4. Please Don't Die

Haruka e Michiru videro il bagliore dell'incendio in lontananza e si guardarono negli occhi: la premonizione che avevano avuto quel pomeriggio era giusta. Si affrettarono a raggiungere l'auto e si diressero verso l'edificio in fiamme.
Haruka posteggiò la fuoriserie gialla lungo il marciapiede e le due giovani corsero in un vicolo buio per potersi trasformare inosservate in guerriere sailor.

L'edificio, un centro commerciale, stava bruciando. Una folla si era radunata nei dintorni per osservare lo spettacolo e i mezzi di soccorso continuavano ad arrivare a sirene spiegate. Giles riuscì a infilarsi con l'auto dietro a un camion dei pompieri e a superare così le transenne, ma più avanti la strada era bloccata. Parcheggiò davanti a un'auto gialla ferma al lato della strada, ma affiancandosi al marciapiede, forse per la fretta, sbagliò a calcolare le distanze, ammaccando l'auto sportiva.
Scese dall'auto e si soffermò per qualche istante a guardare i danni, poi Eudial lo prese per un braccio e lo trascinò verso l'edificio in fiamme.

I demoni ombra avevano intrappolato un piccolo gruppo di persone all'interno dell'edificio in fiamme e ora si avvicinavano strisciando alla gente terrorizzata, un nero circolo oscuro che si chiudeva intorno alle prede.
Eudial e Giles raggiunsero la stanza in cui si trovavano i mostri: l'edificio bruciava, ma la strada per giungere fino a quel punto era ancora abbastanza libera. Eudial si avventò a spada sguainata contro uno dei demoni ombra, ma il suo fendente attraversò il mostro da parte a parte senza incontrare la minima resistenza, facendole perdere l'equilibrio. Il demone che aveva attaccato si voltò verso di lei, facendo guizzare un nero tentacolo verso la sua schiena. Giles fece appena in tempo ad afferrarla per un braccio e a strattonarla via dal punto in cui si trovava prima che il tentacolo colpisse con forza il pavimento. Si allontanarono in fretta dal circolo di demoni, nascondendosi dietro uno dei pilastri che sorreggeva il soffitto del salone.
- Sei impazzita?! Quelli non sono vampiri! Non puoi attaccarli in quel modo, i loro corpi non sono tangibili! -
- Potevi dirlo prima! Ora cosa facciamo? Potrei provare ad usare i miei poteri, ma non credo di essere molto forte in quel senso, ho sempre fatto affidamento sulle armi... -
Giles lanciò un'occhiata ai demoni: una volta che si erano allontanati, i mostri non prestavano più attenzione a loro due, accecati dalla vicinanza delle prede umane.
- Andiamo via! - Le sussurrò con urgenza. - Non si curano di noi, possiamo scappare! Andiamo! -
Eudial lo guardò come se fosse impazzito.
- Ma cosa stai dicendo? Se scappiamo, i demoni uccideranno quelle persone! -
- Vuoi che uccidano anche te? Non hai speranze contro quegli esseri, morirai! -
- Ma almeno devo provarci! Non posso restare a guardare! -
Eudial si alzò, pronta a tentare un nuovo attacco, ma Giles la bloccò, afferrandole un braccio con forza e sbattendola contro il pilastro.
- No! - Gridò, la voce spezzata dal panico - Non andare! Te lo impedirò a ogni costo! Non devi morire, Buffy! -
Eudial lo fissò, stupita dalla sua reazione.
- Buffy? - Ripetè.
Giles la teneva schiacciata contro il pilastro con il suo corpo per impedirle di muoversi e lo sentiva tremare violentemente. Cercò di liberarsi dalla sua stretta, ma non poteva farlo a meno di colpirlo con forza. Guardò i demoni che si avvicinavano sempre di più alle persone radunate al centro della stanza senza poter fare nulla.
- Giles? Lasciami andare. - Parlava sottovoce, ma con tono fermo. - Ti prego. Non morirò, te lo prometto. -
In quel momento una sfera di luce attraversò l'aria e colpì in pieno un demone disintegrandolo all'istante. Pochi secondi dopo un altro attacco eliminò un secondo demone.
Due donne apparirono tra le fiamme dalla porta opposta a quella da cui erano entrati Eudial e Giles e si rivolsero ai demoni.
- Stella del cielo guardiana di Urano, sono Sailor Uranus, la guerriera del cielo! -
- Stella del mare profondo guardiana di Nettuno, sono Sailor Neptune, la guerriera dell'abbraccio! -
Eudial non sapeva se essere contenta dell'arrivo di qualcuno in grado di affrontare i demoni oppure terrorizzata nel vedere le due sailor. Fu contenta che il corpo di Giles la nascondesse quasi completamente alla loro vista: era sicura che se l'avessero riconosciuta le due sailor avrebbero attaccato anche lei.
Scosse Giles per attirare la sua attenzione.
- OK, approvo il tuo piano, scappiamo! -
Giles si scostò da lei ed Eudial gli prese una mano trascinandolo di corsa verso la porta.
Sailor Uranus vide con la coda dell'occhio due persone che fino ad allora non aveva notato e che fuggirono dalla stanza prima che lei potesse tentare di fermarle. Ormai era troppo tardi per fare qualcosa e lei e Michiru avevano dei nemici da affrontare, quindi tornò a combattere i demoni ombra.
Eudial trascinò Giles fino alla macchina e lo spinse sul sedile del passeggero, poi si mise al volante per allontanarsi il più presto possibile da quel posto. Partì a tutta velocità senza accorgersi che c'era la retromarcia ingranata e tamponò nuovamente la macchina gialla prima di riuscire a partire in prima.
Guidò senza fermarsi fino a casa.
Quando finalmente parcheggiò l'auto di fronte alla vecchia villa, si girò a guardare il suo compagno: Giles era ancora mortalmente pallido, ma durante il tragitto era riuscito a riprendere il controllo di se stesso.
Scesero dall'auto, ed Eudial notò che lui evitava il suo sguardo, come se si vergognasse di qualcosa.
- Sicuro di stare bene? Sei molto pallido... -
Giles annuì nervosamente.
- Mi... mi dispiace per prima... - disse, balbettando leggermente - Ho perso la testa e non avrei dovuto... Ti ho fatto male? Scusa. -
Eudial gli sorrise e gli posò una mano sulla spalla.
- Avevi ragione. Mi avrebbero uccisa, sono stata imprudente. Se non fossero arrivate le sailor a sconfiggere i demoni avrei fatto una brutta fine. -
- Conosci quelle donne? -
- Diciamo che se mi avessero vista, avrei fatto lo stesso una brutta fine... -
- Capisco... -
Guardarono in direzione della città per qualche secondo: ormai il bagliore dell'incendio stava spegnendosi e la luna piena brillava in cielo.
Si guardarono per qualche secondo e si scambiarono un lieve sorriso, poi rientrarono in casa, insieme, in silenzio.