertirmi conosco modi migliori. -
- I vampiri? -
Eudial scoppiò a ridere.
- Sei divertente, Sailor Moon. - Saltò giù dall'altalena. - Ora devo andare, Giles mi starà aspettando per gli allenamenti. Ci vediamo! -
Usagi la guardò allontanarsi.
Ora si sentiva più tranquilla: rispetto a cinque anni prima Eudial sembrava diversa, meno pericolosa. Qualcosa l'aveva cambiata e Usagi sentiva che la strega non era più una minaccia per loro.
Certo, Haruka e Michiru non si sarebbero convinte tanto facilmente, ma Usagi era fiduciosa.

Eudial spinse la porta di casa che si aprì cigolando leggermente.
- Giles? - Chiamò. - Sono tornata. -
Non ricevendo risposta, lo cercò nelle varie stanze e infine vide che stava dormendo.
Sorrise fra sè: negli ultimi giorni aveva studiato fino a tarda notte, doveva essere stanchissimo.
Allungò una mano per scuoterlo leggermente, ma lui le afferrò il polso di scatto.
- Non andartene! - Gridò ancora semi addormentato, poi si svegliò del tutto e fissò Eudial, confuso.
- Stavi di nuovo sognando Buffy? - Gli chiese lei, un po' preoccupata.
- Si, scusami. - Mentì Giles - Ti ho spaventata? -
- No, scusami tu, ti ho svegliato. Ti stai stancando troppo ultimamente, dovresti dormire di più la notte invece di leggere tutti quei libri polverosi. -
- Hai ragione, forse non avrei dovuto studiare con tanto impegno...
- Che facciamo per gli allenamenti? -
- Aspettami in soffitta, ti raggiungo subito. -
Eudial uscì dalla stanza e Giles sospirò.
Doveva dirglielo, si ripetè, doveva dirle del rituale. Ma era più forte di lui, non ci riusciva.
Inoltre avrebbe dovuto evitare di mostrarsi troppo dispiaciuto oppure Eudial avrebbe potuto sentirsi in colpa e soffrirne. Una piccola parte della sua anima sperava che lei si sentisse in colpa e rinunciasse a partire per continuare a fare la Cacciatrice, ma Giles sapeva che quella parte nasceva solo dal suo egoismo e dal terrore di soffrire.
Eudial sentiva nostalgia del suo mondo, le lacrime di quella notte ne erano un segno evidente.
Era suo dovere farla tornare a casa e cercare di farlo in modo che non fosse troppo doloroso per lei.

Xander e Willow addentarono il panino e si scambiarono un'occhiata. Quel giorno Giles era strano, sembrava distratto e di umore tetro.
- Ripartiremo per Sunnydale la settimana prossima. Lei cosa farà? - Chiese Xander.
- Non ho ancora preso una decisione definitiva. -
- Perchè non torna in America con noi? Sentiamo tutti la sua mancanza a scuola. -
Giles considerò l'ipotesi per qualche istante.
- Devo pensarci. Ve lo farò sapere. -

Più tardi ripensò alla proposta di Willow. Poteva funzionare, si disse. Se avesse fatto credere ad Eudial di voler tornare a Sunnydale con Xander e Willow, probabilmente lei sarebbe stata felice di tornare sul suo pianeta senza doversi preoccupare per lui.
Però se lui fosse partito avrebbe dovuto trovare un'altra persona in grado di celebrare il rituale. Non conosceva molta gente in Giappone a parte Eudial e le sailor senshi e non si sarebbe fidato di affidare una cerimonia tanto importante a uno sconosciuto. Ripensò alle sailor senshi e ricordò di una di loro che non era mai intervenuta nei combattimenti, limitandosi ad osservare, ma che gli aveva dato la sensazione di essere una persona matura e affidabile.
Decise che avrebbe parlato con lei. Cercò il nome sull'elenco del telefono, Setsuna Meiou, e compose il numero.